Il Manifesto R. Lamas - versione italiana
MANIFESTO MASCOLINISTA
Per l’emancipazione dell’Uomo dalla dominazione femminile
di Ramòn Lamas - 2001
Traduzione per U3 di M. Jiménez
http://www.uomini3000.it/557.htm(...)
IL DOMINIO IDEOLOGICO E MORALE
21. Usando la tattica dell’intimidazione sull’uomo (n. 17,18) il femminismo prende le redini del processo di cambiamento sociale. Il suo scopo dichiarato è la “liberazione della donna”, ma questo discorso è fallace. Nelle società pre-industriali non era solo la donna a dipendere economicamente dall’uomo. Egli dipendeva anche dalla donna per le faccende domestiche –fare da mangiare, lavare e stirare i vestiti e mantenere pulita la casa-. Il lavoro della donna fuori casa e quello dell’uomo dentro era ugualmente malvisto. Perciò non è vero –come il femminismo pretende- che l’uomo fosse libero e la donna da lui dipendente. La dipendenza era reciproca. E l’uomo era destinato al matrimonio come la donna; era l’unica via possibile –a parte la carriera religiosa-. Pertanto la pretesa “liberazione femminile” è solo un inganno.
22. In ogni caso, possiamo riconoscere l’esistenza di un processo di “liberazione femminile” se in parallelo riconosciamo anche un processo di “liberazione maschile” – o almeno ne avvertiamo la necessità-. Ciò che accade nella nostra società è che le donne hanno iniziato il loro processo d’indipendenza dagli uomini senza che questi abbiano fatto altrettanto. Di conseguenza siamo arrivati ad una situazione nella quale le donne sposate devono adempiere ai doveri tradizionalmente maschili –lavorare fuori casa- e femminili –occuparsi della casa-, mentre l’uomo solo deve far fronte ai primi.
23. È molto comodo –ed utile- per molte donne, liquidare in due righe questa situazione accusando l’uomo di essere sconsiderato, maschilista e scansafatiche, e che, non assumendo le responsabilità femminili, pretende perpetuare il dominio maschile sulla donna. Non vogliamo, senz’altro, giustificare che la donna debba avere più responsabilità dell’uomo nel campo dei lavori domestici. Ma bisogna notare che, malgrado sia una situazione confortevole per l’uomo, rappresenta comunque una forma di sottomissione e dipendenza di fronte alla donna, anche se non se ne accorge o non vuole riconoscerlo. Nella nuova situazione la donna è meglio attrezzata all’ora di divorziare ed iniziare una vita da sola: è una persona integrale perché capace di adempiere a tutti i compiti di supervivenza, tradizionalmente maschili –sostegno economico- come femminili –cura del focolare-. Invece l’uomo ha sempre bisogno di una donna che si occupi delle seconde. Chi è dominatore e chi dominato?
24. Siccome è la donna che si occupava –e quasi sempre è ancora così- della trasmissione dei valori morali e culturali nella nostra -specialmente in Galizia- ancora assai conservatrice società, e quindi del perpetuarsi del tradizionale sistema di ineguaglianza (n. 14), con quale diritto la donna pretende di essere la parte lesa nella ripartizione dei lavori domestici? Con quale diritto esige collaborazione al marito una casalinga che obbliga le figlie a collaborare a casa, ma nega tale privilegio ai figli maschi, rendendoli degli incapaci in questo campo, esponendoli alla dipendenza ed alla dominazione da parte delle loro future mogli?
25. Ma le tattiche di guerriglia psicologica impiegate da certe donne per raggiungere la supremazia nei discorsi e nell’ideologia non finiscono qui. Non soddisfatte da questa situazione, molte donne si compiacciono nel ricordare ai loro mariti quanto siano inutili, rinfacciandogli in continuazione il fatto che hanno bisogno di loro per sopravvivere, mentre in realtà, in molti casi è l’educazione sessista ricevuta nell’infanzia (in buona parte dalle loro madri) ciò che li ha portati a tale situazione.
26. Senz’altro, è presente un fattore di rammollimento e disimpegno da parte di molti uomini e ciò, senza dubbio, non è un difetto giustificabile. Ma è spiegabile. E anche se questa situazione in genere nuoce alle donne, è chiaro che è l’uomo chi ci perde veramente, anche se non si rende conto o non vuole riconoscerlo. E di tale situazione non è il solo responsabile. Come già indicato (n. 14) l’educazione sessista tradizionale è responsabilità di TUTTA la società; società che ha incoraggiato le donne a cercare l’indipendenza al tempo stesso che manteneva gli uomini in uno stato di dipendenza da quelle. Nel proprio interesse, l’uomo dovrebbe applicare su di sé molti dei principi femministi riguardanti l’indipendenza, l’amore di sé e l’orgoglio personale. Paradossalmente l’accettazione dei valori femministi da parte degli uomini probabilmente non piacerebbe a molte donne, e metterebbe a nudo la doppia misura che queste con frequenza applicano.
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