Tolgo dalla firma la frase o la lascio?
Ethans
Femminismo o LesbismoLe teorie femministe hanno dato origine a due principali movimenti di pensiero: la "Gender Theory" e quella della "Differenza Sessuale", la prima, e' piu’ datata e di origine anglosassone, la seconda, piu’ recente e di matrice francese.
Il concetto di "Gender" riguarda la costruzione sociale delle differenze fra uomo e donna ed il suo scopo è la conquista dell'uguaglianza dei diritti sociali e politici.
Le teoriche del pensiero della differenza sessuale sono invece maggiormente interessate a definire una nuova identità di donna, una donna che vada ‘al di là’ di quella generata della “societa’ patriarcale” .
Di questo secondo movimento femminista, il pensiero della filosofa francese Luce Irigaray, ha trovato ampio consenso, sostiene la particolarita’ della libido femminile e la necessità per la psicoanalisi sviluppare nuove teorie per colmare le lacune che condannano le donne alla svalorizzazione, dovuta alla mancanza del fallo.
Il secondo aspetto riguarda invece l'analisi e la struttura del linguaggio, attraverso una rivisitazione delle teorie filosofiche e psicoanalitiche viene evidenziato come il linguaggio sia caratterizzato dell'assenza di simboli che valorizzino la specificità femminile.
In Europa questo pensiero ha trovato terreno particolarmente fertile, e tale tipo di ricerca è considerato prioritario. Le teoriche della differenza ripercorrono e rielaborano storicamente e socialmente i significati delle rappresentazioni maschili e femminili nel linguaggio filosofico e letterario.
L’intellettuale francese, Monique Wittig, ha proposto di sostituire il termine donna con quello di lesbica per definire l'identità femminile al di là dell'eterosessualità .
Tale proposta non è stata pero’ accettata in quanto, teorizzare la sostituzione linguistica di donna con lesbica, è una scelta politica che risolve solo in superficie il problema della ridefinizione di una ‘femminilita’ post patriarcale’, dal momento che questo ha poco a che fare con la ristrutturazione dell'inconscio soggettivo femminile , mentre la ‘rivoluzione’ deve avvenire “dall`interno del mondo femminile”, prima che possa essere istituzionalizzata, dal momento che la sfida della libertà è rivolta innanzitutto alla propria simile e la posta in gioco è l'indipendenza mentale e affettiva dall'universo maschile.
È quindi necessario costruire un nuovo ordine simbolico femminil-femminista, e a questo scopo, la strategia radicale del ‘femminismo della differenza’, fa emergere la natura sessuata del “soggetto donna”, celato invece dalla “gender theory” , dove il corpo ed il desiderio sono elementi costitutivi fondamentali dell'identità femmmile, in quanto una donna può garantirsi la propria differenza dal maschile, soltanto se ha come autorità di riferimento un'altra donna.
Sul piano filosofico, la Irigaray propone di riappropriarsi delle figure mitiche femminili colonizzate dal potere patriarcale, sul quello psicoanalitico oppone al concetto di salute psichica ottenuto attraverso il superamento del conflitto edipico basato sulla gelosia nei confronti della madre, quello di un'economia libidica che si nutre del rapporto "omosessuale" madre-figlia.
La mediazione simbolica all’interno di una genealogia femminile non implica necessariamente il lesbismo ossia la scelta di un'altra donna come oggetto d’amore, ma anche sostenere la bisessualità rischia di lasciare intatto l'immaginario eterosessuale, e quindi l'egemonia maschile.
A questo vengono sviluppati due concetti fondamentali: il contimuum lesbico e la politica del posizionamento.
Il primo riguarda un aspetto politico-simbolico dell'universo femminile: l'esperienza delle donne tra le donne corre lungo un continuum dove non esistono gerarchie di valore per cui la lesbica sarebbe - come dice Wittig - un'identità femminile qualitativamente superiore alla donna: in questo continuum può verificarsi sia un rapporto di coppia che una semplice affinità.
Con la politica del posizionamento, il corpo della donna insieme ai suoi attributi sociali è ripensato entro un nuovo simbolico che tiene conto delle differenze tra donne: differenze di razza, di classe sociale, etc.Le teoriche del pensiero della differenza devono al pensiero di A. Rich molta parte delle loro riflessioni; i temi trattati nel libro complesso di Luisa Muraro, L'ordine simbolico della madre, ci riportano all'aspetto centrale delle nuove pratiche genealogiche, simboliche e sociali tra donne:
Le donne hanno la possibilità di creare un ordine simbolico nuovo attraverso un rapporto di gratitudine verso l'autorità materna e di debito simbolico verso una propria simile.
Un po’ di storiaNella storia del femminismo, se l'impegno delle donne si è espresso da un lato come movimento di piazza e di lotta antistituzionale caratterizzato dalle pratiche di autocoscienza fra sole donne, con lo scopo di prepararsi alle lotte sociali "aperte", dall’altro, modificava le proprie forme di mediazione col sociale mediante la creazione di Centri di Documentazione, di librerie delle donne, di attività culturali, riviste, feste, contatti con gruppi esteri, in particolare il gruppo francese "Politique e Psychanalyse".
Nel Manifesto di Rivolta Femminile e in Sputiamo su Hegel, entrambi di Carla Lonzi, leader femminista degli anni ’70, scrive:
"L'uguaglianza è un tentativo ideologico per asservire la donna a più alti livelli (...)
quanto si offre ai colonizzati sul piano della legge e dei diritti, mentre la differenza è un principio esistenziale che riguarda le caratteristiche peculiari della donna come soggetto e le permette di esprimere il proprio senso dell'esistenza".
Gli sviluppi ulteriori delle pratiche e riflessioni teoriche che rifiutano l'assimilazione al maschile hanno trovato una loro sistemazione teorica nella rivista "Sottosopra" ad opera delle donne della Libreria di Milano .
Il gruppo milanese seguendo l'esempio della teorica americana Adrienne Rich, porta avanti la ricerca nell'ambito delle opere letterarie di alcune grandi scrittrici (Austen, Bronte, Stein, Bachmann, Woolf e altre) di un linguaggio capace di esprimere la differenza. L'individuazione di "madri simboliche" prima nei testi e poi in figure di donne autorevoli appartenenti al gruppo stesso di ricerca, concretizza la possibilità per le donne di avere una propria appartenenza genealogica, il significato originario della differenza sessuale si attiva praticando la disparità tra donne, affidandosi di preferenza ad una propria simile.
La madre simbolica funziona su di un doppio registro: ridona alla donna la sua origine, immettendola in una struttura di autonconoscimento di genere sessuato nei suoi aspetti di pensiero, sapere, esperienza, desiderio, soggettività e nello stesso tempo fornisce una misura di valorizzazione reciproca che risolve la conflittualità tra appartenenza al sociale e appartenenza al proprio genere.
L'alleanza fra due donne nell'ambito di una loro disparità che è sostanzialmente esperenziale, è stata denominata "affidamento" sottolineando lo scambio generazionale tra una donna "più giovane" e una donna più anziana che avendo fatto espenenza di un riconoscimento sociale del femminile, fornisce le regole per accedervi senza venire distrutta dal modello maschile.
L'affidamento è pensato come un rapporto di coppia la cui potenza si afferma nel momento in cui dà luogo a correnti di mediazione sessuata nel sociale in grado di dare vita ad una società femminil-femminista che promuove la strutturazione di una società che dà spazio al femminile.
Queste teorie che non escludono, ma anzi spingono al rapporto erotico tra donne, hanno suscitato consensi ma anche resistenze, dal momento che il potere tra donne rischia di rifondare una gerarchia oppressiva non troppo dissimile da quella maschile, mentre dal movimento lesbico giunge voce che è venuto il momento di nominare quella che fino ad ora è stata l'appartenenza al femminismo, più negata e taciuta di tutte: il lesbismo.
Il pensiero della differenza sessuale si trova a questo riguardo su di una posizione molto ambigua ; occorre seguire le varie tappe nello sviluppo del rapporto tra movimento femminista e movimento lesbista o solo individuare i punti di contatto dei due movimenti?
Nel 1983, il gruppo romano "Vivere lesbica", ha diffuso un documento di risposta polemica alla rivista "Sottosopra verde" della libreria di Milano: in "Sottosopra", sostengono le autrici del documento, fra le lunghe citazioni riportate da Adrienne Rich è stato omesso il brano che parla non solo del lesbismo ma anche della complicità col potere che le donne mettono in atto quando non si autonominano come lesbiche. È stato diffuso il concetto, del lesbian continuum dell'autrice americana, tralasciandone le parti più esplicitamente lesbiche e volutamente ignorando il messaggio fondamentale di A. Rich: i danni enormi che le donne si infliggono censurando col silenzio la propria verità sul fatto di essere lesbiche. Uno degli interventi presenti nel testo e successivamente pubblicato nell'antologia inglese curata da P. Bono e S. Kemp, sulla storia del pensiero femminista italiano, si esprime in questi termini: "Se nominare una cosa è l'atto essenziale di attribuirgli esistenza, la riluttanza ad usare il termine stesso (lesbismo) costituisce una seria minaccia per comprendere la possibilità o concretezza di ciò che esso definisce".
Nel decennio seguente a questo dibattito, un gran numero di donne lesbiche politicizzate ha aderito al pensiero della differenza . La rimozione collettiva del conflitto è stato il fattore principale che ha consentito al Movimento femminista italiano di costruire e conservare la coesione, mentre in altri paesi europei il lesbismo nasce separato, e quindi in antagonismo col movimento femminista .
L'intervento che ha riproposto l'ambiguità contraddittoria delle filosofe italiane sul piano del dibattuto interno e internazionale è quello di Teresa De Lauretis, studiosa di origine bolognese e docente all'Università Californiana di Santa Cruz. Nell'introduzione all'edizione statunitense del libro delle donne di Milano, Non credere di avere dei diritti, De Lauretis cita una frase del testo che è l'unica a far riferimento al lesbismo: "Il trovarsi a vivere in una comunità di donne è stata un'esperienza straordinaria la cui scoperta più fore fu che lì circolava un intenso erotismo". E un giro di parole, osserva De Lauretis, che ruota intorno all'idea e alla pratica di una sessualità femminile autonoma non più prigioniera del desiderio e delle definizioni maschili, ma che tradisce la sua autonomia nel momento in cui non osa dire il suo nome. Altre due voci del femminismo italiano si sono espresse al riguardo: Ida Dominijannij e Simonetta Spinelli.
Dominijanni si è espressa chiaramente sul tema della scelta sessuale indicando la mancanza di chiarezza a questo proposito come una delle cause principali dell'opacità esistente a livello di dibattito teorico e politico.Diversamente da Domnijanni che comunque definisce giusta la scelta di non spaccare il Movimento su questo tema, Simonetta Spinelli insiste sulla necessità di dare voce in una teoria separata alla realtà lesbica, sottolineando le contraddizioni del pensiero della differenza: da un lato teorizzare la liberazione del corpo sessuato femminile come esigenza simbolica prioritaria, dall'altro escludere nel linguaggio ogni riferimento esplicito al lesbismo.
In fine, altre critiche provenienti dalle lesbiche dichiarate, riguardano la tendenza delle teoriche del femminismo della differenza ad appropriarsi e a presentare come proprie, idee emerse dalle teorie radicali anglosassoni. Sulla rivista inglese "Woman's Review of book" del maggio 1991, è stata sottolineata l'assenza di riconoscenza simbolica delle autrici di Non credere di avere dei diritti verso le teorie del movimento lesbista americano .In particolare, l'autrice della recensione, un'inglese residente in Italia, ha citato l'affinità tra il concetto di "nurturance simbolica" e quello di partogenesi psichica presente nel libro di Jill Johnson, Lesbian Nation del 1973.
Ancora più sorprendente, prosegue l'articolo, è il fatto che le filosofe italiane negano alle loro teorie l'aspetto del lesbismo politico. Anche le figure di donne famose (letterate) che compaiono nei testi italiani come esempi della pratica dell'affidamento erano lesbiche ma non si è accennato minimamente a questo aspetto nel descrivere le loro relazioni, sono state invece usate per convincere della correttezza politica del tipo di alleanza femminile che propongono. In conclusione il rischio di non riuscire a scardinare l'ordine simbolico dominante è visto in questa ostinazione a negare questa figura di donna lesbica che maggiormente mina alla base l'ordine simbolico patriarcale.
(Sùmina - 2005)http://www.metaforum.it/archivio/2005/index020d.html?t7458.html