no. su formen
Appunto.
.non è priva d'arte. forse a te non piace. ma se non ti piace l'arte moderna devi prendertela con pablo picasso.
un uomo del 1881.
No. La crisi dell'Arte è oggettiva perché essa ha spostato l'oggetto del proprio operare dal pragmatico al semantico, e Picasso non c'entra proprio nulla.
Lo spostamento è dovuto all'individualismo e alla globalizzazione di linguaggi normalizzati dal regime di informazione, nazional-popolari (cioè linguaggi popolari aggiustati per poter diventare proponibili e decorosi a tutti i fruitori).
Il gusto è violentato dal non riferirsi più tanto al vissuto, quindi al linguaggio che si viene codificando nella piazza, nella strada, nella interazione locale e reale, quanto piuttosto al non vissuto. Il vissuto è pragmatismo e il non vissuto è semantica. L'arte semantica è non arte. E' altra cosa.
Accanto alla semantizzazione vi sono altri fenomeni coerenti e devianti come la ricerca ossessiva dell'originalità, connessa da un lato all'individualismo dell'uomo Dio che ha sempre necessità di creare e dall'altro alle esigenze del consumismo e dell'opera-prodotto.
L'Arte è >= 2. L'Arte esiste solo nel momento in cui ci sono almeno due persone nel creato, perché il pragmatismo è la sua essenza e non c'è pragmatismo senza la distorsione del significato che si verifica nel momento in cui la parola si trasferisce da un essere vivente all'altro.
Il pragmatismo è quindi esperienza, vita, trasformazione e ambiguità. E' in sostanza estetica e gusto non derivanti dallo studio specialistico delle tecniche bensì dalla frequentazione di linguaggi, suoni, respiri, ritmi.
Se viene a mancare la comunità che ingenera tale processo, come viene a mancare oggi che i linguaggi si trasferiscono per canali di massa e sull'esigenza di non disturbare possibilmente nessuno dei sui fruitori, che saranno potenzialmente tutti gli abitanti del pianeta, viene a mancare la creazione della materia prima pragmatica. Il marmo dello scultore.
L'individualismo pone l'essere in una posizione contraria al >= 2. L'uomo di oggi pretende di essere capito nella sua espressione artistica, invece che farsi capire. Sempre più accanto all'opera nasce l'esigenza di qualcosa che la spieghi, in un disperato estremo tentativo di renderla comprensibile.
Per il resto che hai scritto mi astengo dal risponderti perché ci sono troppe cose e non si finirebbe più.
Questa che stiamo vivendo è forse l'epoca più sciatta, brutta che il mondo abbia mai visto. Un'epoca usa e getta, dove tutto passa, tutto si dimentica e così tutto può tornare come novità effimera.
E' tutto al tempo stesso nuovo e vecchio, bello e brutto, impegnativo e facile. E' un'epoca indefinita perché persa nella mancanza interattiva tra umani, nella frammentazione del sentimento della comunità in milioni di sentimenti individuali/individualisti. Una inutile stupida Torre di Babele.