http://www.corriere.it/cronache/09_novembre_06/cocaina-italia-arachi_95b25b00-ca9d-11de-89f9-00144f02aabc.shtml ROMA — Polvere. Bianca e leggera. In gergo ha un nome lieve: neve. In pratica è quell’arma letale con un nome internazionale: cocaina. Si consuma da decenni. Ma è un consumo che non passa di moda. Anzi: aumenta, sempre di più. In Europa, come ci segnala l’ultimo rapporto che arriva dall’osservatorio di Bruxelles, sono diventati 13 milioni i cittadini che ne hanno fatto uso almeno una volta (7,5 milioni hanno tra i 15 e i 34 anni). E anche la cannabis tiene il passo. Anzi, supera di gran carriera: 74 milioni i consumatori europei, l’Italia in pole position. Per gli spinelli, come per la neve. Il consumo della cocaina, dice il Cnr, nell’ultimo decennio è praticamente raddoppiato, passando dai 400 mila consumatori del 2001 al milione dell’anno passato.
Di più: è proprio l’osservatorio di Bruxelles che ci segnala come l’Italia sia fra i cinque paesi che consumano più cocaina in Europa, insieme alla Spagna, la Gran Bretagna, la Danimarca, l’Irlanda. Per capire: la media Europea di consumo della polvere bianca è di circa lo 0,4% della popolazione. In Italia è dello 0,8%. Per capire meglio: a dispetto di un consumo dell’1,1% spagnolo e dell’1% inglese non c’è paragone fra la cocaina che si consuma a Milano e a Londra. Milano stravince. Le analisi le hanno fatte all’Istituto Mario Negri di Milano, analizzando le acque reflue delle città (oltre Milano e Londra anche Lugano e altre quattro città italiane). I risultati li spiega Silvio Garattini, responsabile della ricerca: «Abbiamo calcolato che a Milano si consumano ogni giorno una media di 9,1 dosi di cocaina per mille abitanti, contro le 6,9 di Londra (le 6,1 di Lugano, 7,4 di Latina, 4,7 Cagliari, 3,2 Varese, 2,1 Cuneo). Siamo rimasti davvero sorpresi. Non ce lo aspettavamo ». Milano sorprende e spiazza. Sempre. E non è un caso che la Lombardia guida (dati Cnr) la classifica delle regioni che consumano più cocaina: 3,4% delle persone fra i 15 e i 64 anni, seguita dal 3,2% del Lazio, 3% del Piemonte, 2,6% della Liguria. Non è un caso che proprio qui sia nato il primo centro di recupero dedicato e mirato alla cocaina. Una comunità mista fra pubblico e privato sociale (associazione Saman, Lotta contro l’emarginazione, cooperativa di Bessino).
Ha aperto i battenti un mese e mezzo fa. Ed è stata letteralmente presa d’assalto. Spiega Riccardo De Facci, il presidente: «Nel nostro addiction center si cura principalmente il consumo di cocaina abbinato all’alcool. E da noi si usa una formula nuova per il recupero. Modulare. Nel senso: si rivolgono a noi professionisti, manager, giovani rampolli di famiglie in vista, consulenti finanziari. Persone, cioè, che non hanno in testa il vecchio metodo di chiudersi per anni dentro una comunità. Che arrivano da noi per un primo step di qualche settimana. Anche se più di uno ci ha già chiesto di tornare». Milano che spiazza. Sempre all’Istituto Mario Negri di Milano hanno calcolato negli scarichi che ogni giorno a Milano entra un chilo di cocaina e che diventa un chilo e mezzo durante il fine settimana. Anche i giovani italiani sono abbondantemente sopra la media del consumo europeo, ci segnala l’osservatorio di Bruxelles. E sono ben tre milioni i giovani europei che l’hanno provata nell’ultimo anno, così a certificare il consumo che aumenta. Ma c’è una voce che si leva forte dal coro contro questa catastrofe. E non è una voce da nulla, visto che è quella di Giovanni Serpelloni, capo del nostro dipartimento nazionale antidroga. Dice: «Dobbiamo guardare al futuro con ottimismo. Perché se scorporiamo i dati e li puntiamo sui 15-16enni, vediamo che per la prima volta in questa fascia il consumo della cocaina in Italia diminuisce. E non è certo una cosa da poco, visto che sono loro, gli adolescenti, a segnare il trend».
Alessandra Arachi