Italia, 17 Maggio 2011 - psicologia, cultura e società
Il ricatto emotivo (e l'abbandono). - E' agli occhi di tutti oggi che tanti genitori non educano i figli. Non li aiutano a maturare, autonomi di pensiero, sani e indipendenti. Al contrario li monopolizzano o (apparentemente) li ignorano lasciando in loro varchi ed ingenuità per poter almeno in parte continuare a muoverli: tanta è la paura di perdere il controllo, di sbagliare, di essere giudicati, di perderli.
Chi educa sa che non è poi così difficile (e che “mestiere impossibile” è una invenzione di comodo) premesso che si sia onesti con se stessi, disposti a rimettersi in gioco. In tale contesto mi preme sottolineare un aspetto molto crudele e disumano che un genitore può compiere pur di non “lasciare” libero il figlio di vivere e pensare nel mondo: parlo dell’abbandono e del ricatto emotivo.
Questo avviene quando il genitore usa la forza viva del legame per fare leva su di te e piegarti al suo desiderio. Magari un tuo gesto, una tua scelta non gli piace. Ma anziché rispettarla o discuterla si mette su un piano di “o me o la tua scelta” e su essa ricade un pesantissimo fardello che sarà quello di perdere la relazione (autostima, fiducia, sicurezze, ..) con la persona a cui si vuole bene. Ricatto più palese (“se fai questo non ti parlo più”) o più subdolo e velato in tristezze, ipercritica, aggressività, silenzi, assenza, tutto ciò che è necessario per far maturare in te il dubbio il senso di colpa che quella tua decisione nuocerebbe ad una persona a te cara.
Presa di coscienza e distacco emotivo da certe persone sono la cura, anche se non è facile, ma in qualche modo dovremo traghettare le nostre aspettative ed i nostri sentimenti verso qualcuno o qualcos’altro, un viaggio, un lavoro, un partner, figli, amici, amor proprio, stando sempre attenti a non ripetere il meccanismo insinuato (spesso ad esempio si ripete sul partner o sui figli) ed a non confonderlo con l’amore.
Non è la solitudine che fa star male (condizione tra l’altro naturale, i bambini ad esempio ci stanno per ore, come tanti adulti) ma è la ferità ed il senso di abbandono ed è li, nel profondo di queste leve, che dobbiamo andare a lavorare per maturare guarire e conoscere l’animo umano.
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