Autore Topic: Varie, volontà e rappresentazione  (Letto 69504 volte)

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #450 il: Settembre 19, 2011, 14:46:57 pm »
Bella domanda. Che dici, la giriamo a Guit?

Si può fare, ma non vorrei avere un'eventuale risposta di cui non ci capisco niente. :w00t:


No. Un'ipotesi è scientifica fino a quando non viene falsificata. E' come l'innocenza del giusto processo.  :cool:

Io so che funziona al contrario: una cosa non è scientifica fin quando non viene provata. E' come la colpevolezza del giusto processo.

Offline Guit

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #451 il: Settembre 19, 2011, 14:52:39 pm »
Ma comunque i principi di non-località e di indeterminazione riguardano le particelle subatomiche. La mia domanda è: perché non riguarda anche oggetti più grandi della particelle subatomiche? Cosa c'è che fa in modo che passando a scale più grandi le cose si fanno meno sfumate è più "deterministiche"?

Detto da un non realista: perché in un caso si indaga l'essenza della materia e nell'altro il fenomeno percettivo. O meglio: le due cose non coincidono. E lo spazio-tempo appartiene al dominio della percezione.


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Offline Guit

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #452 il: Settembre 19, 2011, 14:55:17 pm »
Io so che funziona al contrario: una cosa non è scientifica fin quando non viene provata.

Il presupposto dell'eresia. Troppo funzionale ai poteri per essere scienza.



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Offline ninonino

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #453 il: Settembre 19, 2011, 14:58:53 pm »
:lol: E mi raccomando impara bene! :P

Ma comunque i principi di non-località e di indeterminazione riguardano le particelle subatomiche. La mia domanda è: perché non riguarda anche oggetti più grandi della particelle subatomiche? Cosa c'è che fa in modo che passando a scale più grandi le cose si fanno meno sfumate è più "deterministiche"?

lo stesso di quanto avviene nel segmento. noi lo vediamo limitato, ma esso è costituito da infiniti punti. anche con i numeri è così: dal 2 al 3, ad esempio ci sono infiniti numeri, considerando i decimali, se non altro per il semplice motivo che non esiste limite alla giustapposizione delle cifre. anche nella lingua, un gruppo nominale può non terminare mai: l'uomo che ho visto ieri camminare sulla strada acciottolata con un cane al guinzaglio che abbaiava tanto forte da disturbar tutti quelli che stavano a casa appollaiati in poltrona a veder la partita che .... hai voglia a mettere proposioni prima di arrivare al verbo della principale. per questo motivo, il testo teoricamente potrebbe non aver mai fine. purtroppo o menomale, però, una relazione la dobbiamo terminare, altrimenti non la consegneremmo mai!!!
ma il carattere intrinsecamente infinito del testo non è assolutamente in contrasto con il carattere finito di quel testo che dobbiamo consegnare. caso mai, son due facce della stessa medaglia. ovvero, noi terminiamo il testo sapendo di poterlo teoricamente non terminare mai!!!

Offline Guit

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #454 il: Settembre 19, 2011, 15:11:42 pm »
lo stesso di quanto avviene nel segmento. noi lo vediamo limitato, ma esso è costituito da infiniti punti. anche con i numeri è così: dal 2 al 3, ad esempio ci sono infiniti numeri, considerando i decimali, se non altro per il semplice motivo che non esiste limite alla giustapposizione delle cifre. anche nella lingua, un gruppo nominale può non terminare mai: l'uomo che ho visto ieri camminare sulla strada acciottolata con un cane al guinzaglio che abbaiava tanto forte da disturbar tutti quelli che stavano a casa appollaiati in poltrona a veder la partita che .... hai voglia a mettere proposioni prima di arrivare al verbo della principale. per questo motivo, il testo teoricamente potrebbe non aver mai fine. purtroppo o menomale, però, una relazione la dobbiamo terminare, altrimenti non la consegneremmo mai!!!
ma il carattere intrinsecamente infinito del testo non è assolutamente in contrasto con il carattere finito di quel testo che dobbiamo consegnare. caso mai, son due facce della stessa medaglia. ovvero, noi terminiamo il testo sapendo di poterlo teoricamente non terminare mai!!!

Interessante anche che un numero reale sia l'elemento di separazione tra due classi contigue di numeri razionali . Reale ma di precisione non finita.

Anche il dominio della percezione possiede porte di accesso al non razionale e come giustamente fai notare, per l'applicabilità pratica prima o poi si deve consegnare, e una calcolatrice giunta alla saturazione del registro ti restituisce la precisione raggiunta, sperando che basti.



« Ultima modifica: Settembre 19, 2011, 15:25:36 pm da Guit »
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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #455 il: Settembre 19, 2011, 15:13:17 pm »
Detto da un non realista: perché in un caso si indaga l'essenza della materia e nell'altro il fenomeno percettivo. O meglio: le due cose non coincidono. E lo spazio-tempo appartiene al dominio della percezione.

E le osservazioni fatte sulle particelle non sono fondate su dei fenomeni percettivi?
Fenomeni percettivi mediati da strumenti raffinati, ma sempre fenomeni percettivi sono. Anzi, sono appunto ancora più mediati.


Il presupposto dell'eresia. Troppo funzionale ai poteri per essere scienza.

Le eresie erano perseguite per legge, le ipotesi non scientifiche no.

Ma non è che si può far passare per scienza la propria definizione personale di ciò che si ritiene DOVREBBE essere la scienza. Io ho dato una definizione di scienza sulla base di ciò che è la scienza. E la scienza è questo: non dare nulla per scontato finché non è dimostrato.

E tra l'altro a me risulta che poter spacciare per "scienza" ogni ipotesi non confutata mi sembra sia funzionale ai poteri, perché questi possono far passare per scienza ciò che vogliono.
Se invece una cosa devi provarla allora so' cazzi!



lo stesso di quanto avviene nel segmento. noi lo vediamo limitato, ma esso è costituito da infiniti punti. anche con i numeri è così: dal 2 al 3, ad esempio ci sono infiniti numeri, considerando i decimali, se non altro per il semplice motivo che non esiste limite alla giustapposizione delle cifre. anche nella lingua, un gruppo nominale può non terminare mai: l'uomo che ho visto ieri camminare sulla strada acciottolata con un cane al guinzaglio che abbaiava tanto forte da disturbar tutti quelli che stavano a casa appollaiati in poltrona a veder la partita che .... hai voglia a mettere proposioni prima di arrivare al verbo della principale. per questo motivo, il testo teoricamente potrebbe non aver mai fine. purtroppo o menomale, però, una relazione la dobbiamo terminare, altrimenti non la consegneremmo mai!!!
ma il carattere intrinsecamente infinito del testo non è assolutamente in contrasto con il carattere finito di quel testo che dobbiamo consegnare. caso mai, son due facce della stessa medaglia. ovvero, noi terminiamo il testo sapendo di poterlo teoricamente non terminare mai!!!

Cioé sarebbe a dire che le cd "particelle" sono un limite discreto che noi diamo alla suddivisione della materia perché a un certo punto deve terminare questa suddivisione? :unsure:

Offline Guit

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #456 il: Settembre 19, 2011, 15:21:07 pm »
Veramente poter spacciare per "scienza" ogni ipotesi mi sembra sia funzionale ai poteri. Se invece una cosa devi provarla allora so' cazzi!

Non ho mai detto che ogni ipotesi possa essere spacciata per scienza, bensì solo quella che dichiari uno o più caratteri di falsificabilità.

E' questo lo snodo cruciale, e per questo deve esserne difesa la libertà d'espressione, altrimenti minacciata dall'impossibilità di colui che ipotizza di poter, magari anche solo per limiti di struttura, fornire anche una prova sperimentale. L'articolo di EPR, che sosteneva l'incompletezza della MQ, non sarebbe stato per esempio accettabile: si trattava infatti di un esperimento mentale.

Ed è grazie a quell'articolo che Bell trae spunto per la formalizzazione di un sistema (le disuguaglianze) con cui si possa mettere sotto prova sperimentale quanto sostenuto mentalmente, il che porta per paradosso alla completezza della MQ.

Se la scienza andasse avanti come dici tu non esisterebbe progresso.

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #457 il: Settembre 19, 2011, 15:25:14 pm »
Non ho mai detto che ogni ipotesi possa essere spacciata per scienza, bensì solo quella che dichiari uno o più caratteri di falsificabilità.

E' questo lo snodo cruciale, e per questo deve esserne difesa la libertà d'espressione, altrimenti minacciata dall'impossibilità di colui che ipotizza di poter, magari anche solo per limiti di struttura, fornire anche una prova sperimentale. L'articolo di EPR, che sosteneva l'incompletezza della MQ, non sarebbe stato per esempio accettabile: si trattava infatti di un esperimento mentale.

Ed è grazie a quell'articolo che Bell trae spunto per la formalizzazione di un sistema (le disuguaglianze) con cui si possa mettere sotto prova sperimentale quanto sostenuto mentalmente, il che porta per paradosso alla completezza della MQ.

Sempre di dimostrazioni si parla. Altrimenti non si potrebbe parlare di scienza. Questo perché la scienza non è una questione di "libertà di espressione", è questione di dimostrazione dei fatti.


Citazione
Se la scienza andasse avanti come dici tu non esisterebbe progresso.

Il problema è che non hai colto ciò che "dico io". E' questo il problema serio e REALE.

Offline Guit

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #458 il: Settembre 19, 2011, 15:26:05 pm »
Sempre di dimostrazioni si parla. Altrimenti non si potrebbe parlare di scienza. Qiesto perché la scienza non è una questione di "libertà di espressione", è questione di dimostrazione dei fatti.

Va bene. Mi fermo qui.
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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #459 il: Settembre 19, 2011, 15:28:52 pm »
... Qiesto perché la scienza non è una questione di "libertà di espressione", è questione di dimostrazione dei fatti ...

<<Sir Karl Raimund Popper (Vienna, 28 luglio 1902 – Londra, 17 settembre 1994) è stato un filosofo e epistemologo austriaco, naturalizzato britannico.

Popper è anche considerato un filosofo politico di statura considerevole, difensore della democrazia e del liberalismo e avversario di ogni forma di totalitarismo. Egli è noto per il rifiuto e la critica dell'induzione, la proposta della falsificabilità come criterio di demarcazione tra scienza e non scienza, la difesa della "società aperta" ...>>

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« Risposta #460 il: Settembre 19, 2011, 15:31:16 pm »
<<Sir Karl Raimund Popper (Vienna, 28 luglio 1902 – Londra, 17 settembre 1994) è stato un filosofo e epistemologo austriaco, naturalizzato britannico.

Popper è anche considerato un filosofo politico di statura considerevole, difensore della democrazia e del liberalismo e avversario di ogni forma di totalitarismo. Egli è noto per il rifiuto e la critica dell'induzione, la proposta della falsificabilità come criterio di demarcazione tra scienza e non scienza, la difesa della "società aperta" ...>>

Popper sostenne che un'ipotesi per essere scientifica OLTRE che verificabile dove essere ANCHE falsificabile. E allora?
Si tratta di un perfezionamento dei metodi di dimostrazione scientifica.
Che poi fosse anche un liberale e democratico (e anche io lo sono) è cosa che non c'entra molto con la scienza. Sono due cose distinte e separate.
Una cosa è la scienza, altra cosa è la politica. Si, la scienza può essere strumentalizzata dalla politica e la politica può influire sulla scienza. Ma meno interferenze ci sono meglio è.
Come al solito qui si vuol fare un mischiafrancesca tra diverse sfere delle attività umane. Prima tra scienza e religione ora tra scienza e politica.

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #461 il: Settembre 19, 2011, 15:43:02 pm »
Popper sostenne che un'ipotesi per essere scientifica OLTRE che verificabile dove essere ANCHE falsificabile. E allora?
Si tratta di un perfezionamento dei metodi di dimostrazione scientifica.
...

Mi dai riferimenti su quanto affermi?
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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #462 il: Settembre 19, 2011, 15:45:04 pm »
...
Che poi fosse anche un liberale e democratico (e anche io lo sono) è cosa che non c'entra molto con la scienza. Sono due cose distinte e separate.
...

Vorrei anche riferimenti sul fatto che la critica al metodo induttivo sia in Popper disgiunta dalla dimensione etica.

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #463 il: Settembre 19, 2011, 15:45:47 pm »
Perché in alternativa il mischiafrancesca lo stai facendo tu, attribuendo a un filosofo cose che non ha mai detto né pensato.

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #464 il: Settembre 19, 2011, 16:50:10 pm »
L'unica cosa che ho attribuito a Popper è questa:

Popper sostenne che un'ipotesi per essere scientifica OLTRE che verificabile dove essere ANCHE falsificabile.

Nient'altro.