fonte :
http://www.ilgiornaleditalia.org/news/primopiano-focus/847099/Il-tavolo-verde-si-tinge-di.htmlSocietàs
07/06/2013 10:59
Il tavolo verde si tinge di rosa
Allarme gioco d’azzardo in Italia: il problema riguarda anche le donne
Per sfuggire a una triste routine quotidiana spesso si recano nelle sale scommesse in cerca di rivincita
Allarme gioco d’azzardo in Italia: il problema riguarda anche le donne
Il tavolo verde si tinge di rosa
Per sfuggire a una triste quotidianità spesso si recano nelle sale scommesse in cerca di rivincita
Il gioco d’azzardo si tinge di rosa: addio a tavoli verdi ai cui angoli vediamo seduti spesso solo uomini, oggi l’azzardo è donna. Giocano per i più svariati motivi: per dimenticare le frustrazioni, per far quadrare i bilanci familiari, per fuggire a matrimoni falliti o a una quotidianità ripetitiva. I figli vanno via da casa e le mogli- madri vanno ala disperata ricerca di una ricollocazione nella società. E così il gioco d’azzardo, nel giro di poco tempo è riuscito a guadagnarsi una fetta di pubblico femminile attestata attorno al 40%. Bingo, slot machine, superenalotto, lotto e gratta e vinci, queste le aree preferite dalle giocatrici che in media hanno tra i 50 e 60 anni e sono sia italiane sia immigrate. Bar, sale e centri specializzati diventano un luogo in cui rifugiarsi dal caos quotidiano o al tempo stesso dalla solitudine familiare. Qui scatta l’allarme sociale , perché il tavolo verde diventa non più solo un passatempo ma una vera e propria dipendenza. E molto facile entrare in quello che viene definito gambling(gioco d’azzardo): senza accorgersene si perde autonomia, si contraggono debiti che arrivano anche a 30/40mila euro e si rischia di ricorrere agli usurai. Si stima che, solo in Italia ci siano un milione di persone cadute nella rete della dipendenza da gioco, tra queste più di 400mila sono donne.
Purtroppo soltanto una piccola parte di loro riesce ad accedere ai servizi di sostegno: questo si spiega in virtù del fatto che forse le donne abbiano più difficoltà a chiedere aiuto alle strutture pubbliche o all’associazionismo. Le donne in genere devono affrontare da sole la difficoltà in cui si trovano, restando in equilibrio tra il peso emotivo ed economico dell’intera famiglia. Quindi la loro trasgressione è malvista a livello sociale. Poche sono le volte in cui al Sert giungono con il marito o il compagno, perciò il percorso di recupero è caratterizzato da un’estrema solitudine. Secondo quanto segnalato dagli stessi centri, molto spesso le donne avendo la cura dei figli, devono portarli con sé mentre giocano. Grande responsabilità nella dipendenza da gioco d’azzardo ce l’ha lo Stato italiano: essendone il principale beneficiario degli introiti del settore, solo in un anno arriva a 100 miliardi di fatturato fruttando 8 miliardi di tasse. Solo pochi mesi è stata assegnato ai monopoli di stato (la stessa agenzia che gestisce le concessioni) il ruolo di sviluppare politiche di protezione dei cittadini: ciò non fa che rende questa operazione poco credibile e dall’esito scontato. L’Italia è l’unico Paese in Europa ad avere 400mila slot machine diffuse sul territorio nazionale, senza alcun tipo di regolamentazione: una situazione inaccettabile che necessita di una svolta.
Il gioco d’azzardo si tinge di rosa: addio a tavoli verdi ai cui angoli vediamo seduti spesso solo uomini, oggi l’azzardo è donna. Giocano per i più svariati motivi: per dimenticare le frustrazioni, per far quadrare i bilanci familiari, per fuggire a matrimoni falliti o a una quotidianità ripetitiva. I figli vanno via da casa e le mogli- madri vanno ala disperata ricerca di una ricollocazione nella società. E così il gioco d’azzardo, nel giro di poco tempo è riuscito a guadagnarsi una fetta di pubblico femminile attestata attorno al 40%. Bingo, slot machine, superenalotto, lotto e gratta e vinci, queste le aree preferite dalle giocatrici che in media hanno tra i 50 e 60 anni e sono sia italiane sia immigrate. Bar, sale e centri specializzati diventano un luogo in cui rifugiarsi dal caos quotidiano o al tempo stesso dalla solitudine familiare. Qui scatta l’allarme sociale , perché il tavolo verde diventa non più solo un passatempo ma una vera e propria dipendenza. E molto facile entrare in quello che viene definito gambling(gioco d’azzardo): senza accorgersene si perde autonomia, si contraggono debiti che arrivano anche a 30/40mila euro e si rischia di ricorrere agli usurai. Si stima che, solo in Italia ci siano un milione di persone cadute nella rete della dipendenza da gioco, tra queste più di 400mila sono donne.Purtroppo soltanto una piccola parte di loro riesce ad accedere ai servizi di sostegno: questo si spiega in virtù del fatto che forse le donne abbiano più difficoltà a chiedere aiuto alle strutture pubbliche o all’associazionismo. Le donne in genere devono affrontare da sole la difficoltà in cui si trovano, restando in equilibrio tra il peso emotivo ed economico dell’intera famiglia. Quindi la loro trasgressione è malvista a livello sociale. Poche sono le volte in cui al Sert giungono con il marito o il compagno, perciò il percorso di recupero è caratterizzato da un’estrema solitudine. Secondo quanto segnalato dagli stessi centri, molto spesso le donne avendo la cura dei figli, devono portarli con sé mentre giocano. Grande responsabilità nella dipendenza da gioco d’azzardo ce l’ha lo Stato italiano: essendone il principale beneficiario degli introiti del settore, solo in un anno arriva a 100 miliardi di fatturato fruttando 8 miliardi di tasse. Solo pochi mesi è stata assegnato ai monopoli di stato (la stessa agenzia che gestisce le concessioni) il ruolo di sviluppare politiche di protezione dei cittadini: ciò non fa che rende questa operazione poco credibile e dall’esito scontato. L’Italia è l’unico Paese in Europa ad avere 400mila slot machine diffuse sul territorio nazionale, senza alcun tipo di regolamentazione: una situazione inaccettabile che necessita di una svolta.
Francesca Ceccarelli