Nel laboratorio informatico dove lavoro vedo arrivare tanti neo-laureati e soprattutto tante neo-laureate. Mi astengo da ogni giudizio sulla loro preparazione professionale, perché sconfinerei nell'ingiuria.
Purtroppo il titolo di studio non è più garanzia di capacità e i ragazzi te li devi scegliere uno a uno, sulla base dell'attitudine, dell'umiltà (perché ancora devono imparare praticamente tutto) e della voglia di fare.
Le donne di oggi hanno ben poco da vantarsi sulle lauree. Almeno nel mio settore.
Ve lo dice uno con venticinque anni di programmazione sulle spalle.
Ho sempre trattato tutti alla pari, uomini e donne, e questo mi ha causato anche attriti con le dirigenze. Ci sono donne capaci, alcune addirittura capaci a fare squadra e lavoro di gruppo, che è l'aspetto in cui generalmente danno più problemi rispetto agli uomini, così come ci sono uomini capaci. Le percentuali nei lavori tecnici sono a favore del sesso maschile, almeno sulla base della mia esperienza, nel senso che mediamente c'è più attitudine, umiltà e disponibilità.
Personalmente sono diventato quemmista non perché credo alla superiorità maschile, ma per contrastare il continuo insulto da parte dell'informazione uficiale, insulto agli uomini e alla onestà intellettuale, che vuole far passare il sesso femminile come superiore.
Non c'è niente di peggio per una ragazza, come sistema educativo, che farle credere di essere "di più" in quanto donna, perché quando si scontra con ambiti dove si produce realmente questo ffavorirà una auto-sopravvalutazione (andando contro il requisito dell'umiltà) e una dificoltà ad accettare e superare le piccole sconfitte, che puntualmente e ineluttabilmente si presenteranno nella sua vita professionale e non.
Crescere ragazze ripetendo continuamente loro di essere "di più" rispetto agli uomini, è il modo migliore per metterle in difficoltà nel mondo lavorativo reale. E' contro l'interesse degli uomini, perché ingiurioso e discriminatorio, ma anche contro l'interesse delle stesse donne.