Il libro nero del femminismo: colpire i bambini per punire i padri
Posted on 12 dicembre 2010 by Iulius
Neil Lyndon è un saggista e scrittore inglese proveniente dalle file della sinistra femminista. Al matrimonio, la moglie indossò il distintivo della Liberazione della Donna. Anche lui fu fervente femminista fin quando credette che tale ideologia sostenesse la giustizia, l’eguaglianza ed il progresso.
Con gli anni si rese conto della realtà, ed iniziò a dubitare dei dogmi femministi su violenza domestica, stupri ed abusi sui bambini. Come storico si rese conto della falsità della storia femminista, secondo cui gli uomini negavano il diritto di voto alle donne: nel suo paese, l’Inghilterra, si ebbe questa ingiustizia solo per 11 anni; e furono uomini come John Stuart Mill, John Bright and Richard Cobden a combattere per il voto alle donne; e la regina Vittoria ad opporsi al voto femminile.
Era un famoso giornalista quando nel 1990 scrisse tutto ciò un articolo sul Sunday Times smontando le falsità femministe e mostrando che sia uomini che donne possono essere violenti, che le istituzioni già allora discriminavano contro gli uomini e non contro le donne; specialmente nelle separazioni. Approfondì questi argomenti nel libro “No More Sex War: The Failures of Feminism” (“basta guerra di genere: i fallimenti del femminismo”), mostrando che la “liberazione della donna” era stata una conseguenza pacifica del progresso tecnologico (contraccetivi, etc) e non il frutto di battaglie femministe contro l’“oppressione patriarcale”.
Invece di contro-argomentare le femministe gli scatenarono contro una campagna di bassi attacchi personali: fu colpito non solo sul lavoro ma anche in ambito familiare. La moglie usò i suoi scritti per appropriarsi del figlio facendosi dare la custodia e portandolo lontano, così impedendogli di vederlo per anni. Le femministe cercarono di far credere che il suo libro fosse motivato da vicende personali; così invertendo causa ed effetto rispetto a quanto emerge dalla sequenza temporale. A quei tempi non c’era internet ed i mass-media poterono zittirlo. I più feroci furono quelli di sinistra, della sinistra cui apparteneva, e che non poteva permettere che si venisse a sapere la verità sul femminismo.
10 anni dopo, in accordo con il figlio diventato maggiorenne, Neil svelò le vere ragioni del divorzio: la moglie era un’alcolista. Il bambino era stato affidato ad una che non riusciva ad accompagnarlo a scuola. Per fortuna, qualche anno dopo il ragazzo ormai adolescente capì che rischiava di finire male, riuscì a trovare suo papà e decise di trasferirsi da lui, salvandosi dai fumi dell’alcol e del femminismo.
Fonte:
http://www.ukmm.org.uk/issues/suppression/nl.htmhttp://www.ilfemminismo.it/the_archives/il-libro-nero-del-femminismo-colpire-i-bambini-per-punire-i-padri/