Autore Topic: I figli naturali finalmente sono uguali a quelli legittimi  (Letto 1040 volte)

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I figli naturali finalmente sono uguali a quelli legittimi
« il: Luglio 03, 2011, 15:50:17 pm »
http://www.fanpage.it/i-figli-naturali-finalmente-sono-uguali-a-quelli-legittimi/

Sembra strano affermarlo ma, nonostante i tanti cambiamenti al codice civile, per quanto riguarda i figli nati fuori dal matrimonio, nell’Italia del 2011 i figli naturali, cioè nati da persone non sposate, non sono del tutto equiparati per legge a quelli nati nel matrimonio, definiti legittimi.

Solo ieri c’è stato il via libera della Camera, con voto bipartisan 476 sì su 477 presenti al voto, ad una proposta di legge che stabilisce stessi diritti per i figli legittimi e per quelli naturali. La legge, che dovrà passare ora al Senato, vuole rimuove finalmente le ultime differenze tra bambini nati da coppie sposate e quelli nati fuori dal matrimonio, eliminando ogni discriminazione. D’ora in poi, quindi, ci saranno solo figli, senza alcun aggettivo, tutti uguali davanti alla legge, la nuova norma, infatti, stabilisce che nel codice civile le parole ”figli legittimi” e ”figli naturali” siano sostituite da ”figli”.

L’importanza di questa legge sta soprattutto nel fatto che dal suo riconoscimento il bambino viene inserito pienamente nella famiglia di origine. I bimbi nati fuori dal matrimonio, ad oggi, non hanno una famiglia, l’articolo 74 del codice civile stabilisce praticamente che esiste solo un rapporto tra il figlio naturale e il genitore che lo ha riconosciuto, ma nessun rapporto con nonni, zii o cugini. Le modifiche stabiliscono che tutti i figli hanno lo stesso stato giuridico, che il figlio ha diritto di crescere in famiglia e di mantenere rapporti significativi con i parenti.

continua su: http://www.fanpage.it/i-figli-naturali-finalmente-sono-uguali-a-quelli-legittimi/#ixzz1R39b3dmf
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Re: I figli naturali sono uguali a quelli legittimi
« Risposta #1 il: Luglio 03, 2011, 15:51:50 pm »
http://www.unita.it/italia/matrimonio-o-convivenza-br-tutti-i-figli-sono-uguali-1.309208

Mai più figli legittimi e figli naturali, ma solo figli e basta. È questa la novità contenuta nella proposta di legge approvata stamani dalla Camera all'unanimità salvo una astensione.

La nuova normativa modifica il Codice Civile in materia di riconoscimento dei figli naturali, cancellando l'istituto della legittimazione ed inserendo il figlio nella sua famiglia, parentela compresa, fin dall'istante del suo riconoscimento, con diritti pieni anche nel campo della successione ereditaria.

Come ha sottolineato Alessandra Mussolini, relatrice, «la legge di riforma del diritto di famiglia del '75 ha stabilito grandi principi innovativi nel rapporto tra i coniugi ma non ha completamente eliminato le discriminazioni e le differenze tra i figli nati all'interno del matrimonio e quelli nati fuori del matrimonio».

L'assemblea ha a lungo discusso su un punto specifico della nuova normativa, vale a dire quando il padre riconosce il figlio allevato dalla madre solo dopo alcuni anni. Il confronto si è sviluppato in particolare su quale cognome debba assumere il figlio dopo il riconoscimento «tardivo». L'assemblea ha optato per la facoltà da parte del figlio di mantenere il cognome della madre al quale si può aggiungere quello del padre. Non potrà invece sostituire il cognome materno con quello paterno. La proposta di legge passa ora all'esame del Senato.

  Il testo della legge, in tutto 4 articoli, è frutto dell'unificazione di sei proposte di legge: una Pd a prima firma Bindi, una Udc a prima firma Binetti, una Pdl di Mussolini, una Idv a firma Palomba, una delle Autonomie e una del governo.

Il titolo è «Modifiche al Codice civile in materia di riconoscimento e di successione ereditaria dei figli naturali». All'articolo 1 si stabilisce che «tutti i figli hanno lo stesso stato giuridico» e si stabiliscono, tra l'altro, anche i 'Diritti e i doveri dei figlì nei confronti dei genitori. È stato aggiunto anche un emendamento del Pd, sostenuto dalla relatrice, Alessandra Mussolini, che prevede che, in caso di paternità riconosciuta successivamente, il figlio naturale può assumere il cognome del padre aggiungendolo a quella della madre.

Rispetto all'attuale disciplina del Codice civile, questa modifica stabilisce che il cognome della madre non potrà mai essere cancellato, sostituendolo con quello del padre (l'attuale articolo 262 del Codice prevede infatti che si può, oltre ad aggiungere anche sostituire il cognome del padre eliminando quello materno).


BINDI SODDISFATTA
Una legge attesa da anni che «stabilisce che tutti i figli sono uguali» cancellando ogni discriminazione tra i figli «generati da una coppia unita in matrimonio, quelli nati da una coppia che non ha contratto matrimonio e quelli adottati». Così Rosy Bindi nella sua dichiarazione di voto, nell'aula della Camera, sull'articolo 1 della proposta di legge che equipara i figli naturali a quelli legittimi, riformando il Codice civile.

«Questo provvedimento- sottolinea la vicepresidente di Montecitorio- dopo un lavoro svolto anche nella legislatura precedente, finalmente arriva a termine. Questa legislatura verrà ricordata per un esiguo numero di legge di iniziativa parlamentare approvati. Ma, se approviamo questa legge, credo che potremmo iscrivere a nostro merito un capitolo importante di civiltà giuridica del nostro Paese». Secondo l'esponente del Pd, «andiamo a colmare una carenza molto 'gravè del nostro diritto di famiglia. Si crea un'uguaglianza vera tra tutti i figli. I figli sono tutti uguali, sia quelli generati da coppia unita in matrimonio, sia da coppia che non ha contratto matrimonio, sia quelli adottati. Fino a che la legge non sarà legge dello Stato i figli nati fuori dal matrimonio non hanno parentela, non hanno fratelli, sorelle, zii, cugini, tanto è vero che quando vengono a mancare i genitori, anche se ci sono i nonni, si apre comunque un processo di adozione» per chi è minore.

BINETTI E L'INCUBO COPPIE DI FATTO
«Oggi la Camera ha scritto una bella pagina per il diritto di famiglia. Siamo soddisfatti per aver contribuito a rimuovere gli ostacoli che ancora oggi discriminano i figli nati da genitori non sposati rispetto a quelli nati in costanza di matrimonio. I figli sono tutti uguali, nessuno può pensare il contrario. Non vorremmo, tuttavia, che qualcuno strumentalizzasse questo risultato per sostenere l'uguaglianza tra il matrimonio, così come previsto dalla Costituzione, e le coppie di fatto, perchè questa è un'altra storia che, eventualmente, seguirà un altro iter legislativo». Lo dichiara la deputata dell'Udc Paola Binetti.
30 giugno 2011
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Re: I figli naturali finalmente sono uguali a quelli legittimi
« Risposta #2 il: Luglio 04, 2011, 11:52:35 am »
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Sembra strano affermarlo ma, nonostante i tanti cambiamenti al codice civile, per quanto riguarda i figli nati fuori dal matrimonio, nell’Italia del 2011 i figli naturali, cioè nati da persone non sposate, non sono del tutto equiparati per legge a quelli nati nel matrimonio, definiti legittimi.

Solo ieri c’è stato il via libera della Camera, con voto bipartisan 476 sì su 477 presenti al voto, ad una proposta di legge che stabilisce stessi diritti per i figli legittimi e per quelli naturali. La legge, che dovrà passare ora al Senato, vuole rimuove finalmente le ultime differenze tra bambini nati da coppie sposate e quelli nati fuori dal matrimonio, eliminando ogni discriminazione. D’ora in poi, quindi, ci saranno solo figli, senza alcun aggettivo, tutti uguali davanti alla legge, la nuova norma, infatti, stabilisce che nel codice civile le parole ”figli legittimi” e ”figli naturali” siano sostituite da ”figli”.

L’importanza di questa legge sta soprattutto nel fatto che dal suo riconoscimento il bambino viene inserito pienamente nella famiglia di origine. I bimbi nati fuori dal matrimonio, ad oggi, non hanno una famiglia, l’articolo 74 del codice civile stabilisce praticamente che esiste solo un rapporto tra il figlio naturale e il genitore che lo ha riconosciuto, ma nessun rapporto con nonni, zii o cugini. Le modifiche stabiliscono che tutti i figli hanno lo stesso stato giuridico, che il figlio ha diritto di crescere in famiglia e di mantenere rapporti significativi con i parenti.

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sarebbe auspicabile che dello stesso principio ne tenessero conto anche i magistrati tenuti a decidere sugli affidamenti, cosa che purtroppo ancora esula, nonostante la legge 54/2006