Cambi di sesso e Gay Pride, con la benedizione dei padroni del mondo: requiem per la Romania.
Luca Bistolfi // 11 luglio 2011
Cambi di sesso e Gay Pride, con la benedizione dei padroni del mondo: requiem per la Romania.
Finalmente la Romania è entrata a pieno titolo in Europa! Doar acum Romania a devenit o adevarata tara democratica si occidentala! Solo adesso la Romania è diventata un autentico Paese democratico e occidentale!
No no, caro lettore, non sono in ritardo. L’ingresso di questa terra nell’Unione Europa del 1 gennaio 2007 era solo una formalità. Il nuovo corso – che per la verità dura da non proprio pochissimo tempo – dell’Europa unita, democratica, antifascista e quant’altro necessitava d’un pedigree assai più importante e fondante che non dei semplici conti in regola, che non l’asservimento sempre maggiore all’usurocrazia mondialista. O meglio: questi sono criteri indispensabili, ma occorre, per essere dei veri europei, anche la patente morale. E ora la patria di Mihai Eminescu, di Corneliu Zelea Codreanu, di Mircea Eliade se l’è indubbiamente procurata con due eventi a dir poco raggelanti.
Sono di qualche settimana queste due notizie: il primo giugno 2011 presso l’Ospedale di Chirurgia Plastica di Bucarest una ragazza di 35 anni ha cambiato sesso ed è diventata “uomo”. Le hanno tolto pezzi di pelle dalla mano e le hanno fabbricato una sorta di pene. E l’ibrido euro-romeno, voilà, è fatto. Ed è la sesta volta in diciassette anni.
L’altro bollino di garanzia sulla patente del pedigree è costituito dalla “Marcia della Diversità”. Di quale diversità si sta mai parlando? Ma ovviamente di quella sessuale, suvvia! La Marcia ha infatti chiuso il GayFest della capitale danubiana. Il quotidiano “Adevarul” ha specificato che si tratta «della sfilata più riuscita nella storia» tra le parate di questo tipo, che in Romania si svolgono ormai da otto anni. Un esponente degli allegri glbt ha tenuto a precisare che «quest’anno abbiamo ricevuto più sostegno da parte dell’opinione pubblica e che le voci contrarie all’evento sono state più scarse rispetto al passato». Non lo mettiamo in dubbio, visto questo nuovo corso che ha imboccato la Romania.
Ovviamente a benedire laicamente e democraticamente l’orgiastico imbroglio pubblico si sono precipitati il signor Martin Harris e il signor Mark Gitenstein. Non sono, per carità, né omosessuali (almeno non ci risulta), né transessuali, né altra roba simile. Sono semplicemente gli ambasciatori di Gran Bretagna e degli Stati Uniti, i nuovi padroni della Romania, come oramai è stranoto dal 1989.
Il Paese danubiano, che prima di questa data non aveva mai conosciuto simili cose, deve recuperare il passo e dimostrare l’eccesso di zelo, sempre a causa della sua mutazione politico-sessuale in corso. E difatti il GayFest, conclusosi il 3 giugno, era iniziato alla fine di maggio, il 30. Nemmeno in Italia, che su queste cose siamo all’avanguardia, le feste (pubbliche) di tal fatta durano così tanto.
Mi diceva un mio amico romeno, ex militare, che sino a dopo la fine del regime ceausista non aveva mai sentito parlare di omosessualità. Una testimonianza che ho potuto raccogliere anche da altre bocche: prima del 1989 la faccenda era esclusa da qualsiasi discussione. Un silenzio interpretabile in vari modi. Certo è che, a un’indagine più approfondita, si sa quanto, sebbene in Romania pur vi erano omosessuali, non avevano la sfacciataggine di oggi, né l’arroganza che la perversa ideologia mondiale conferisce loro. Quei pochi se ne stavano per i fatti loro e non avevano certo la pretesa di manifestare. Oggi invece non solo ostentano la loro diversità (decidetevi una buona volta: siete diversi oppure uguali?), ma sfilano nel centro di Bucarest con tanto di sostegno internazionale, peraltro piuttosto eloquente da diversi punti di vista.
Mi pare, lo ripeto, il perfetto adeguamento a quest’Europa. Requiescat in pace. Dove il morto, seppellito sotto una scarica di letame, è la Romania che per secoli è stato il faro dell’Est e che a buon diritto si poteva chiamare ponte eurasiatico.
http://www.cpeurasia.eu/1538/cambi-di-sesso-e-gay-pride-con-la-benedizione-dei-padroni-del-mondo-requiem-per-la-romania