Autore Topic: Neonato scomparso. Il piano dei genitori: "Dai che li freghiamo"  (Letto 703 volte)

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Offline Incursore

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C’è un bimbo di appena sessanta giorni che non si trova più. Una coppia di genitori giovani e incoscienti a cui sono stati già tolti altri due figli nati sani ma ridotti in diversamente abili per le presunte botte.
E ci sono una giustizia e un’assistenza sociale chiaramente impegnati per evitare un altro dramma, ma che lasciano tuttavia aperta una domanda: la morte del piccolo Jason poteva essere evitata?

L’arresto, grazie ai carabinieri di Ascoli e di Folignano, dei genitori presunti assassini Denny Pruscino e Katia Reginella, 30 e 24 anni, è preceduto da parole e gesti che hanno dell’incredibile. I due giovani si comportano e parlano come due killer spietati e crudeli. Con tanto di lettera di Katia per annunciare «un falso suicidio per coprire la fuga», il disinteresse per il piccolino frutto «di una relazione clandestina tra la madre e un diciottenne» e intercettazioni ambientali degni di un film dell’orrore. Tanto da convincere il pubblico ministero Carmine Pirozzoli a disporre il fermo per «morte per maltrattamenti, abbandono di minore e occultamento di cadavere».

La procura è intervenuta dopo la segnalazione dei servizi sociali di Folignano, preoccupati perché non riuscivano a visitare il neonato. I genitori trovavano sempre una scusa diversa. L’ultima era che avevano nascosto il figlio da alcuni parenti, perché timorosi che gli venisse portato via come gli altri due. Per il maggiore di 5 anni e una bimba di 3, il Tribunale di Ancona aveva deciso di mandarli in affidamento e poi in adozione per le gravi minorazioni fisiche seguite a presunti maltrattamenti. In realtà i due fascicoli vennero archiviati dalla procura di Ascoli perché non c’erano prove che fossero stati picchiati. Nel primo caso la mamma disse che il figlio le era caduto mentre gli faceva il bagnetto (oggi è su una sedia a rotelle), nel secondo che la piccina era caduta dal lettino (adesso ha perso la vista).

L’archiviazione in sede penale non ha fermato il Tribunale di minori. Che si è interessato dei genitori anche dopo l’ultima nascita, il 9 maggio scorso. Ma perché il bimbo non è stato subito allontanato dalla famiglia? I magistrati rispondono che occorreva verificare «la capacità genitoriale dei ragazzi». Per questo motivo il consultorio di Ascoli e i servizi sociali predisposti dal sindaco di Folignano Angelo Flaiani hanno monitorato la coppia. Invano, perché - a parte un primo incontro - il neonato è sparito dalla circolazione dal 15 giugno, giorno in cui venne visitato all’ospedale di Sant’Omero, nel Teramano.

La lettura del decreto di fermo mette i brividi. L’orecchio investigativo in auto registra. Denny rivolto alla moglie: «Tu devi fare la lettera... dovrai mettere che è vero che il figlio non è mio... poi devi sparire dall’Italia». Katia: «Se non trovano me, se la prendono con te. Non ti preoccupare, posso anche finire in galera». Denny: «No, nella lettera d’addio devi essere convincente, io continuo a lavorare e poi ti raggiungo... li freghiamo...».

L’interrogatorio è ancora più agghiacciante. La giovane mamma cerca di accollarsi tutta la responsabilità. «Denny ha saputo della morte di Jason solo qui in caserma, gli avevo detto che l’avevo portato da un’amica. Il giorno dopo però gli dissi che l’avevo fatto portare in Svizzera. In realtà Jason, una sera, sono inciampata e mi è caduto dalle braccia. Aveva due bernoccoli era morto e sono andato a gettarlo a Castel Trosino nel bosco». Ma quel luogo è lontano e Katia non guida l’auto. Sarà Denny ad ammettere: «Dopo che è morto lo abbiamo messo in un sacchetto arancione... siamo andati in auto a Castel Trosino... Katia è scesa, lo tolse dalla busta... non scavalcò il guardrail e lo lanciò nella boscaglia...». Entrambi sono difesi dall’avvocato Francesco Ciabattoni. Stamattina il gip Calvaresi deciderà se marito e moglie dovranno rimanere in carcere. L’uomo si trova appena qualche cella più in là di Salvatore Parolisi, lei nel carcere di Teramo.
Fonte:http://www3.lastampa.it/cronache/sezioni/articolo/lstp/412533/

Ditemi se questa non é una madre da impiccare.