http://www.interruzioni.com/vitediscarto.htmZygmunt Bauman, Vite di scarto, Laterza, 2007
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copertinaZygmunt Bauman non è convinto che la mondializzazione dei mercati, la cosiddetta globalizzazione, rappresenti un progresso per l'umanità. La società tardo-moderna è satura. L'ideologia consumista, cui tutti più o meno consapevolmente aderiamo, produce in numero sempre più consistente non soltanto oggetti inutili destinati a finire nelle discariche, ma esseri umani che, espulsi dal circuito produttivo, diventano veri e propri rifiuti da smaltire.
Un tempo, per smaltire questo tipo di rifiuti umani c'erano le colonie. Oggi non più. Lo smaltimento degli esseri umani non riciclabili rappresenta uno dei problemi principali della società tardo-moderna o liquido-moderna.
La globalizzazione ci rende sostituibili e quindi insicuri, ansiosi, depressi, vulnerabili. Nessuna posizione sociale, nessuna competenza, nessun lavoro garantisce più la sicurezza del domani. Siamo diventati tutti consumatori e merci nello stesso tempo. L'ideologia del libero mercato ha ulteriormente intensificato il processo di individualizzazione, indotto dalla modernità. Ci dicono di contare soltanto su noi stessi e le nostre capacità; la società non conta, la politica neppure. Ci propongono, come sostiene il sociologo Ulrich Beck, soluzioni biografiche a contraddizioni sistemiche.
Odiamo gli stranieri, gli immigrati, perché ci ricordano con la loro presenza quello che anche noi un giorno potremmo diventare: dei reietti, degli ospiti non graditi, dei miserabili, degli esclusi.
Gli Stati sono diventati impotenti nel proteggerci dall'insicurezza delle nostre vite alla mercé ormai delle forze libere e impersonali del mercato. Il Welfare State un po' dovunque è ridimensionato quando non smantellato. Ecco allora che lo Stato, per recuperare legittimità e credibilità, ci sbandiera davanti al naso lo spettro della microcriminalità da sconfiggere, degli stranieri terroristi, borseggiatori e malintenzionati da incarcerare, dell'ordine e della legge da restaurare.
Intanto il mondo moderno vede il trionfo delle mafie criminali, troppo forti per essere combattute dagli Stati. La crisi degli Stati ha fatto aumentare anche le guerre intertribali. Il mondo si è trasformato in una terra di frontiera dove si fronteggiano le grandi aziende transnazionali e le reti terroristiche e nessuno ci può garantire che noi non diverremo le vittime collaterali di questa guerra.
Anche la cultura è dominata dai rifiuti. Contano le mode, le copie vendute, gli indici di ascolto; conta l'evento e non l'artista. Non si punta più alla perfezione della bellezza, alla qualità, ma a lanciare sul mercato sempre nuovi prodotti che rendono obsoleti quelli che li hanno preceduti.
Gli stessi rapporti umani hanno assunto una logica mercantile. Un rapporto, una relazione, un legame che non soddisfino più i nostri desideri vengono rapidamente sciolti. Aumentano vertiginosamente divorzi e separazioni, quasi tutti hanno ormai paura a impegnarsi; il mondo degli affetti è popolato da attrattive e occasioni sempre nuove, da non lasciarsi assolutamente sfuggire.
E intanto continuiamo ad essere insoddisfatti e infelici.