Il caso Scazzi è oltremodo interessante per ricavare un'immagine d'insieme del momento socio-culturale italiano, almeno quanto quello Rea-Parolisi lo è per un vivido scorcio della realtà delle donne soldato. (Prometto qui che scriverò a breve un articoletto di riassunto)
Sarah è morta. Dopo qualche tempo di vane ricerche, Sarah viene trovata morta, in via di decomposizione. Riposa in pace, povera piccina.
In una rivoltante, schifosa, crudele, lunghissima diretta TV, la madre viene avvisata telefonicamente dai carabinieri che il corpo della figlia galleggia nell'acqua stantia di un pozzo nel mezzo della campagna avetranese, cinque metri sotto terra.
Zio Michele, reo confesso, fu incarcerato: confessò crimini innominabili. Partì il tam tam mediatico, sembrava il caso perfetto della violenza maschile, riuniva in sé tutto il putridume degli uomini. Una società primitiva, retrograda: zio Michele era il prototipo del patriarca, ignorante, un ruvido zappaterra; trattava moglie e figlia come cagne; aveva ucciso per soddisfare il suo bisogno sessuale - il pedofilo, il porco - in un'orgia di violenza e sesso della carne dell'innocente nipotina: aveva stuprato un corpo morto, atto finale di disumanizzazione della donna, vista solo come un oggetto sessuale, vivo o deceduto fa poca differenza.
La cuccagna per le neofemministe. Peccato che, invece di politicizzare questo delitto, i grandi media hanno preferito scavare nei pettegolezzi, nel gossip, nell'Whodunit, lasciando a bocca asciutta chi sperava in una crociata femminista nel 2010, così come quelli che speravano in una crociata anti-americana in occasione del delitto Meredith. Molti mormoravano, sospettosi, "La cugina a me non mi convince...", mia nonna di 82 anni disse, lapidaria: "Sabrina mi sembra una zoccola".
Sulla rete, però, trovate comunque delle perle. Questo blog ("Femminismo a sud") è, in assoluto, il migliore.
http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2010/10/17/sarah-scazzi-e-i-clan-familiari-a-protezione-dei-pedofili/http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2010/10/07/non-permettiamo-che-possa-esserci-unaltra-sarah-scazzi/Incesto, pedofilia, una stoccata
en passant alla sindrome di alienazione genitoriale (cazzo c'entra?), padre padrone, un'apoteosi di misandria, chi più ne ha più ne metta.
L'autrice riceve manforte da una commentatrice, che esalta la "determinazione" di Concetta Serrano, mamma di Sarah. A dire, le donne sono brave sempre. E sono sempre vittime, mai carnefici. Ma ci torneremo.
Massimo rispetto per il lutto della signora, ma è proficuo ricordare che questa mamma, fervente Testimone di Geova, impediva alla figlia di celebrare i propri compleanni, il Natale e le altre festività religiose, niente feste, le negava l'uso del computer, la costringeva ad una vita sociale ristrettissima, e per questo Sarah scappava dagli zii. La mamma è sempre la mamma.*
Improvvisamente, però, le cose cambiano.
Ricordo ancora la serata. Era un venerdì sera, c'era Quarto Grado in TV, e io ero sul divano con mia madre. Ricordo la diretta, l'affannoso annaspare di giornalisti e cronisti, la grande notizia che tutti mormoravano sottovoce: Sabrina in carcere. La posizione di zio Michele si alleggerisce: quasi certamente non unico assassino, sicuramente non pedofilo. Ecco che sparisce Yara, e le attenzioni mediatiche sfumano verso Nord. Qualche mese dopo, però, nuovo colpo di scena: anche Cosima Serrano Spagnolo finisce in gattabuia.
Ennesimo
coup de théâtre: zio Michele libero, prosciolto da quasi tutte le accuse tranne soppressione di cadavere, per la quale ha già abbondantemente scontato la pena.
Emerge, nelle parole della Procura di Taranto, il ritratto di una realtà matriarcale, inaudita. Cito le parole di un articolo:
Secondo la procura di Taranto, Sarah era diventata una pericolosa rivale per Sabrina, perdutamente innamorata di Ivano Russo, considerato il bello del paese, che lei stessa definisce un dio. Ma la ragazza è cicciottella e sgraziata e l'oggetto della sua ossessione si pente subito di aver ceduto alle sue profferte amorose, più di una volta.
Anche lui, come tutti i protagonisti di questa macabra saga familiare, non è pulito: ai magistrati aveva giurato che lui e Sabrina erano solo amici. Invece no. Avevano fatto sesso più volte, di nascosto. Forse Ivano si vergognava della giovane Misseri?
E' tutto nero su bianco, in 4.500 sms che Ivano e Sabrina si sono scambiati per 9 mesi, lo scorso anno. In quei messaggi, oltre all'ossessivo amore di Sabrina, traspare una situazione familiare pesantissima, in cui Cosima è la grande matriarca che comanda a bacchetta su tutti. Michele è l'anello debole, vessato dalla consorte e difeso dalla figlia, con una tempra simile a quella della madre. Infine Sarah, la bella cugina del nord, che da scricciolo si stava trasformando in donna. Bionda, occhi grandi e magra, quella magrezza così invidiata da Sabrina, tanto da starci male. Poi, la ciliegina sulla torta: la piccola aveva cominciato a interessarsi a Ivano. Scrive sul suo diario che vorrebbe un fidanzato come lui. E Ivano? Anche lui guardava Sarah con occhi diversi?
E' bastato il dubbio a scatenare la furia omicida di Sabrina che avrebbe strangolato la cugina dentro casa sotto gli occhi della madre che non avrebbe alzato un dito per fermare la figlia. Anche Cosima non amava Sarah, nonostante avesse raccontato in televisione, l'altra grande protagonista di questa vicenda, che per lei era come una figlia. Aveva riversato sulla ragazzina l'odio per la sorella Concetta, data in adozione a una coppia di zii benestanti, ha fatto una vita migliore della sua e infine, si è accaparrata anche una parte dell'eredità dei genitori naturali.
Una volta uccisa Sarah, Cosima è colpevole di concorso morale, madre e figlia svegliano Michele e i 3 trasportano il cadavere in garage, lo caricano sulla Seat Marbella dell'agricoltore e costringono l'uomo a nasconderlo in contrada Mosca, dentro a un pozzo. [...] Così, il mostro di Avetrana diventa una delle vittime della megera Cosima.
Il quadro si è ribaltato. Il gran patriarca, il gran padre padrone che picchiava moglie e figlie e stuprava nipoti è diventato un docile, sottomesso
unmenschlich che mangiava avanzi nella ciotola e dormiva fuori, agli ordini della
megera Cosima, la vera matriarca, che lo dominava, lo batteva come un tappeto e Michele non reagiva, anzi, si prostrava ai suoi piedi. Zio Michele era la macchina da reddito della famiglia, lui era le braccia, la moglie la testa che spesso costringeva le braccia a picchiarsi da sole.
L'innocente Sabrina, vittima delle angherie paterne, è diventata la complice della madre nella schiavizzazione del padre.
Queste donne, in combutta fra loro, costrinsero zio Michele a confessare, ad autoaccusarsi dei delitti più orrendi: e zio Michele, fedele come un cane alle donne della famiglia, obbedì anche allora. Ed ecco che emerge un ritratto spaventoso in cui, pur di salvare la moglie e la figlia, le stesse che lo bistrattavano quotidianamente, l'uomo si sacrifica, svergogna il proprio onore - l'onore maschile tanto difeso nella teoria femminista, viene facilmente infangato per salvare le donne -, si condanna alla pubblica gogna. L'onore maschile. Nascondere la pedofilia maschile. Ecco dove sono finite: nel pozzo, assieme al corpo di Sarah. (Non assolvo Michele Misseri: è un uomo gretto e debole, avrebbe dovuto condurre gli investigatori nel nido delle vipere molto prima.)
Sarah non è stata uccisa dalla furia sessuale maschile. Sarah è stata uccisa dalle piccole, miserabili invidie femminili della zia e della cugina. Lei bella e giovane, loro vecchie e brutte, piene di rancore e di gelosia.
Cosima odiava la sorella, Sabrina odiava la cugina, era un odio di donne antiche, sepolto e mascherato, ambiguo, ma pronto ad esplodere in un'orgia di violenza.
Sabrina, il cui appellativo più calzante è senza dubbio quello di mia nonna, lungi dall'essere un'innocua giovinetta, era una strega carica di odio e malvagità, pronta ad uccidere le sue rivali in amore/sesso, invidiosa dell'altrui bellezza.
Se Sarah 1 era stata uccisa dal peggio degli uomini, certamente Sarah 2 è stata uccisa dal peggio delle donne, se la ricostruzione della procura è corretta - e io credo che lo sia.
Matriarcato. Matriarcato. Questo è il matriarcato.
Io mi auguro, in cuor mio, che non ci siano più né patriarchi né matriarchi, né padri padroni né madri matrone. Me lo auguro davvero.
*=Ecco, a margine, cosa scriveva Sarah della sua mamma: "
Mia madre si chiama Concetta, lei ha circa 49 anni. È molto fredda", "Non vado molto d’accordo con i miei genitori, specialmente con mia madre. Ci litigo ogni giorno, anche per stupidaggini.", "Che rapporto hai con tua madre? Conflittuale"; ed ecco invece come descriveva gli uomini della famiglia: "
Mio padre invece si chiama Giacomo. Ha circa 54 anni e vive a Milano ma scende qui ad Avetrana ad ogni festa. Lui è tutto l’opposto di mia madre.", "Poi c’è mio fratello Claudio. [...] Io sono molto attaccata a lui perché mi ascolta sempre e mi dà dei buoni consigli.", "Ciò che mi manca di più è: l’affetto di mio fratello". Insomma, fra la mamma e il papà, Sarah preferiva il secondo. E pare volesse molto bene a quel gran pezzo d'avvoltoio del fratello.