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Cronaca
Violenza sessuale, l'ex primario assolto dopo tre anni di incubi
SENTENZA. Era stato accusato da due dottoresse e un'infermiera
Il professionista presente in aula non ha detto nulla Il pm aveva chiesto 8 anni. Smontate tutte le accuse
28/06/2011
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L'avvocato Paolo Pellicini che ha difeso Bortolo Semprebon
Ha vissuto gli ultimi tre anni della sua vita con la spada di Damocle sulla testa di una pesante condanna per violenza sessuale. Ieri Bortolo Semprebon si è liberato da questo incubo con l'assoluzione, a seconda dei capi d'imputazione, perchè il fatto non sussiste o perchè il fatto non costituisce reato. L'ex primario del pronto soccorso di Bussolengo era stato accusato da due dottoresse e un'infermiera di approcci sessuali (tra i quali strusciamenti) non desiderati. Ieri il tribunale, presieduto da Dario Bertezzolo (giudici a latere Livia Magri e Luciano Gorra) ha spazzato via queste accuse che si riferiscono al periodo che va dal 1998 al 3 aprile 2002 e ha assolto il medico, presente in aula, seduto tra i suoi legali, gli avvocati Paolo Pellicini e Giovanni Sala.
Al termine della sua requisitoria, il pm Maria Beatrice Zanotti ha chiesto 8 anni di reclusione. La rappresentante dell'accusa ha ripercorso gli episodi di cui era accusato Semprebon che ha lasciato l'incarico nel 2008. Ha ricordato la deposizione di uno dei medici, vittima delle «attenzioni» del dottor Semprebon. «Sono rimasta senza parole, non potevo fare altro perché stavo seguendo il paziente», ha raccontato la quarantacinquenne in aula. «Non reagisce perché non ha il tempo di capacitarsi di ciò che sta accadendo», è stato il commento del pm. La pm ha fatto spesso riferimento «ai toccamenti molto repentini di Semprebon». Per Zanotti «la vittima ci descrive una serie di fatti che i testimoni non hanno colto». Il motivo? «Si svolgevano in situazioni d'emergenza e tutti erano concentrati sul paziente».E ancora: «La vittima ci ha riferito le cose con un atteggiamento privo di un intento vendicativo». Il pm alla fine ha parlato di «una grave invasione della sfera della libertà sessuale» e ha chiesto la condanna a 8 anni.
Le arringhe della difesa hanno subito imboccato la via dell'infondatezza delle dichiarazioni delle vittime. «Non hanno detto una parola di vero», ha sostenuto l'avocato Pellicini. E ancora: «Le loro dichiarazioni, rese in aula, non hanno trovato una conferma che una. Una delle vittime si dimentica addirittura di aver raccontato di baci sul collo e carezze da parte di Semprebon». E allora perchè accusare l'ex primario? «La problematica atteneva al rapporto di lavoro. Questo è il nocciolo della la vicenda».
E non ha fondamento nemmeno l'episodio principe, sostenuto nella denuncia e avvenuto al pronto soccorso il 16 luglio 2001. «Con i documenti alla mano», ha tuonato il legale, «quel sabato Bortolo Semprebon non era al pronto soccorso e non poteva, quindi, aver fatto alcunchè nei confronti della collega». La vittima raccontò poi che quel giorno l'ex primario non parlò, pur essendo il suo insegnante. «Qual'è quel docente che non dice nulla alla propria allieva?» si è chiesto il legale. E la conclusione del legale è perentoria: «Questa donna ha raccontato balle. Il suo dire è impressionante, non c'è una parola di vero». G.CH.