Autore Topic: MENO DIRITTI UMANI E PIU' UOMINI CON LA SCHIENA DRITTA  (Letto 1006 volte)

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MENO DIRITTI UMANI E PIU' UOMINI CON LA SCHIENA DRITTA
« il: Giugno 16, 2011, 12:00:02 pm »
http://www.worlditaliantalents.com/index.php?option=com_content&view=article&id=1470%3Ameno-diritti-umani-e-piu-uomini-con-la-schiena-dritta&catid=82%3Aitalia-societa-e-politica-2&Itemid=472


MENO DIRITTI UMANI E PIU' UOMINI CON LA SCHIENA DRITTA
Giovedì 16 Giugno 2011 10:14 Scritto da Giovanni Petrosillo

gheddafi-2L’autocitazione non è mai elegante ma in questo caso dire che è calzante è persino poco. Sulle pagine di questo sito nella seconda metà di marzo, in un articolo sulla crisi libica intitolato “il popolo cojone”, avevamo scritto che: “…è bastato costruire una rivolta artificiale e televisiva per modificare i connotati pubblici del Colonnello e del suo regime. Inutile passare tutte le bugie in rassegna anche perché i padroni del mondo, con i loro potenti mezzi mediatici, diplomatici, politici, propagandistici ecc. ecc. riescono a rivestire di buoni sentimenti umanitari gli interessi economici più beceri e le istanze politiche più criminali”. Adesso tutta la stampa nazionale - con l’eccezione della guerrafondaia “La Repubblica”, giornale dell’iperenergetico quanto ecoinsostenibile De Benedetti e della sinistra salottiera che prima di parlare dovrebbe imparare a contare almeno fino a 11 (art.11 della Costituzione: L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali) – si accorge dell’inganno e critica l’operazione Nato in Libia. A queste conclusioni è arrivata anche Famiglia Cristina sulle cui pagine è apparso un pezzo (Libia: e se fosse tutto falso? di Marinella Correggia) che non lascia adito a dubbi: “Il pretesto per un intervento dalle vere ragioni geostrategiche è stato fabbricato a febbraio. Lo scorso 23 febbraio, pochi giorni dopo l’inizio della rivolta, la tivù satellitare Al Arabyia denuncia via Twitter un massacro: “10mila morti e 50mila feriti in Libia”. Era una panzana, ma tutta la fantomatica Comunità Internazionale raccolse con sospetta immediatezza il grido di dolore dei belluini, pardon beduini, di Bengasi che chiedevano un intervento umanitario per fermare il sanguinario Gheddafi. Le bugie sono poi cresciute esponenzialmente in quanto i “Protettori Unificati” (mai denominazione fu più azzeccata per una puttanata di missione come questa) dovevano giustificare un' escalation di violenza e di bombardamenti che altrimenti i popoli europei non avrebbero digerito. E' così che la lega dei papponi mondiali ha calcato la mano ed ha affastellato balle sempre più incredibili: dalle fosse comuni, agli stupri, all’ammazzamento di vecchi e bambini, al viagra fornito ai miliziani dal Rais. Ci vorrebbe una bella dose di bromuro per far calmare gente come Sarkozy, Cameron e Obama la cui eiaculazione militarista precoce fai il paio con un’eccitazione geopolitica “bombastica” che questa volta pare destinata al grande flop. In politica, come nel sesso, non ci si dà tante arie se poi non si è in grado di mantenere le aspettative. Nonostante i capi militari occidentali continuino a sostenere che Gheddafi sia ormai alla frutta, l’esercito libico non si piega ed anzi avanza a Misurata, Zuwaya e Zintan, mentre tutta la Tripolitania non è mai stata in pericolo ed è saldamente nelle mani delle forze lealiste. La situazione è di stallo completo ma i Protettori della Nato non possono ammetterlo e sono costretti a procrastinare, di bollettino in bollettino, la conclusione delle operazioni. In Italia invece tutto tace, non parlano i pacifisti, non dice nulla la sinistra, non si esprime il papato e nessun professionista della contestazione manifesta contro un Governo che per bocca di Frattini ed orifizio di La Russa prosegue a prenderci per il sedere. Eppure è ormai palese che i bombardatori democratici agiscono fuori dalla risoluzione Onu e che stanno trasformano il loro intervento in una carneficina unilaterale contro il popolo libico fedele al suo Colonnello e al Paese. Per questo condivido quanto affermato da Giancarlo Perna sul quotidiano della famiglia Berlusconi: “il diritto interna­zionale non esiste, conta la forza”. Ne siamo convinti anche noi e siamo arcistufi di sentirci raccontare che l’Occidente agisce sempre su mandato della bontà e della solidarietà universali. Quest'ultime caratteristiche sono ciò che si pone davanti agli occhi per celare interessi strategici per niente morali. E’ di tale fattezza sofisticata il nostro mondo alla rovescia dove per trovare qualche piccola verità bisogna capovolgere l’intera realtà. Per questo invochiamo, al fine di ristabilire un minimo di senso storico, meno umanitarismo e più umanità, meno legalitarismo internazionale e più giustizia mondiale, meno diritti umani e più uomini con la schiena dritta. In patria come all’estero.

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