Autore Topic: lo schiavo  (Letto 2224 volte)

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Offline ilmarmocchio

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lo schiavo
« il: Novembre 29, 2012, 14:06:30 pm »
http://homodus.wordpress.com/2012/11/28/benvenuto-schiavo/comment-page-1/#comment-34


Benvenuto Schiavo!
Posted on 28 novembre 2012

L’uomo, da quando lancia il primo vagito in sala parto ha mediamente una quota di debito pari a oltre 30.000 euro, che potrebbe estinguere forse in futuro, da quando lancia il primo vagito in sala parto, ha subito un debito di colpa di appartenenza di genere maschile, non estinguibile, per fatti commessi, dicono, anni ed anni prima che lui nascesse da altri uomini e da alcuni uomini adulti che condividono il suo tempo.

Riassumendo, l’uomo, appena nato, nella società odierna, acquista i seguenti malus:

    è un potenziale stupratore
    è un violento
    è debitore di circa €30.000 verso lo Stato
    è debitore insolvente verso il femminile

Portato a casa, viene accudito nei primi anni di vita con biberon ed oggetti di plastica letali, contenenti bisfenolo A, che proseguira ad assumere per tutta la vita, visto che tale agente chimico si trova praticamente ovunque, in molti contenitori, imballaggi, stoviglie,lattine, in alcuni polimeri usati in odontoiatria (sigillanti dentali, otturazioni, eccetera), flebo.. la lista è lunga.

Dosi minime di questa sostanza possono inibire del tutto l’azione degli estrogeni sulla crescita neuronale. Il BPA è stato messo in relazione con patologie quali il cancro, la pubertà precoce, l’infertilità e l’obesità; si stima che infinitesime assunzioni di bisfenolo A possano avere effetti inibitori sullo sviluppo neuronale sin da pochi minuti di distanza dall’assunzione: il problema è che tale sostanza è presente in alcuni biberon per bambini.   Sospettato di essere dannoso per l’uomo sin dagli anni trenta, i dubbi sull’uso del BPA hanno avuto risalto sui media nel 2008, in particolare il BPA sembra essere imputato in numerose malattie dello sviluppo sessuale maschile nel feto, e nel calo di fertilità nell’uomo adulto.

..e nel caso questo bimbo, nella culla, dovesse prendersi un bacetto col rossetto dalla mamma o da qualche altra donna, entrerà in contatto con delle cosuccie da niente:

il benzophenone-3, homosalate 4-metile-benzylidene, octyl-methoxycinnamate ed octyl-dimetile-PABA

..che possono essere presenti nei protettori solari, ROSSETTI e COSMETICA FACCIALE, ricordatevelo quando volete baciare una donna con il rossetto oppure se siete i famosi urban style che usate cremine ed affini..

FONTI: Wikipedia; Plastiche killer ; Il fatto alimentare

Se questo neo schiavo sarà fortunato, potrà crescere con papà e mamma, tuttavia, come ci dice l’Istat, i divorzi sono in continuo aumento, pertanto se ne evince che, con buona probabilità, sarà vittima di discussioni familiari sempre più frequenti, che sfociano nelle separazioni/divorzi, il papà lo vedrà quindi per poco tempo, e quando potrà, lo vedrà con crismi nazifemministi imposti dalle leggi nazifemministe, sicuramente gli verranno raccontate tante balle per rendere il padre non solo bancomat, ma anche come un bruto, un egoista, oppure come accade, il padre andrà via, lasciandolo in balia di una madre che decise con canoni errati il proprio coniuge, oppure perchè la madre ha deciso di chiedere un divorzio perchè non ama più il suo papà, oppure sarà figlio illegittimo per poi scoprire che il suo papà in realtà non lo è affatto.. comunque vada, la madre verrà aiutata dalle istituzioni, terrà la casa dove lui ha i suoi bei giochi di plastica killer, anche se rimarrà senza un padre ed una figura di riferimento maschile per quasi tutti gli anni della sua esistenza.

Che abbia o meno quindi un padre, non e certo, a seconda di dove nasce, in quale nazione, con quale religione, lingua etc etc, il bambino viene cresciuto per divenire lo schiavo per antonomasia, suddito del sistema, a meno che non abbia la fortuna di nascere in qualche nazione dove l’Islam è presente, egli sarà tenuto a vivere una vita da schiavo e da suddito per il capitalismo e per la vagina.

..e cosi via fino ai primi giorni dell’asilo nido, dove non solo dovrà socializzare con i suoi simili, ma anche con le bambine, che scoprirà essere trattate molto meglio di lui, nonostante ciò, nascerà in lui la prima innocente curiosità ed attrattiva per il femminile, gioia e curiosità impacciata che lo renderanno schiavo in seguito.

Questi primi giorni lo vedono carico di libri stipati in uno zaino, ovviamente di marca, visto che è vittima della moda a sua insaputa, ed è qui, infatti che egli assimila il primo vero imprinting del capitalismo, la griffe come valore lo accompagnerà per tutta la sua esistenza, diventandone consumatore e quindi schiavo per tutta la sua esistenza, non credo infatti che una pecora che produce lana, sia peggiore di quella lana con destino da griffata.

All’asilo nido, gli vengono impartiti le prime basi per divenire lo schiavo sociale che sarà in futuro, a tal proposito è bene ricordare come tali asili siano dominio incontrastato delle donne, dovrà sottostare quindi ai dictat d’insegnamento femministi, e purtroppo talvolta subire le angherie in quanto bambino da parte di alcune cattive maestre che lo picchieranno tanto, e solo perchè portatrice di pene e di testosterone, l’eccesso di “argento vivo addosso” verrà in alcuni casi lenito con del Ritalin, la mascolinità deve essere controllata, ci mancherebbe!

Con la prima elementare, se non prima, comincierà l’alienazione da videogames, modo utile per ovviare alla solitudine data dalla mancanza dei genitori, come metodo validante e per socializzare, estinta ormai l’idea di trovarsi in piazza con la bici, su internet troverà di tutto, persino pedofili che tenteranno di addescarlo, oltre che nella realtà quotidiana, dovrà cominciare a farsi spazio tra i sopprusi degli amici e consolidare il proprio posto sociale, allontanandosi sempre più dalla propria identità di persona e non soggetto schiavo del capitalismo e della vagina, gli sms dal proprio smartphone contribuiranno a fargli perdere parte delle nozioni sulla lingua italiana, un nuovo linguaggio urbano lo vedrà attore di questa stupenda realtà, gli verranno imposti sports, orari ed aspettative disattese dal/dai genitori/e, e dovrà conformarsi all’etica sociale.

Con lo scorrere della propria esistenza, comincia ad apprendere i propri ideali ed a forgiare il proprio ego dai media, la televisione come tutore, dovrà scegliere una squadra di calcio, copiarne le metodiche dei vari calciatori, oltre che fare il “valentino rossi dei poveri” con il motorino smarmittato per imitare i propri beniamini ed impressionare le ragazze, spesso, per non aver forgiato un proprio carattere, comincierà a fumare, tabacco e non, sempre per trovare una validità al proprio acerbo “io”, subendo spesso le ilarità e gli sberleffi femminili, i quali gli impongono come vivere, divertirsi, vestire e come in sostanza essere figo! se sarà troppo buono, se troppo grasso, brufoloso, vestito male, scooter non alla moda e quant’altro mi sia dimenticato di citare, verrà preso in giro proprio dalle ragazze che lui spera di impressionare, che pertanto ne impongono le modalità e gli schemi da seguire, a seconda se esse preferiscono un ragazzo tosto oppure no, coi capelli lunghi oppure no etc etc, non ha importanza quello che lui sia, il suo “io”, è importante essere parte dell’insieme, adeguarsi è il verbo sociale indiscusso, agire diversamente significa una certa emarginazione, con tutte le conseguenze immaginabili.

Crescendo, il tutto comincia ad assumere connotati pesanti, ma ormai il novello schiavo maschio si è fatta una ragione, in caso contrario sarebbe un rejetto, cerca quindi di trovare la propria identità continuando a perpetrare quello che ha sempre dovuto subire, ecco quindi che cerca di comperare l’auto più bella possibile, di moda, a tagliarsi i capelli a cresta che fa molto COoOl, vestirsi in maniera incredibile ma tanto di moda, vivendo lo stile dei rappers come stile di vita, comincia ad andare in discoteca, dove apprende i dictat devianti trasmessi da una musica sterile fatta di rumore e di ritmo alienante, ma dove è sicuro che troverà “la figa” si perchè ormai essa è diventata il vero strumento di misura per validare o meno la sua effimera esistenza di schiavo, da qui i neologismi “sfiga” “sfigato” et similia.

I vari erasmus, internet ed i media tuttavia, possono anche risvegliare in lui l’ego schiavizzato al capitalismo, tuttavia non perde le catene che lo legano alla vagina, e non comprende ancora che è proprio quella vagina, la ragazza, che lo renderà schiavo, nonostante le lotte in piazza e le schermaglie con la polizia, qualcuno riesce a capire che il capitalismo ha minato e mina la sua esistenza da precario, ma non ha ancora focalizzato che egli è uno schiavo in quanto uomo e la donna è colei che invece di spezzarne le catene, lo imprigiona sempre più nelle imposizioni capitalistiche sociali.

Dopo le prime batoste amorose, che lo vedranno attore come zerbino o come alpha, affronterà il mondo del lavoro, dove le uniche soluzioni alienanti sono talmente effimere da ritenersi fortunato per un posto da precario, nonostante i successi negli studi, capirà finalmente che, in quanto schiavo, dovrà subire i dictat del nazifemminismo, dovrà quindi adeguarsi ai voleri femminili, in classe, nei raduni, egli sarà “uomo” a seconda delle aspettative femminili, se gradirà avere un minimo di rapporto con queste, dovrà conformarsi ai loro voleri, avere sufficiente capacità finanziaria per poterne usufruire delle loro grazie, data la scarsità di risorse, comincia a fare gruppo con amici per promuovere gli stessi fini: Lo sport, lo sballo, e la figa!

E’ interessante notare come la maggior parte dei ragazzi abbiano molto in comune, passione calcistica, figa, videogames, disco.. in buona sostanza l’”io” sparisce per far posto ai dictat capitalistici che la vagina controlla alla bisogna, disertare puo’ essere auspicabile, a patto di averne i requisiti, bellezza, soldi, estro.. caso contrario si diviene sfigati, elemosinando ogni giorno la benevolenza della vulva per cercare la realizzazione di sè, purtroppo questo porta anche a spiacevoli epiloghi, dalle morti del sabato sera, agli stupri di gruppo, vere piaghe sociali che hanno i suoi perchè, ma si preferisce puntare il dito sul genere maschile, piuttosto che sanare una società malata nelle fondamenta.

Intorno ai 30 anni, tuttavia, molti non avendo avuto un termine maschile e per la scarsità di lavoro, si ritrovano ancora coi genitori o, come spesso accade, con la sola madre, il termine mammone infatti non è un caso, coniato proprio per sberleffio, racchiude in sé una tremenda realta, la mancanza del padre, ricordatelo quando lo diranno, molte donne non sono in grado di essere cosi profonde dal capirne il significato, oltre che, di fatto, sminuire la madre in quanto non capace di “svezzare” il proprio figlio alla vita adulta, quando poi queste si rallegrano di essere mamme single!

Tuttavia, il nuovo schiavo potrebbe aver possibilità di vita propria, ma si trova a combattere con la penuria di pecunia, grave fardello sociale, si perchè vedete, le donne sono tutte “diversamente puttane” pertanto se non siete in grado di mantenerle, sarete condannati all’autoerotismo o a qualche escorts.

 Homo sine pecunia, imago castitatis

cosa che non accade, ovviamente, per la donna, voi siete lo schiavo, ricordatelo, non lei, quindi nel caso sia interessato, dovrà subire lo scherno dei rifiuti, pagare dal primo drinks alla prima copula, le forche caudine di un improbabile umiliante ed antico corteggiamento, richiesto anche dalle cinquantenni! e nel caso di prospettiva di vita insieme, dovrà sobbarcarsi un mutuo, se troverà una compagna che non lavora, diversamente le cose migliorano un pò, ma è lei che terrà le redini del rapporto, lui dovrà sottostare ai suoi dictat,nel bene e nel male, pena:astinenza sessuale/separazione/divorzio/alimenti/perdita casa.

E’ importante inoltre capire che egli dovrà fare sue le responsabilità della propria donna, visto che tutto sarà sempre colpa sua, in quanto uomo e schiavo in una società femminista, inoltre spesso le donne portano nel rapporto solo una vagina seminuova, tutto il resto spetta all’uomo, cose già espresse in altri articoli, senza contare che dovrà essere in grado di ottemperare a tutti i requisiti interminabili che ogni nazifemminista italica pone in essere per avere un briciolo di sessualità e di affetto.

Facciamo per un momento attenzione a cosa spinge un uomo ad unirsi con una donna:

Amore

L’amore è maschile, non femminile, fiumi di odi, poesie, arti, geste storiche, musiche e quant’altro mi sia dimenticato di citare ce lo ricordano, non esiste lo speculare, se non in rari casi, l’uomo va verso la donna per quello che è, la donna va verso l’uomo per i suoi fini.

Non a caso sono state e sempre saranno loro a scegliere il proprio partner, non a caso cadono spesso vittima di uomini che le trattano male, non a caso scelgono uomini che spesso denigrano, non a caso sono loro a chiedere il divorzio, ma allora che cosa è l’amore nella donna?

L’amore che la donna dice di provare, a mio modesto parere, è semplicemente infatuazione data da molti ingredienti, spesso sbagliati, che trovano le fondamenta nei dettami del capitalismo che insegna loro, tramite i media, quali tipi di uomini scegliere e come comportarsi di conseguenza, pertanto solo quelli che hanno determinati requisiti di schiavitù amorosa (dedizione, sottomissione) oltre che una certa fisicità da loro auspicata, risultano essere degni di intucciare il biscotto, anche se spesso tali requisiti, nell’uomo scelto, non siano esattamente dettati dal buonsenso e dalla ragione, consce tuttavia di averla vinta! comunque vada.. sarà sempre colpa dell’uomo.

L’amore, posso azzardare, è quel processo chimico naturale che spinge l’uomo verso la donna, senza il quale capirebbe subito cosa sia la donna:

Una parassita sociale che da sempre usa gli uomini per i propri fini, fini oggi tutelati dallo stato che si impone come figura di tutela al posto del marito/padre con leggi nazifemministe.

Tornando in tema, finalmente, dopo alcuni anni, comincierà a capire le colpe di essere nato con un pene, le limitazioni a cui dovrà sottostare, le imposizioni sociali, le regole nazifemministe da seguire per avere una propria identità familiare, della remota forma di “iO” maschile rimane ben poco, dopo anni di Capitalismo e servitù della vagina, egli è finalmente giunto allo stadio finale: un perfetto schiavo sociale! senza diritti e tanti doveri compreso il dover essere “altro“, e questo “altro” è quanto stabilito dal capitalismo e imposto dal nazifemminismo, e da esso criticato alla bisogna, ricordiamolo, come vestire, quanto avercelo lungo, quanti soldi avere, che casa avere, che hobbies avere, come spendere il proprio tempo, l’obbligo di avere una donna da servire e riverire, sposarsi e fare famiglia nonostante le palesi discriminazioni legali, come essere “uomo”.. tutto gli viene imposto e tutto viene accuratamente controllato, cosi come i consumi hanno sempre una figura femminile provocante, egli sarà protagonista di sberleffio nei media, la sua condizione di schiavo senza diritti sempre ricordata, la sua abnegazione alla vulva sempre richiesta, ma mai soddisfatta, vulva che, ricordiamolo, muove fiumi di danaro nel quale sguazza il Capitalismo.

Se ha la fortuna di avere una famiglia, dovrà sottostare alle nuove liberate, ad una di quelle per le quali si masturbava di piacere, che è sempre stata il suo fine, il motivo economico imposto dalla vulva in tutti gli anni con i modi di vestire, le auto da scegliere, come tagliarsi i capelli, come comportarsi avranno infine l’epilogo finale: La prigionia matrimoniale, che lo vedrà servo e suddito del la vagina e dello stato, dove l’unica gioia e motivazione sarà riposta nei figli, oltre alla speranza di farsi una scopatina di tanto in tanto, ovviamente quando la mogliè vorrà ed alle sue condizioni.

Inoltre dovrà avere molta pazienza, in quanto schiavo non potrà godere di diritto al lavoro, diritto all’assistenza sanitaria, diritto alla propria maschilità, diritto al lavoro, parità legale, matrimoniale, in sede di separazione e di divorzio, non avrà inoltre nessun diritto alla paternità e se cornificato, dovrà mantenere il figlio non suo, oltre che cedere parte del proprio stipendio, casa e mantenimento all’adultera, con buona pace delle leggi nazifemministe.

Continuerà quindi a foraggiare il capitalismo, grazie alle infinite esigenze, nuove e vecchie, che comporta avere una nazifemminista accanto, vani saranno i tentativi di dare un minimo controllo, anche perchè, oramai, l’uomo ha somatizzato il suo essere schiavo, non mette più in discussione di essere semplicemente tale, tranne in rari casi di divorzio o di rivelazione da pillola rossa.

Terminerà infine la sua esistenza in una solitudine da schiavo, vista la prospettiva dei divorzi, voterà per gli stessi partiti ad oltranza, e si vanterà delle piccole conquiste che ha avuto nella sua effimera esistenza, quando invece dovrà fare i conti con le malattie da alchool, fumo, e quant’altro abbia compiuto per darsi una valenza dinanzi alla figa, ed affrontare le bugie dette a se stesso, e col rimorso che solo l’esperienza può dare ai vinti, che gli rivelerà, infine, che razza di schiavo fù in questa società ipocrita, nazifemminista e capitalistica.

Offline vnd

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Offline GIUSTIZIALISTA

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Re:lo schiavo
« Risposta #2 il: Novembre 29, 2012, 21:58:09 pm »
Io grazie al cielo (ma soprattutto al mio pensiero controcorrente) l'ho scampata. Altrettanto non posso dire di molti troppi miei amici.
Sic transit gloria mundi.

Offline TheDarkSider

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Re:lo schiavo
« Risposta #3 il: Novembre 30, 2012, 17:53:06 pm »
esagerato, ma ha ragione quando parla di un uomo che ha ormai interiorizzato il suo essere schiavo della vagina

in effetti la cosa più scorcentate di questa epoca ingrata è la remissività e la sottomissione della gran parte degli uomini occidentali nei confronti delle donne: in quest'epoca anche le richieste più sciocche e oltraggiose da parte delle femmine non incontrano alcuna resistenza da parte degli uomini :(
"Le donne occidentali sono più buone e tolleranti con gli immigrati islamici che le stuprano che con i loro mariti."
Una donna marocchina

Offline vnd

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Re:lo schiavo
« Risposta #4 il: Novembre 30, 2012, 19:42:41 pm »
esagerato, ma ha ragione quando parla di un uomo che ha ormai interiorizzato il suo essere schiavo della vagina


Una scappatoia, considerato che la vagina ce l'hanno tutte, italiane e no, esiste eccome!

Che le fanatiche inventrici della vagina si tengano pure la loro preziosa lacuna. Ci sono migliaia di altre donne disposte a darcela senza problemi.
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Alberto86

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Re:lo schiavo
« Risposta #5 il: Dicembre 01, 2012, 02:03:52 am »
Questo scritto è a dir poco fantastico!
Mi ha emozionato leggerlo! Pieno di rabbia e tante crude verità! Mi ci ritrovo molto in questa visione della società!
I miei complimenti all'autore!  :ok:


Detto questo, quello che dice sul bisfenolo A è assolutamente vero; questo fenolo è distruttivo per il sistema endocrino maschile ed insieme al vario inquinamento simil-estrogenico potrebbe anche essere la concausa, se non la causa, della generale perdita di personalità dominante maschile a partire dallo scorso secolo, con la conseguente avanzata sempre più pressante del potere femminile sul maschio. Su ciò lessi vari studi in passato.

Unica precisazione da fare: fortunatamente (se cosi si può dire) a partire dall'anno scorso l'UE ha bandito l'uso del bisfenolo A nella produzione dei biberon in plastica.   
« Ultima modifica: Dicembre 01, 2012, 02:14:54 am da Alberto86 »