Autore Topic: Anche se mi paghi il mantenimento ti posso ipotecare la casa a mia discrezione !  (Letto 2596 volte)

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05/08/2011 - 10.42
Sembra paradossale, ma a seguito della sentenza di separazione anche l'iscrizione dell'ipoteca a garanzia di un prestito o mutuo su un immobile di proprietà dell'ex coniuge diviene possibile. e' L’art.156 c.c. che attribuisce alla sentenza di separazione la forza di titolo per iscrivere ipoteca giudiziale.   Art. 156. Effetti della separazione sui rapporti patrimoniali tra i coniugi. Il giudice, pronunziando la separazione, stabilisce a vantaggio del coniuge cui non sia addebitabile la separazione il diritto di ricevere dall’altro coniuge quanto è necessario al suo mantenimento, qualora egli non abbia adeguati redditi propri. L’entità di tale somministrazione è determinata in relazione alle circostanze e ai redditi dell’obbligato. Resta fermo l’obbligo di prestare gli alimenti di cui agli articoli 433 e seguenti. Il giudice che pronunzia la separazione può imporre al coniuge di prestare idonea garanzia reale o personale se esiste il pericolo che egli possa sottrarsi all’adempimento degli obblighi previsti dai precedenti commi e dall’articolo 155. La sentenza costituisce titolo per l’iscrizione dell’ipoteca giudiziale ai sensi dell’articolo 2818. In caso di inadempienza, su richiesta dell’avente diritto, il giudice può disporre il sequestro di parte dei beni del coniuge obbligato e ordinare ai terzi, tenuti a corrispondere anche periodicamente somme di danaro all’obbligato, che una parte di essa venga versata direttamente agli aventi diritto. Qualora sopravvengano giustificati motivi il giudice, su istanza di parte, può disporre la revoca o la modifica dei provvedimenti di cui ai commi precedenti.   

La disposizione riconosce, dunque, una forma di garanzia a favore del coniuge al quale in sentenza o col verbale di separazione consensuale sia stata riconosciuta una forma di mantenimento, per sé solo o anche per i figli. Il punto dolente della disposizione è costituito dalla circostanza che la facoltà di procedere all’iscrizione ipotecaria prescinde da un inadempimento del coniuge obbligato, essendo rimessa alla discrezionale scelta dell’altro coniuge che legittimamente potrebbe, il giorno dopo il provvedimento, trascrivere il vincolo su un bene immobile dell’ex coniuge.

Non rari sono, infatti, atteggiamenti del genere che, se da una parte sono motivati con la volontà di garantirsi i futuri adempimenti degli obblighi di mantenimento nascenti dalla separazione, dall’altro sono mal tollerati dall’altro coniuge che, pur adempiente a tali obblighi, si trova un proprio bene soggetto al vincolo dell’ipoteca. La giurisprudenza qualifica come perfettamente legittima e non riprovevole la condotta della moglia che proceda alla detta iscrizione al solo fine di tutelarsi, senza che ci sia un inadempimento del marito.

Recente il caso di un marito che, pur in regola col versamento dell’assegno di mantenimento, si è trovato l’ipoteca sulla quota di immobile pervenutagli per successione in comunione con altri familiari, immobile che era stato promesso in vendita, e dunque ostaggio della ex moglie che subordinava la cancellazione alla costituzione di idonee garanzie per l’adempimento delle obbligazioni future. Così facendo la signora stava facendo sfumare la possibilità per i familiari dell’ex coniuge di trasferire il bene ad un prezzo ritenuto vantaggioso, facendo loro rischiare anche le conseguenze di una violazione dell’impegno assunto col preliminare di vendita (restituzione del doppio della caparra).

Ebbene, va detto che alla rigida posizione assunta dalla moglie non è possibile nemmeno reagire con un ricorso d'urgenza ex art.700 c.p.c. in quanto il provvedimento che ne scaturisce non è tra quelli annoverati dall’art.2818 c.c. idonei a far cancellare l’ipoteca, per cui è necessaria una sentenza passata in giudicato. Questa situazione ha costretto il marito, per quieto vivere coi propri familiari desiderosi di perfezionare la vendita, a dover cedere alle richieste dalla ex moglie e a vincolare una congrua somma per il mantenimento a venire. Infatti, scartata l’ipotesi del ricorso d’urgenza (700), le note lungaggini della Giustizia mal consigliavano l’instaurazione di un ordinario giudizio per ottenere la tanto sospirata cancellazione, ch mai sarebbe arrivata nei tempi previsti dal preliminare di vendita.

La facoltà riconosciuta dal 6° comma dell’art.156 c.c., pur se rispondente ad una esigenza del coniuge debole degna di tutela, andrebbe riequilibrata nel senso di consentirne l’esercizio solo in presenza di un comprovato pericolo di successivo inadempimento. E’ il caso, ad esempio, del marito che, privo di reddito e di altri beni immobili, intenda attraverso la vendita sottrarre l’unico bene alla garanzia del credito. In tal modo si eviterebbero distorsioni ed usi impropri della normativa che non favoriscono i rapporti, già di per sé difficili, tra ex coniugi. Tra l’altro, si consideri che la stessa norma prevede la facoltà di procedere a sequestro dell’immobile solo “in caso di inadempienza” del coniuge obbligato. (m.a.)

C'è da dire che, in materia di separazione, l'assegnazione della casa coniugale è quasi un fatto irreversibile, e questo fa il paio con la graniticità con cui la magistratura civile si ostina a violare la legge applicando la vecchia giurisprudenza ante L. 54/2006. Tale stato di cose, di conseguenza, produce in capo al coniuge che esce da casa, quand'anche proprietario o comproprietario dello stesso immobile, una sorta di esproprio di fatto che, a ben vedere, è inaccettabile.

Da più parti lo si comincia a chiamarlo "Welfare occulto", un sistema nel quale lo Stato si sottrae ai propri compiti sociali (sostegno alle categorie più deboli, maggiore spesa sociale, agevolazioni su tasse e imposte e altro) per scaricare tutto sui cittadini di un solo genere, i quali vengono costretti a "sostituirsi" allo Stato effettuando una sorta di prestito irredimibile, con scarse cedole di interesse affettivo, a favore dell'altro genere. La tecnica, peraltro, è subdola: si spinge a concentrarsi sulla questione dell'affidamento dei bambini - dai più visto come il problema emotivamente più coinvolgente - e ci si distrae dalla questione dell'abitazione, con la quale poi si fanno i conti per tutta la vita da ex. 

Qualche anno fa, alcune associazioni di genitori separati manifestavano in piazza distribuendo volantini che, con stile provocatorio, invitavano la gente a non contrarre matrimonio, per tutelare il proprio futuro individuale, in base al concetto che "in Italia sposarsi non conviene".

Ebbene, come dargli torto ?


Fonte Adiantum.

Online Massimo

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Che i maschi stiano diventando dei veri e propri paria è un PRECISO DATO DI FATTO. E il bello è
che NON LO VOGLIONIO AMMETTERE. Anzi, non se ne accorgono neppure!

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Che i maschi stiano diventando dei veri e propri paria è un PRECISO DATO DI FATTO. E il bello è
che NON LO VOGLIONIO AMMETTERE. Anzi, non se ne accorgono neppure!

Sì, gli uomini separati sono i servi della gleba del 2000 ! Non so se non lo vogliono ammettere o se non ne sono a conoscenza (non credo però), il terribile è l'atteggiamento dei mass media completamente al servizio del nazi-femminismo, che spaccia la figura della femmina come vittima da "tutelare" in ogni modo ed in ogni angolo della Terra. Che schifo !!!

Offline ilmarmocchio

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però, diciamolo bello chiaro :
come lo chiamamo un uomo che oggi si sposa ?

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però, diciamolo bello chiaro :
come lo chiamamo un uomo che oggi si sposa ?

COGLIONE !!!

Non basta; io lo dico pure a chiare lettere ai quei pochi miei amici che fanno una cazzata del genere.
Mi danno ragione, ma tanto si sposano.

Quindi COGLIONI CONSAPEVOLI, il che è veramente deleterio.

Online Massimo

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La tragedia che sposarsi e mantenere (o dover mantenere) una donna è da molti, troppi maschi,
considerata un fatto identitario, cioè tipico dell'identità maschile. E finchè non si distrugge e si
seppellisce tale nefasta convinzione (diventata un imperativo categorico) vedremo tanti coglioni
che come buoi vanno beatamente e beotamente al macello senza rendersene conto o peggio
accettandolo di buon grado.

Offline ilmarmocchio

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COGLIONE !!!

Non basta; io lo dico pure a chiare lettere ai quei pochi miei amici che fanno una cazzata del genere.
Mi danno ragione, ma tanto si sposano.

Quindi COGLIONI CONSAPEVOLI, il che è veramente deleterio.

Chi è causa del suo mal, pianga se stesso .
Oggi , se cè una equazione valida , è questa :
marito = coglione