In rilievo > Una risata vi sommergerà
Si, sono una puttana !
jorek:
Si, sono una puttana!
Segnalato in mailing list da Rho, tradotto da Feminoska (un gran bel dibattito in mailing list sintetizzato QUI), questo scritto di una donna che si firma “Clementine Cannibal” [Qui i suoi video]. Fa parte della schiera di interventi che sostengono lo Slut Walking, quello che ha invaso le piazze canadesi ed europee dopo le affermazioni di un poliziotto che ha addebitato lo stupro di una donna al suo modo di vestire. Il brano è scritto con forme idiomatiche e con un linguaggio che potrebbe non piacervi e che esplicitamente fa riferimento al sesso. La traduzione ha cercato di rendere l’impatto, forte, duro, violento, che colpisce allo stomaco, esplicito, che il brano ha in lingua inglese. Se minori o se non amanti della post/pornografia passate al post successivo. Se scegliete di continuare a leggere state implicitamente dichiarando di avere più di 18 anni e di voler prendere visione di questi contenuti (scusate questa mole di avvisi ma in Italia vanno di moda le inquadrature inguinali e chi le fa o le divulga solitamente poi si dichiara offeso dall’assenza di ipocrisia). Buona lettura!
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sì, sono una puttana.
perché ho tette grandi che strabordano da ogni camicia. perché mi piace mostrarle. perché mi facevo pagare 200 dollari all’ora e qualche volta io venivo e il mio cliente invece no perché mi piaceva troppo scopare. perché ho fatto sesso di gruppo. perché mi è piaciuto. perché a 13 anni un ragazzo mi ha tirato giù la maglietta e il reggiseno davanti a tutta la classe e al mio maestro e tutti mi hanno visto i capezzoli. perché gli è stato dato uno schiaffo sulla mano e a me è stato detto dal preside che in parte era colpa mia per via della maglietta che indossavo. perché in seguito ho cominciato a mostrare le tette ai ragazzi pensando di valere poco.
Perché quando avevo 19 anni un gruppo di ragazzi mi ha aggredito perché non mi depilavo le ascelle sentendo il bisogno di far saltar fuori le mie tette dalla maglietta. perché a 12 anni mio nonno mi ha costretto a far sesso con lui.
sì sono una puttana.
perché mi piace succhiare il cazzo e mi faccio sborrare in faccia e sulle tette e in bocca. perché mi sbronzavo e mi scopavo tipi a caso tutto il tempo, anche in settimana. perché sono bisessuale e tutti pensano che le bisessuali siano un po’ puttane anche quando hanno un* compagn* fiss*. perché sono una femme queer e tutti pensano che le ragazze come me lo facciano solo per ‘attirare l’attenzione’ e siano disponibili agli uomini. perché la prima volta che sono stata baciata in un modo che mi piace, la mia ragazza e io siamo state definite ‘disgustose’ e che saremmo finite a bruciare all’inferno.
sì, sono una puttana.
perché ho scopato il mio ragazzo nel culo con un dildo. perché lavoravo in un sexy shop. perché amo la notte. perché indosso minigonne. perché fumo erba. perché flirto. perché a volte sono andata nei locali da sola. perché ho pisciato nei vicoli. perché a volte mi piace il sesso. perché a volte non mi piace. perché mi hanno stuprato. perché sono femminista. perché sono una sopravvissuta. perché sono una ninfomane ingorda di sborra. perché posseggo giocattoli erotici. molti giocattoli. perché l’unica persona che mi fa venire sono io stessa e a me piace. perché mi sfrego la clitoride mentre mi scopano. perché ho lavorato via webcam. perché ho posato nuda per fotografie. perché mi piace masturbarmi. perché ho sempre amato masturbarmi. perché mi masturbavo guardando foto di dome nude quando avevo dieci anni e pensavo che ci fosse qualcosa di tremendamente sbagliato in me. perché non c’è niente di sbagliato in me.
sì sono una puttana.
perché il mio ragazzo mi ha chiamato così. perché mi è montato addosso e me lo ha urlato in faccia. perché mi ha chiamato così il giorno del mio compleanno. perché diversi uomini mi hanno urlato puttana in faccia più volte di quante potessi contare nemmeno sedendomi per buttarne giù una lista. perché mi hanno chiamato brutta troia, dolcezza, tesoro, e altri nomignoli degradanti più di quanto potessi tenere il conto. perché mi hanno chiamato lesbica e mi hanno detto di depilarmi le ascelle e la fica e di perdere peso e di stare zitta e dire sempre sì al mio papa pedofilo. perché sono stufa di quello che mi viene detto e adesso sono io a parlare. sì sono una puttana. perché la mia fica è bella e insaziabile. perché amo il mio corpo. perché i vestiti che più mi piace indossare sembrano rendermi un bersaglio per stupri. perché quando mi hanno stuprata ero nel letto a casa mia. perché il mio corpo mi appartiene nonostante tutte le volte che lo hanno violato e il fatto che non fosse mai colpa mia.
sì sono una puttana.
perchè sì, so fottutamente bene cosa significa questa parola e sì sono femminista e sì sono intelligente e sì decido di dire sì sono una puttana. perché il poliziotto che ha detto che le donne dovrebbero smetterla di vestirsi da puttane per non essere più vittime di violenze parlava di me e di te e di tutte noi. e perché se diciamo che qualcuna di noi se l’è cercata diciamo che è giusto che ci stuprino tutte. perché la carta della puttana può essere tirata fuori in qualsiasi momento e perciò non saprai mai quando verrà usata contro di te. perché può sempre essere usata contro di te, anche se hai cercato con tutta te stessa di fare le ‘scelte giuste’. perché noi tutte siamo puttane perché nella cultura dello stupro tutte le donne sono considerate intrinsecamente stuprabili. perché nessuna sarà libera da questa parola finché quelle che vorranno non saranno libere di usare questa parola. perché questa parola non perderà mai il potere di ferire finché permetteremo ad altri di controllarla. perché rispetto il diritto di una donna di autodeterminarsi e mi aspetto lo stesso rispetto in cambio. perché sto accogliendo il suggerimento delle mie sorelle queer che hanno lottato per riappropriarsi di parole come queer e lesbica, parole che significano così tanto nella nostra storia, lotta e resistenza.
sì sono una puttana.
sì è un’identità complicata piena di debolezza e forza, lotta e resistenza. sì mi è stata cucita addosso e usata contro di me e sì, io e altre come me abbiamo trovato nuovi potenti modi di relazionarci a questa parola.
sì siamo puttane.
perciò ascoltateci. ascoltate ciò che abbiamo da dire. Non diteci in maniera accondiscendente se siamo o meno puttane o se possiamo trovare forza o meno in questa scelta. Sì possìamo, sì lo facciamo, sì lo siamo.
jorek:
http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2011/05/25/si-sono-una- puttana/#more-10994 (e da dove secondo voi?)
Massimo:
E se noi maschi dicessimo: Sì sono un fallito!
perchè non me ne va bene una, perchè mi hanno licenziato, perchè un posto di lavoro non lo
conservo a lungo per via anche della crisi e della recessione, perchè ho abbandonato gli studi,
perchè mi hanno bocciato più volte, perchè a 30 anni non ho ancora la patente, perchè vivo
ancora a casa dei miei, perchè sono stato lasciato tante di quelle volte che ho perso il conto,
perchè tiro a campare, perchè non ho mai pagato i contributo della pensione e quindi mai l'avrò
perchè non ho amici, perchè i miei familiari mi evitano, per tutte queste cose messe insieme.
Sì, sono un fallito!
Scommettiamo che una persona del genere fa più schifo della puttana descritta sopra?
Eh già, noi maschi non ce lo sogniamo neppure di rivendicare il "diritto" di essere dei falliti.
Queste qua rivendicano il diritto di essere puttane e di farlo. Strategia sottile, a ben guardare:
se una donna è rispettata anche da puttana, sarà rispettata qualunque cosa faccia. E questo
è il LORO OBIETTIVO, la "meta" alla quale aspirano e desiderano arrivare. Complimentoni!!!
jorek:
piu che altro se dicessimo
"scusa ma mi spieghi la differenza che c'è tra te e una velina allora? Vi auto mercificate alla stessa maniera dopotutto, non siete cosi diverse..."
Rita:
--- Citazione ---perché mi facevo pagare 200 dollari all’ora e qualche volta io venivo e il mio cliente invece no perché mi piaceva troppo scopare.
--- Termina citazione ---
qui avrebbe dovuto dire ... sì sono una puttana disonesta
:lol: e passi che veniva lei.. ci sono molte persone che amano fare il proprio lavoro, ma se non veniva lui, con un minimo di onestà avrebbe dovuto rimborsarlo.
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