Vi posto un commento che ritengo giustissimo,che combacia quindi col mio pensiero,postato dall'utente "diversa-mente" sul sito del corriere della sera alla prima pagina dei commenti:
"Quell'azienda ha scelto di salvare prioritariamente il posto di lavoro degli uomini. Scelta giusta e lungimirante ma quasi temeraria perché fondata sulla verità anziché sulle bugie. Ad onta delle fandonie femministe un uomo senza reddito è per una donna un ingombro, un peso, una zavorra. Mentre non vale il contrario, giacché per millenni esse hanno trovato nel matrimonio reddito (tanto o poco) e valore. Vita sociale, protezione, sicurezza. Le donne senza reddito hanno diritto - da sempre - a quello del marito, da sposate e da divorziate. Il contrario non esiste se non come fenomeno marginale. Quando un uomo perde il lavoro scende di valore e di prestigio davanti alla famiglia: ai figli e alla moglie. Diventa inutile (come prova il fatto che nessuna donna sposa un disoccupato) cade in depressione e va in rovina. Se lo perde la donna si ha solo una diminuzione del reddito familiare. Di uomini (dipendenti ma anche imprenditori) suicidatisi per la perdita del posto o il fallimento dell'azienda sono piene le cronache. Nessuna donna si è mai suicidata per questo. La ragione è chiara: l'assoluta diversità dei motivi per i quali i maschi si mettono con le femmine e viceversa. Quella di salvaguardare il reddito maschile (quasi unico valore degli uomini dal punto di vista femminile) è dunque una scelta ineccepibile sul piano morale, lungimirante su quello sociale, equa sul versante delle relazioni familiari. Div. Men."