In Cina le studentesse che ''la danno'' per ottenere favori vengono espulse,in Italia sono ''vittime'' della cultura della donna oggetto,infatti non ottengono favori solo a scuola,ma anche in parlamento...ma si sa che la soluzione sono le quote rosa,non di certo l'espulsione,così entreranno in parlamento in quanto donne,per legge...
Ma...sto rivalutando la Cina...forse che è un posto più giusto(e soprattutto meritocratico) di qui?
''Le cattive ragazze cinesi avranno la vita un po' più dura?
Da quest'anno accademico la vita sarà ancora più dura per le studentesse cinesi della Normale di Chongqing e della Normale del Sud-Ovest, anch’essa a Chongqing. Vita dura, ma solo per le cattive ragazze.
Fino a una ventina di anni fa, agli studenti universitari cinesi era proibito sposarsi e, in teoria almeno, anche avere rapporti sessuali pre-matrimoniali, questo in campus universitari che erano sì misti, ma si cercava in tutti i modi di manterenre casti. Questa idea poco realista, si è sbriciolata piano piano negli ultimi tempi, segnati da una rivoluzione sessuale in Cina di ampia portata. Ora le ragazze cinesi si concedono anche qualche piacere di troppo.
I tempi sono cambiati, e con loro anche le regole. Ora la Normale di Chongqing e la Normale del Sud-Ovest potranno espellere le studentesse cinesi delle due Università nel caso in cui abbiano "avventure sessuali di una notte", se verranno scoperte a fare le escort, o se si lasceranno mantenere da uomini sposati, diventando le loro concubine. La Normale del Sud-Ovest aggiunge anche fra i comportamenti punibili con l’espulsione l’avere relazioni con più membri dell’altro sesso, o "distruggere famiglie" avendo relazioni sessuali con uomini sposati.
QQ, uno dei più popolari portali e chat web cinesi, ha determinato con un sondaggio online come le misure adottate da questi atenei non riscuotano quasi nessun favore con il pubblico, che appare unanime nel considerare che, nella Cina di oggi, quello che fanno le studentesse cinesi a letto, morale o meno che sia, non riguarda altri che loro stesse, e non certo le loro università.