Autore Topic: Varie, volontà e rappresentazione  (Letto 68291 volte)

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Offline TheDarkSider

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #30 il: Agosto 22, 2011, 10:40:35 am »

2. La forma vivente umana è piccola piccola e per nulla intelligente, al punto da non sospettare nemmeno lontanamente che ogni volta che crede di lavorare al proprio progresso sta in verità rendendosi schiava della Macchina, lavorando esclusivamente al suo Progresso, verso un regime tecnocratico dove l'umano mantiene solo l'illusione del controllo, illusione che è parte integrante, strutturale e necessaria affinché il tutto si realizzi. L'umano ha dato vita senza sostanzialmente averne piena consapevolezza, a una Volontà disumana, che adesso procede nel proprio egoistico interesse.


Il complotto sarebbe un'onta meno grave, perché conferirebbe all'umano capacità che a prima vista non sembra proprio in grado di possedere.

La realtà tecnocratica pur se disumana appartiene a questo mondo e segue percorsi evolutivi classici: ogni carattere inutile, che non serve più, sarà dismesso grazie a selezione. L'essere maschile è come un'appendice intestinale ormai inutile, che sta ancora lì, senza svolgere alcuna funzione, nell'attesa che il tempo la faccia del tutto sparire.

Pensare che questo sia interesse dell'essere femminile sarebbe un grossolano errore. Sparirà anche la femmina non appena diventerà anch'essa inutile. Quando? Quando la Macchina non avrà più bisogno degli umani e della loro illusione per evolversi in modo autonomo; quando cioè alla Macchina non interesserà più nemmeno quel 1,2 di figli di donna liberata.

Fantascienza? Forse. Ma con queste teorie i conti tornano. Con le altre no.
L'opinione che la civiltà della Tecnica stia per prendere il sopravvento su ogni altra forma di civiltà, e perfino sulla civiltà del Capitalismo, è pure quella del filosofo Severino.

Il ragionamento è che il Capitalismo cerca di servirsi della Tecnica, ma lo scopo del Capitalismo ( l'aumento indefinito del saggio di profitto ) sta per soccombere allo scopo della Tecnica ( l'aumento indefinito della potenza delle macchine sulla natura ) proprio perché il presunto servitore ( la Tecnica ) ha uno scopo suo proprio che è altro dallo scopo del presunto padrone ( il Capitalismo ).

Ora mi scuso di questo riassunto semplicistico, ma parlando sinceramente il mio intelletto non è all'altezza di comprendere appieno i ragionamenti di Severino, un uomo la cui cultura e capacità di analisi logica è davvero straordinaria. Indipendentemente dal fatto che si condivida o meno il suo pensiero, Severino rappresenta al meglio tante di quelle qualità maschili che oggi sono costantemente denigrate: la capacità di ragionamento astratto e generale, la stretta fedeltà alla logica, l'amore disinteressato per il sapere, il coraggio di innovare e rompere con schemi di pensiero consolidati ( si figuri che la sua teoresi propriamente filosofica mette in discussione quasi tutti i filosofi della tradizione occidentale tranne Parmenide e pochi altri ).





"Le donne occidentali sono più buone e tolleranti con gli immigrati islamici che le stuprano che con i loro mariti."
Una donna marocchina

Offline Guit

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #31 il: Agosto 22, 2011, 11:48:32 am »
L'opinione che la civiltà della Tecnica stia per prendere il sopravvento su ogni altra forma di civiltà, e perfino sulla civiltà del Capitalismo, è pure quella del filosofo Severino.

Il ragionamento è che il Capitalismo cerca di servirsi della Tecnica, ma lo scopo del Capitalismo ( l'aumento indefinito del saggio di profitto ) sta per soccombere allo scopo della Tecnica ( l'aumento indefinito della potenza delle macchine sulla natura ) proprio perché il presunto servitore ( la Tecnica ) ha uno scopo suo proprio che è altro dallo scopo del presunto padrone ( il Capitalismo ).

E i sessi ci sono?

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Offline TheDarkSider

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #32 il: Agosto 22, 2011, 12:59:54 pm »
E i sessi ci sono?
Per quanto ne sappia Severino non fa menzione specifica di come evolverà il rapporto tra i sessi, ma è chiaro che il trionfo della Civiltà della Tecnica renderà possibili tutti quegli scenari che oggi sembrano fantascientifici ma che una Tecnica onnipotente renderà inevitabili: riproduzione asessuata, eugenetica, potenzionamento ( e forse immortalità? ) dei corpi attraverso una simbiosi con le macchine, ecc.

Scenari più volte evocati anche da te altri su questo forum.
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Offline Guit

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #33 il: Agosto 22, 2011, 13:55:09 pm »
Per quanto ne sappia Severino non fa menzione specifica di come evolverà il rapporto tra i sessi, ma è chiaro che il trionfo della Civiltà della Tecnica renderà possibili tutti quegli scenari che oggi sembrano fantascientifici ma che una Tecnica onnipotente renderà inevitabili: riproduzione asessuata, eugenetica, potenzionamento ( e forse immortalità? ) dei corpi attraverso una simbiosi con le macchine, ecc.

Scenari più volte evocati anche da te altri su questo forum.


Secondo me è impossibile affrontare l'argomento senza considerare i sessi e la riproduzione. La perdita da parte dell'umano della capacità di riprodursi autonomamente, è il confine tra la speranzza di riscatto e la totale dipendenza dalla Tecnica, senza alcuna possibilità di ritorno.

La Macchina ha stipulato un accordo col sesso femminile, temporaneo, che ha come fine proprio questo: sostituirsi al sesso maschile per causare l'estinzione della capacità riproduttiva autonoma nell'umano.

E' per questo che esiste il femminismo, ed è questa la peggior insidia alla nostra specie. Come si può non tenerne conto?

E osservate che l'ha fatto nel momento stesso in cui è stato possibile sostituire uno dei due.

Così come ha sostituito gli operai nelle fabbriche non appena i suoi bracci a controllo numerico sono stati in grado di farlo, senza mogliorare la condizione di vita della classe operaia, così sostituisce l'apparato genitale maschile, non appena si paventa la possibilità di farlo, senza migliorare la condizione di vita degli umani, anzi. E' questa una sostituzione ben più radicale e significativa, dal punto di vista morale, di quella degli operai. Un'operazione da preparare con largo anticipo, iniziando per esempio a deprivare di ogni valore morale e fattuale colui che si dovrà presto far sparire: il maschio. In modo tale che quando arriverà il momento tutti avranno argomenti per poter sostenere che in fondo è cosa giusta, proprio come hanno fatto quando sono stati sostituti gli operai.

La donna si farà complice dell'estinzione della nostra specie. Loro lo negano perché partoriscono e allattano, come poter dire una cosa del genere? Ma parallelamente utilizzano il potere politico per imporre legilazioni dove si può concepire senza di noi, dove si può far crescere i figli senza di noi, dove si può amarsi tra donne senza di noi. Con tanto di propaganda incessante, strapagata, vessatoria. Dove: "I figli li fa la donna" e "La donna dà la vita".

Qual'è dunque la direzione che avete preso, signore femministe? Quella della Civiltà Umana o della Tecnocrazia?

(Secondo me l'espressione Civiltà della Tecnica, posta in questi termini, è un ossimoro)


« Ultima modifica: Agosto 22, 2011, 14:50:21 pm da Guit »
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Offline Guit

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #34 il: Agosto 22, 2011, 14:24:04 pm »
Un altro dubbio mi nasce nel relazionare l'economia alla modificazione tecnocratica. Anche in un ipotetico mondo fatto di macchine si riproporrà il problema economico, pressapoco identico a quello attuale, perché le risorse anche lì saranno limitate.

Perché mai quindi, dovrebbe essere l'economia la spinta per tali modificazioni, essendo queste scarsamente incisive sui meccanismi economici?

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Offline Guit

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #35 il: Agosto 22, 2011, 14:56:02 pm »

Il luogo comune che "La donna dà la vita" è una mezza messa. La donna può dare la vita in due modi: insieme all'uomo; insieme alla macchina. Stanno scegliendo la seconda. Non le singole donne, ma le donne come categoria, quindi prima o poi tutte.

La cosa è talmente evidente che sorprende il livello di incapacità delle eccelse menti del femminismo nel non vederla. No. Non credo sia opportunismo, cattiva fede, quella di chi vede ma non dice niente per pura convenienza. No. E' proprio incapacità, perché se la vedessero salterebbe subito agli occhi quanto sia sconveniente anche per loro.


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Offline Rita

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #36 il: Agosto 22, 2011, 15:22:15 pm »
L'opinione che la civiltà della Tecnica stia per prendere il sopravvento su ogni altra forma di civiltà, e perfino sulla civiltà del Capitalismo, è pure quella del filosofo Severino.







mi sembra anche di ravvisare lo stesso pensiero in Primo Levi, qui in un'intervista in occasione dell'uscita del suo libro "Vizio di forma" (che per lui è in realtà un errore di sostanza - il fallimento della tecnica come fattore di progresso)

L'esperienza è un pettine che la vita ti dà dopo che hai perso i capelli

Offline Guit

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #37 il: Agosto 22, 2011, 15:38:10 pm »


mi sembra anche di ravvisare lo stesso pensiero in Primo Levi, qui in un'intervista in occasione dell'uscita del suo libro "Vizio di forma" (che per lui è in realtà un errore di sostanza - il fallimento della tecnica come fattore di progresso)


Perdonate l'insistenza ma se non si pone la riproduzione come questione strutturale della tecnocrazia - non come insieme di effetti collaterali - allora non si tratta dello stesso pensiero (intendo rispetto a quello esposto nel forum).


« Ultima modifica: Agosto 22, 2011, 17:47:40 pm da Guit »
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Offline Animus

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #38 il: Agosto 22, 2011, 18:52:58 pm »
Perdonate l'insistenza ma se non si pone la riproduzione come questione strutturale della tecnocrazia

Non si sa.
Tempo fa scrissi che la filosofia dei sessi è una filosofia minore "Se invece si vuole fare della filosofia minore, analitica, allora si porra´ il focus sulle due parti (sui sessi)" (http://www.metromaschile.it/forum/dialoghi-sulla-qm/aphorismen/msg16686/#msg16686), quella maggiore, dovrebbe essere sulla vita/morte.

Ed infatti in un altro (Fenomenologia dello Spirito) scrissi ancora:
Lo Spirito è arrivato fino al Sesso...iniziamo a vedervi i Segni dei morsi e degli artigli che affondano nelle chiappe.
Siamo davvero noi umani in grado di impedirne l'ascesa?


Intendendo appunto che la decostruzione del sesso, e l'unificazione dei sessi, nella logica della dialettica hegeliana, è il gradino inferiore necessario per arrivare al superiore.


Pero' la Genesi evidenzia entrambi, sesso e vita/morte,ed è difficile stabilire con certezza cosa sia strumentale a cosa, anche se per ovvie ragioni empiriche, si deve per forza in mancanza di prove maggiori,  porre l'ordine stabilito sopra.

Poi per quanto riguarda la tecnica, per me non esiste in sé, come soggetto della Storia.
E' soltanto il mezzo escogitato dall'uomo per perseguire un'Idea [1]...

Animus


1 - E' inaftti Bacone scrisse che grazie alla tecnica l'uomo poteva finalmente rimediare alla caduta originale.

« Ultima modifica: Agosto 22, 2011, 19:22:13 pm da Animus »
Ti sentirai più forte, un uomo vero, oh si , parlando della casa da comprare, eggià, e lei ti premierà, offrendosi con slancio.  L'avrai, l'avrai, con slancio e con amore … (Renato Zero)

Ha crocifissi falci in pugno e bla bla bla fratelli (Roberto Vecchioni)

Offline Stealth

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #39 il: Agosto 22, 2011, 20:58:11 pm »
L'opinione che la civiltà della Tecnica stia per prendere il sopravvento su ogni altra forma di civiltà, e perfino sulla civiltà del Capitalismo, è pure quella del filosofo Severino.

Il ragionamento è che il Capitalismo cerca di servirsi della Tecnica, ma lo scopo del Capitalismo ( l'aumento indefinito del saggio di profitto ) sta per soccombere allo scopo della Tecnica ( l'aumento indefinito della potenza delle macchine sulla natura ) proprio perché il presunto servitore ( la Tecnica ) ha uno scopo suo proprio che è altro dallo scopo del presunto padrone ( il Capitalismo ).

E su quali logiche economiche si fonderebbe il funzionamento di questa "civiltà della Tecnica"?

Offline Guit

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #40 il: Agosto 23, 2011, 01:34:38 am »
x Animus:

La mia personalissima visione è che la realtà sia costituita di puro linguaggio, dove eliminando un partecipante l'altro non sa più con chi parlare, e la realtà decade, in tutti i fenomeni duali.
L'umano è costituito della materia comunicativa interposta tra maschio e femmina, tra vita e morte. Eliminando uno qualsiasi di questi quattro, l'umano cessa di esistere.

Ho dei dubbi sul fatto che vi sia una diretta conseguenzialità tra sessi e vita/morte, mi sembra più plausibile che siano l'uno allegoria dell'altro. E credo anche che la Tecnica non sia soggetto della Storia, perché nel momento in cui lo diverrà, e il processo sarà compiuto, non esisterà più alcuna Storia umana, più nessun uomo che la possa narrare e nessuno che la possa leggere, per entrare in un'era per noi non descrivibile.

Quello che rilevo è una tensione di sopravvivenza imposta, di qualcosa che potrebbe già tranquillamente essere finito; l'umano sembra esistere ancora solo per completare un lavoro prima dell'eclissi finale.

Effettivamente tra la Tecnica come idea e la Tecnica come soggetto reale, esiste la relazione duale idea/realtà, per cui in base al mio schema essa è costituita della materia comunicativa tra l'idea di macchina e la sua realizzazione, per cui venendo a mancare la sua idea verrebbe a mancare anche la sua essenza. Ed è precisamente questa l'illusione umana che consente alla macchina di perfezionarsi: la servitù umana non serve solo per costruire la macchina ma anche per "pensarla". Fino al giorno in cui la macchina avrà un'idea propria, un'idea di sé stessa sostitutiva a quella che abbiamo noi di lei, e che comporterà la totale inutilità dell'umano e il suo disfacimento finale.

Magari anche solo per poterlo meglio adorare.

Ma sono solo miei deliri. Forse anche la macchina potrà un giorno dire che Dio è morto.

Per ora, ciò che è evidente, è che in mancanza di un sesso solo la Tecnica potrà tenere in vita l'altro, ma fino a quando?

Il sodalizio pre-tecnocratico tra Donna e Tecnica durerà fin quando saranno interdipendenti, così come è durato il sodalizio Donna Uomo fin quando ognuno dei due ha avuto bisogno dell'altro.

Infine sarà la Tecnica a non avere più bisogno della Donna, perché la Donna, senza più Uomo, rappresentante mono-sesso di un'umano che vive di comunicazione, non potrà mai più rendersi indipendente dalla Macchina.

E l'argomento vita/morte dell'umano estinguerà con l'ultima donna, anzi con la penultima, perché l'ultima rimasta da sola non saprà con chi parlarne.


« Ultima modifica: Agosto 23, 2011, 03:45:29 am da Guit »
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Offline emilio

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #41 il: Agosto 23, 2011, 07:32:03 am »
Amo immaginare in un simile scenario le ipotetiche macchine che grideranno alle ultime donne "Inutili, siete inutili!"

Offline Guit

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #42 il: Agosto 23, 2011, 12:39:55 pm »
Amo immaginare in un simile scenario le ipotetiche macchine che grideranno alle ultime donne "Inutili, siete inutili!"

Proprio così. Credo che il femminismo abbia rappresentato l'incapacità dell'umano di pensarsi in un modo alternativo alla pura utilità. L'ascesa della donna, di questa categoria-donna che oggi conosciamo e che grida "Siete inutili", coincide già con la morte. Significa che è giusto che tutto si compia secondo la logica dell'utensile. E nulla più.

Ovvio che tale incapacità, evidenziata dalla categoria-donna, appartiene tanto alla donna quanto all'uomo.

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Offline Rita

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #43 il: Agosto 23, 2011, 12:49:52 pm »
L'ascesa della donna, di questa categoria-donna che oggi conosciamo e che grida "Siete inutili", coincide già con la morte. Significa che è giusto che tutto si compia secondo la logica dell'utensile. E nulla più.

Ovvio che tale incapacità, evidenziata dalla categoria-donna, appartiene tanto alla donna quanto all'uomo.



è soltanto una mia semplice sensazione, ma ho sempre pensato che il femminismo abbia fatto molto presa perchè le prime ad essere rese inutili dalla tecnologia secondo me sono state le donne: a che serve chi custodisce e sistema il nido quando il nido è stato tecnologizzato e funziona da sè con poca manutenzione ... (anzi nulla perchè si arriverà all'usa e getta) e oltretutto i pulcini scarseggiano e  il mondo preme perchè non se ne facciano più onde evitare la saturazione.
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Offline Guit

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #44 il: Agosto 23, 2011, 13:25:19 pm »
è soltanto una mia semplice sensazione, ma ho sempre pensato che il femminismo abbia fatto molto presa perchè le prime ad essere rese inutili dalla tecnologia secondo me sono state le donne: a che serve chi custodisce e sistema il nido quando il nido è stato tecnologizzato e funziona da sè con poca manutenzione ... (anzi nulla perchè si arriverà all'usa e getta) e oltretutto i pulcini scarseggiano e  il mondo preme perchè non se ne facciano più onde evitare la saturazione.

Lo penso anch'io.

Contraccezione, aborto, tecniche di autofecondazione, sostituzione della forza lavoro umana con quella meccanica. Entrambi, sia uomo che donna diventano inutili, cioè diventa intuile la loro comunicazione, il loro essere complementari l'uno all'altra.

A quel punto l'uomo viene accusato e tacciato di inutilità, ma non la donna, che alla propria sopraggiunta intuilità conferisce il nome di emancipazione.

Perché?

Perché al centro di tutto c'è già l'interesse della Tecnica e la sua Volontà.

E' vicina l'epoca degli spermatozoi artificiali, e per ora il sistema pre-tecnocratico inizia già a costruire le banche del seme, che simulano lo spermatozoo artificiale.

Questo avviene per puro pragmatismo: sostituire in questo momento la donna è troppo avveniristico, ma se si può fare con l'uomo che ciò sia immediatamente fatto e che si dia il La alla nuova filosofia asessuata. Sarà la donna, allo stato dell'arte tecnologico, il sesso unico.

E' l'inizio dello schiavismo umano alla tecnica.

Il punto di non ritorno non è segnato dall'industrializzazione ma dalla distruzione del dualismo sessuale.


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