Autore Topic: Una goccia in un..... Oceano. La Giudi-cessa Vacca di nome, ma non di fatto.  (Letto 2633 volte)

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Citazione
Sottrazione di minore, condannata la mamma
BAMBINI CONTESI. Il giudice ha inflitto alla donna due anni e le ha negato la pena sospesa
Aveva portato la figlia di dieci anni in Polonia nonostante ci fosse un provvedimento di affido al padre. L'ex marito sarà anche risarcito
16/04/

La sentenza è stata pronunciata in Tribunale.
Gli ha portato via la figlia di soli 10 anni il 20 agosto del 2008, costringendola con la forza a trasferirsi in Polonia. Da quel giorno, la piccola non è più tornata a Verona. Dall'Italia, però, questa volta arriveranno brutte notizie per la madre: ieri è stata condannata a due anni di carcere e a 75mila euro di risarcimento nei confronti dell'ex marito, un veronese di 42 anni. L'accusa parla di sottrazione di minore: la polacca di 35 anni ha trattenuto con sè la figlia da quasi due anni nonostante ci sia un provvedimento del giudice di Verona che affida provvisoriamente la bimba al padre. Il giudice Paola Vacca non ha concesso la sospensione della pena e se la donna non farà appello, la condanna diventerà esecutiva. Il risarcimento è stato riconosciuto al veronese per le spese dei viaggi sostenuti in Polonia in questi mesi oltre che per le sofferenze morali patite dal giorno della partenza della bimba.
Durante l'udienza di ieri, c'è stata la lunga deposizione del padre che ha parlato delle traversie vissute con l'ex moglie dalla quale si è separato nel giugno del 2008 dopo la celebrazione delle nozze nel 1995. Una testimonianza interrotta un paio di volte per la commozione del padre che non riusciva più a raccontare questi ultimi, difficili anni senza poter vedere la sua piccola. A partire dal momento più difficile vissuto da quella famiglia già spezzata verificatosi il 20 agosto 2008.
Quel giorno, la donna avrebbe caricato la figlia a forza sul furgone passeggeri che fa la spola tra l'Italia e la Polonia. La bimba avrebbe subito telefonato al cellulare, fornitole dal padre perchè preoccupato dell'atteggiamento della madre in quel periodo, chiedendogli tra le lacrime che le evitasse la sua partenza.
Quella chiamata, però, s'interruppe subito per l'intervento forse della stessa madre e il viaggio proseguì senza fuori programma fino in Polonia. Da quel momento, le comunicazioni tra padre e figlia sono state sempre molto difficili fino a quando il veronese non ha regalato un nuovo cellulare alla piccola che, questa volta, l'ha potuto usare senza interferenze della madre. Nell'aprile 2009, il marito si è recato in Polonia ma anche in quell'occasione trovò l'atteggiamento di chiusura della donna che non gli diede il permesso di vedere la figlia. Il veronese non si arrese e si rivolse alla polizia. Gli agenti svolsero così la funzione di mediatori e riuscirono a far vedere la piccola al padre.
Nel frattempo, la battaglia del padre continuava a Verona davanti al giudice Giuseppe Iannetti per ottenere l'affidamento della figlia. L'istanza è stata accolta dal tribunale ma mai eseguita anche se poi si è rivelata fondamentale per la sentenza di condanna di ieri della polacca. Nella motivazione della sentenza, il giudice ha sottolineato che nella condotta della donna è mai emerso alcun tipo di ravvedimento.
Giampaolo Chavan

Giampaolo Chavan

Offline COSMOS1

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ohhh bene, una bella notizia ogni tanto

manca solo una cosa: il riferimento, metti il link, il giornale, etc etc

dobbiamo essere precisi, x favore
Dio cè
MA NON SEI TU
Rilassati

Offline Utente Cacellato

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Mai contraddire una femmina: riuscirà tranquillamente a farlo da sola in 5 minuti!
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"I fatti mi hanno dato talmente ragione che quasi me ne vergogno!" (Indro Montanelli)