Autore Topic: Varie, volontà e rappresentazione  (Letto 69914 volte)

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #390 il: Settembre 17, 2011, 03:44:39 am »

(lessi di un esperimento che mostrava che quando una deviava rimbalzando su un psisma, l'altra posta a 10 m rimbalzava anch'essa e isantaneamente, con lo stesso angolo della prima: Se sono separate spazialmente, e sembrano esserlo, come hanno fatto a comunicare l'urto?)


L'esistenza di una quarta dimensione spaziale e non mi riferisco dunque alla spazio quadridimensionale che include il tempo, non può essere esclusa.

Le particelle risultano divise nelle tre dimensione, ma sono ancora legate/vincolate nella quarta, ecco perchè l'urto di una, agisce  istantaneamente sull'altra.

Per comprenderlo si puo fare un'analogia con una circonferenza che intersechi un piano.
Quando il piano è tangente e perpendicolare alla circonferenza, la sua intersezione è un punto.
Man mano che la circonferenza compenetra il piano, il punto si divide in due, e i due punti si allontanano, e sembrano separati , ma uno "urta" un ostacolo sul piano, allora anche l'altro subirà instantaneamente le conseguenze dell'urto, visto che non sono due punti separati, ma pur sempre due punti di una stessa circonferenza, quindi collegati fisicamente e che si manifestano come uno/due punti solo per effetto dell'intersezione di un ente (una circonferenza nella spazio) di uno spazio a più  dimensioni rispetto ad uno spazio che ne ha meno (il piano)

Puo' essere questa, la variabile nascosta.

Ma, puo essere solo teorizzata, visto che  il nostro corpo, nella quarta dimensione .... :doh: :cry:
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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #391 il: Settembre 17, 2011, 04:09:00 am »
Ho trovato questo video, tra l'altro molto carino , chiaro e divertente:

Poi vedo che in altri video tratta proprio gli argomenti che qui si stanno discutendo, un po' tutti.

In effetti, con l'esistenza di un'altra dimensione spaziale spiegherebbe molte cose. ;)
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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #392 il: Settembre 17, 2011, 11:54:29 am »
Nell'esperimento di Mandel, quando il laser emette la quantità di luce di un fotone, quello che si imprime sullo schermo è un punticino. Inviando tanti fotoni pian piano essi colpiscono certe zone con una frequenza maggiore, ricostruendo la forma d'interferenza di onda, che è propria però, di ogni singolo fotone.

Quello che mi chiedo è come fa una singola particella a interferire con se stessa e quindi comportarsi come un'onda.

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #393 il: Settembre 17, 2011, 14:20:45 pm »
Secondo me la quarta dimensione potrebbe benissimo essere quella che noi chiamiamo "tempo" la quale in realtà è una dimensione spaziale. Il fatto che noi la percepiamo diversamente dalle altre e che ci sembra di "scorrervi" sopra ricordando il passato e non il futuro, cioé la caratteristica "temporale", dinamica e sfuggente, che le diamo, potrebbe essere una specie di "illusione". O meglio il nostro modo di percepire le cose.
Nel suo libro "Dal big bang ai buchi neri" Hawking spiegò questa "illusione" col secondo principio della termodinamica.

Altra cosa che spesso mi chiedo io: si dice che l'universo si stia espandendo. E se invece fosse la materia che si sta contraendo? :hmm:

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #394 il: Settembre 17, 2011, 14:52:52 pm »
Faccio notare di sfuggita l'incredibile somiglianza tra alcune scuole di pensiero buddhista(in questo caso quella Tendai giapponese o Tiantai cinese),e la fisica quantistica.
Stando a questo parallelismo è la mente,a PRETENDERE,di determinare una realtà indeterminata,vacua(perchè priva di un'esistenza inerente),trasformando(illusoriamente)ciò che è continuo,in qualcosa di discreto.

Riporto dalla pagina di wikipedia dedicata al buddhismo Tendai:

La dottrina dell'ichinen sanzen (一念三千)
La lettura del Sutra del Loto alla luce della elaborazione, di impronta Mādhyamika, della Triplice verità porta la scuola Tendai (come già la scuola Tiāntái) ad elaborare la dottrina dello ichinen sanzen ("tremila mondi in un istante di vita", cin. 一念三千 yīniàn sānqiān ). Questa dottrina esprime un complesso olismo e omnicentrismo radicale che caratterizza l'unicità dell'insegnamento Tiāntái e Tendai nel panorama delle dottrine buddhiste. Essa sostiene che, dal punto di vista del pensiero, tutti i mondi (le singole esperienze e la individuazione dei singoli oggetti di esperienza) esistono certamente, ma la pratica meditativa consente di scorgerne la loro ambiguità, la loro indeterminatezza. Essi esistono solo in quanto la mente li delimita in modo arbitrario sia dal punto di vista spaziale che da quello temporale. Visti nella loro continuità temporale e nel loro condizionamente reciproco questi 'mondi' non possono essere considerati che 'vuoti', privi di una identità inerente. Ma il pensiero, ovvero la vita, non si accontenta della loro vacuità, soffrendo d'altro canto per la loro incostante 'esistenza' (ogni fenomeno appare, esiste e scompare): è l'ambiguità di questi 'mondi' a generare la sofferenza negli esseri senzienti (sanscrito sattva, cin. 衆生 zhòngshēng, giapp. shūjō) ed è il continuo esercizio di consapevolezza (pratica dello shikan, 止觀) sulla dottrina dello ichinen sanzen che può portare la salvezza da questa condizione. Le realtà possibili in un solo pensiero (sans. eka-kṣaṇa, cin. 一念 yīniàn, giapp. ichinen) indicati in questa dottrina, sono tremila (sanscrito tri-sāhasra, cin. 三千 sānqiān, giapp. sanzen) in quanto inglobano tutte le condizioni...
« Ultima modifica: Settembre 17, 2011, 15:03:27 pm da Salar de Uyuni »
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #395 il: Settembre 17, 2011, 15:09:57 pm »
Citazione
Le particelle risultano divise nelle tre dimensione, ma sono ancora legate/vincolate nella quarta, ecco perchè l'urto di una, agisce  istantaneamente sull'altra.


Ovvero sono 2 aspetti di una medesima cosa.
E' il modello di David Bohm:
Per Bohm il motivo per cui le particelle subatomiche restano in contatto indipendentemente dalla distanza che le separa risiede nel fatto che la loro separazione è un'illusione.  Era infatti convinto che, ad un livello di realtà più profondo, tali particelle non sono entità individuali, ma estensioni di uno stesso "organismo" fondamentale.  Bohm semplificava con un esempio:  immaginate un acquario contenente un pesce.  Immaginate che l'acquario non sia visibile direttamente, ma solo attraverso due telecamere, una  posizionata frontalmente e l'altra lateralmente rispetto all'acquario.
Guardando i due monitor televisivi possiamo pensare che i pesci siano due entità separate, la differente posizione delle telecamere ci darà infatti due immagini lievemente diverse.  Ma, continuando ad osservare i due pesci, alla fine ci accorgeremo che vi è un certo legame tra loro:  quando uno si gira, anche l'altro si girerà;  quando uno guarda di fronte a sé, l'altro guarderà lateralmente.  Essendo all'oscuro dello scopo reale dell'esperimento, potremmo credere che i due pesci comunichino tra loro, istantaneamente e misteriosamente.  Secondo Bohm il comportamento delle particelle subatomiche indica che esiste un livello di realtà del quale non siamo consapevoli, una dimensione che oltrepassa la nostra.  Se le particelle subatomiche ci appaiono separate è perché siamo capaci di vedere solo una porzione della loro realtà, esse non sono "parti" separate bensì sfaccettature di un'unità più profonda e basilare, che risulta infine altrettanto olografica ed indivisibile quanto la nostra rosa.  E poiché ogni cosa nella realtà fisica è costituita da queste "immagini", ne consegue che l'Universo stesso è una proiezione, un ologramma.

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #396 il: Settembre 17, 2011, 15:14:49 pm »
Faccio notare di sfuggita l'incredibile somiglianza tra alcune scuole di pensiero buddhista(in questo caso quella Tendai giapponese o Tiantai cinese),e la fisica quantistica.
Stando a questo parallelismo è la mente,a PRETENDERE,di determinare una realtà indeterminata,vacua(perchè priva di un'esistenza inerente),trasformando(illusoriamente)ciò che è continuo,in qualcosa di discreto.

Riporto dalla pagina di wikipedia dedicata al buddhismo Tendai:

La dottrina dell'ichinen sanzen (一念三千)
La lettura del Sutra del Loto alla luce della elaborazione, di impronta Mādhyamika, della Triplice verità porta la scuola Tendai (come già la scuola Tiāntái) ad elaborare la dottrina dello ichinen sanzen ("tremila mondi in un istante di vita", cin. 一念三千 yīniàn sānqiān ). Questa dottrina esprime un complesso olismo e omnicentrismo radicale che caratterizza l'unicità dell'insegnamento Tiāntái e Tendai nel panorama delle dottrine buddhiste. Essa sostiene che, dal punto di vista del pensiero, tutti i mondi (le singole esperienze e la individuazione dei singoli oggetti di esperienza) esistono certamente, ma la pratica meditativa consente di scorgerne la loro ambiguità, la loro indeterminatezza. Essi esistono solo in quanto la mente li delimita in modo arbitrario sia dal punto di vista spaziale che da quello temporale. Visti nella loro continuità temporale e nel loro condizionamente reciproco questi 'mondi' non possono essere considerati che 'vuoti', privi di una identità inerente. Ma il pensiero, ovvero la vita, non si accontenta della loro vacuità, soffrendo d'altro canto per la loro incostante 'esistenza' (ogni fenomeno appare, esiste e scompare): è l'ambiguità di questi 'mondi' a generare la sofferenza negli esseri senzienti (sanscrito sattva, cin. 衆生 zhòngshēng, giapp. shūjō) ed è il continuo esercizio di consapevolezza (pratica dello shikan, 止觀) sulla dottrina dello ichinen sanzen che può portare la salvezza da questa condizione. Le realtà possibili in un solo pensiero (sans. eka-kṣaṇa, cin. 一念 yīniàn, giapp. ichinen) indicati in questa dottrina, sono tremila (sanscrito tri-sāhasra, cin. 三千 sānqiān, giapp. sanzen) in quanto inglobano tutte le condizioni...


La domanda sorge spontanea: coincidono perché coincidono, cioé dopo lunghi studi ci si è ritrovati su un percorso simile, oppure coincidono perché l'uomo, gira che ti rigira, li vuol far coincidere?
Oppure coincidono per il semplice motivo che fuoriscono entrambe dalla mente umana la quale è strutturata, in un modo o nell'altro, a elaborare schemi piuttosto simili tra loro? :hmm:

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #397 il: Settembre 17, 2011, 15:15:39 pm »
Faccio notare di sfuggita l'incredibile somiglianza tra alcune scuole di pensiero buddista e la fisica quantistica.

"Il Tao della Fisica" di Fritjof Capra è illuminante al riguardo.

Offline Salar de Uyuni

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #398 il: Settembre 17, 2011, 15:25:09 pm »
Citazione
La domanda sorge spontanea: coincidono perché coincidono, cioé dopo lunghi studi ci si è ritrovati su un percorso simile, oppure coincidono perché l'uomo, gira che ti rigira, li vuol far coincidere?
Oppure coincidono per il semplice motivo che fuoriscono entrambe dalla mente umana la quale è strutturata, in un modo o nell'altro, a elaborare schemi piuttosto simili tra loro?

Non possono esistere sistemi cognitivi più diversi di quello scientifico,e di quello meditativo:il primo è proiettato verso l'esterno,il secondo verso l'interno...
eppure essi ''osservano'' le medesime cose.
Krishnamurti direbbe a tal proposito:l'osservatore è l'osservato.

Krishnamurti era amico di David Bohm:

L'ORDINE IMPLICATO
di David Peat

"Tutto quello che vediamo intorno - affermò Bohm - la provincia della fisica Newtoniana altro non è che la superficie del mondo, il suo ordine esplicato. Lì giace qualcosa di molto più profondo dal quale si dispiega il nostro ordine esplicato".



Il catalizzatore, di quella che fu la maggiore trasformazione della vita e del lavoro di Bohm, fu scoperto da Saral Bohm, durante una delle loro visite in libreria. Lì, lei venne a contatto con un libro che conteneva la frase “l'osservatore è l'osservato”. Questo suonava esattamente come quel tipo di cose di cui, sempre, Bohm parlava nel contesto della teoria quantistica.

Saral gli mostrò The first and last freedom, (La prima e ultima libertà - Astrolabio 1969 - ndt) scritto dal maestro indiano Jiddu Krishnamurti. Bohm lo lesse il più velocemente possibile, poi prese in prestito altri libri dello stesso autore.

Testimoniavano l'esistenza di un pensatore che aveva visto profondamente e autenticamente nell'essenza del problema umano. […] Avendo sognato a lungo sulla trascendenza, si apriva ora per Bohm un passaggio verso ciò che giace oltre i pensieri. […] Entrò appassionatamente e con tutto il cuore dentro questo irruente mondo esoterico. Nei libri di Krishnamurti trovava un'analisi chiara della natura della coscienza e del meccanismo grazie al quale il pensatore separa se stesso - se stessa, quale entità distaccata, indipendente. […] Le osservazioni di Krishnamurti che “il pensatore è il pensiero” e “l'osservatore è l'osservato” colpirono Bohm in quanto somiglianti con la sua stessa - e di Niels Bohr - meditazione sul ruolo dell'osservatore nella teoria quantistica. Bohm aveva sperimentato personalmente il modo in cui l'osservazione di un determinato pensiero cambia il movimento del pensiero stesso. […]

Il maestro indiano indicava una consapevolezza diretta del piano universale, lo stesso piano che Bohm stava cercando di descrivere nella sua fisica. Non appena ebbero modo di parlare, l'energia focalizzata di Bhom lo rese capace di penetrare e rimanere nell' “indicibile”, allo stesso tempo sollecitando il maestro indiano a chiarire ed espandere il suo insegnamento. […] Le sue conversazioni con il maestro indiano erano così importanti per Bohm che ogni anno lui e Saral andarono a Saanen, in Svizzera, dove Krishnamurti teneva i sui discorsi. Fu durante questo periodo che Bohm gli parlò di fisica. Krishnamurti non si soffermava molto sulla scienza, o su ciò che riguarda la musica, l'arte, la filosofia o la letteratura. In ogni caso avvisò Bohm di “cercare di cominciare dallo sconosciuto”. Per Bohm il tema cruciale era come dissolvere i compartimenti stagni della conoscenza e permettere che operasse qualcosa di nuovo e creativo.

Il pensiero è lo strumento grazie al quale la scienza va avanti, tuttavia, anche, il pensiero controlla il pensatore. La più profonda intuizione scientifica si manifesta, credeva Bohm, solo quando la mente raggiunge uno stato di così intensa energia che gli abituali modelli di pensiero sono dissolti. Il momento creativo di un Archimede, di un Newton o di un Einstein includono la stessa trasformazione di cui parlava Krishnamurti. […]

Egli chiedeva che il pensiero fosse spinto al suo limite, fino a quel punto in cui apre la strada a qualcosa d'altro. Bohm, in ogni caso, credeva che il pensiero avesse ancora un ruolo significativo da giocare. Quando “era portato all'interno dell'ordine”, poteva essere un valido strumento. Pensare era il centro della sua vita, come avrebbe potuto portare avanti la fisica senza? Questa domanda continuava a confonderlo. […]
Bohm era consapevole di un'intensa, attenta capacità di osservazione in Krishnamurti. In particolare aveva notato l'attenzione che Krisnhamurti dava ai movimenti degli occhi. […]

Nel 1974, quando veniva a farmi visita da Ottawa, abbiamo passato diversi giorni a parlare di Krishnamurti. A quel tempo lo provocavo, nello spirito amabile della nostra conversazione, che fino a quando egli stesso non avesse sperimentato lo stato di cui Krishnamurti parlava, la sua discussione sulla trasformazione era ipotetica e vuota. A questo replicò: "beh, lasciamelo dire, ho visto alcune delle cose di cui parla Krishnamurti. Ho guardato la realtà e ho visto che è un'illusione.”  
Molti si sono meravigliati dell'estensione del coinvolgimento con il maestro indiano. La sua comprensione di Krisnamurti era puramente “intellettuale” o dovette anch'egli entrare in uno stato di trasformazione?" […].

Bohm da parte sua arrivò a chiedersi perché tale trasformazione era accaduta solo a Krishnamurti…[…] era davvero libero dai condizionamenti? […]. Perché intorno a lui nessuno aveva sperimentato una trasformazione radicale della coscienza? Per Bohm la mente è “non locale”, perché la trasformazione non si era trasmessa? Nessuno dei suoi ascoltatori lo aveva ascoltato come si doveva? C'erano dei problemi nella sua comunicazione? C'era qualcosa d'incompleto nel suo messaggio? […]

Guardando al passato è difficile determinarlo, ma è certo che mentre alcuni dettero il benvenuto alla vicinanza tra Bohm e Krishnamurti, altri sarebbero stati felici di vedere il crearsi di un dissapore tra i due. […]

Verso la fine della sua vita per esempio[Bohm], parlò delle umiliazioni che aveva subito per mezzo di Krishnamurti il quale in sua presenza faceva delle battute taglienti sui “professori” e non aveva compreso l'importanza del lavoro di Bohm. Se solo, pensava Bohm, Krishnamurti avesse avuto la volontà di ascoltare le sue idee sull'ordine implicato, avrebbero magari trovato un modo di indagare ancora più approfondito. Forse l'idea dell'ordine implicato avrebbe aiutato le persone a comprendere quello che diceva Krishnamurti.

Tuttavia il maestro indiano non sembrò mai prendere troppo sul serio tali cose, definendole probabilmente un altro prodotto del pensiero. Se da un lato i confini del suo ego talvolta si dissolvevano in un'essenza o in piano ben più grandi, dall'altro l'immagine di Se impoverita di Bohm doveva essere difesa.

“Ora sono essenzialmente libero dai miei dolori [al petto ndt] così come sono libero, su K. e quello che dice, di prendere ciò che giusto e lasciare ciò che è sbagliato”
(da una lettera di Bohm del gennaio 1980)

« Ultima modifica: Settembre 17, 2011, 15:40:30 pm da Salar de Uyuni »
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« Risposta #399 il: Settembre 17, 2011, 15:38:07 pm »
David Bohm teorizza l'universo olografico,le citazioni le ho prese da qui:
http://www.xmx.it/universoillusione.htm
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« Risposta #400 il: Settembre 17, 2011, 18:10:57 pm »
Non possono esistere sistemi cognitivi più diversi di quello scientifico,e di quello meditativo:il primo è proiettato verso l'esterno,il secondo verso l'interno...
eppure essi ''osservano'' le medesime cose.

Sono sempre frutto del pensiero umano.


David Bohm teorizza l'universo olografico,le citazioni le ho prese da qui:
http://www.xmx.it/universoillusione.htm

Mi sembra piuttosto azzardata come ipotesi. Anche perché se il mondo è un ologramma questo ologramma chi lo proietta?
Io mi limiterei a dire che il mondo ha una struttura simile a quella dell'ologramma. Il che è abissalmente diverso e non comporterebbe la tesi, molto astrusa e ben poco scientifica, che la realtà è solo un'illusione.
Al massimo l'illusione somiglia alla realtà.
Vabbé, ora non vorrei essere dato del "materialista" però...
« Ultima modifica: Settembre 17, 2011, 18:23:28 pm da Giubizza »

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #401 il: Settembre 17, 2011, 18:58:11 pm »
A me queste speculazione sulla fisica quantistica danno il sospetto di una forte esterofilia insinuata nei ceti intellettuali.
Dopo aver scongiurato lo spettro della "fisica ariana" ora siamo alle prese con una "fisica indiana"? :hmm:

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #402 il: Settembre 17, 2011, 20:02:30 pm »
Sono sempre frutto del pensiero umano.


Mi sembra piuttosto azzardata come ipotesi. Anche perché se il mondo è un ologramma questo ologramma chi lo proietta?
Io mi limiterei a dire che il mondo ha una struttura simile a quella dell'ologramma. Il che è abissalmente diverso e non comporterebbe la tesi, molto astrusa e ben poco scientifica, che la realtà è solo un'illusione.
Al massimo l'illusione somiglia alla realtà.
Vabbé, ora non vorrei essere dato del "materialista" però...

no non direi cosi. la meditazione non pensa, al limite osserva il pensiero. dovrebbe esserci un po di differenza.

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #403 il: Settembre 17, 2011, 20:06:18 pm »
A me queste speculazione sulla fisica quantistica danno il sospetto di una forte esterofilia insinuata nei ceti intellettuali.
Dopo aver scongiurato lo spettro della "fisica ariana" ora siamo alle prese con una "fisica indiana"? :hmm:

adesso il pensiero dovrebbe essere solo italiano o europeo? che problema cè? non capisco questo protezionismo.

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #404 il: Settembre 17, 2011, 20:07:28 pm »
ed alla fine avrà ragione Emanuele Severino   :rolleyes:
Io ho riposto le mie brame nel nulla.
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