Riporto qui una riflessione di Rino che compare adesso anche nella homepage di metromaschile.
La profanazione delle Feste: sacre e profane
Cresce il numero dei super-ipermercati aperti la domenica, su licenza delle Giunte di Destra, di Centro e di Sinistra.
Affinché le masse si riversino ogni santo giorno nella bolgia del consumo, affinché crescano in obesità i corpi e le discariche ed ogni giorno sia …speso bene. Finché non vi saranno più giorni sacri, solo profani. Quelle masse che andavano a Messa, ora disertano le chiese e si radunano nei Templi dell’ultima religione, a celebrarne i riti. Immondi, giacché immondizia è quella che producono. E percolato, non altro.
Ma la Materia non è sazia e oggi aggredisce le feste laiche, sotto il mantello del “rispetto per il turista” e della “libertà di impresa”. Osate obiettare? Botteghe e negozi, super e iper e transmercati e outlet e store e mall a porte oscenamente spalancate.
Certo, la Domenica, il XXV Aprile, il I° Maggio erano feste di credenti: in Dio o nell’Umanità. Riunioni attorno al Sacro e al Simbolico, manifestazioni diverse di Fede e di Speranza, vissute nella preghiera e nella memoria, nella meditazione e nella riflessione, nel silenzio e nel canto, rivolte a ciò che è immateriale, che non si può comprare, non inquina, non imbratta. Rivolte al futuro, Celeste o terrestre. Si onorava Dio, ora l’iPad, si celebrava il Lavoro, ora il Consumo.
Liquidazioni permanenti di fine stagione per la liquidazione dell’Immateriale, la rottamazione dello Spirito nei lupanari del Consumo.
La liquidazione del Sacro e del Simbolico procede senza sosta e senza sosta avanza nei cuori, nei ritmi, nei tempi, nei luoghi il dio Immondo che tutto lorda.
Si tratti di Feste sacre o profane, la medesima profanazione le aggredisce e le consuma. Dove aleggiava lo Spirito ora olezza la Materia e i suoi bordelli non chiudono mai.
Consummatum est!
Rino Della Vecchia