Autore Topic: Varie, volontà e rappresentazione  (Letto 69424 volte)

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Offline Animus

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #45 il: Agosto 23, 2011, 18:32:55 pm »
è soltanto una mia semplice sensazione, ma ho sempre pensato che il femminismo abbia fatto molto presa perchè le prime ad essere rese inutili dalla tecnologia secondo me sono state le donne: a che serve chi custodisce e sistema il nido quando il nido è stato tecnologizzato e funziona da sè con poca manutenzione ... (anzi nulla perchè si arriverà all'usa e getta) e oltretutto i pulcini scarseggiano e  il mondo preme perchè non se ne facciano più onde evitare la saturazione.

E' un punto di vista interessante, perchè non apri un topic sull'argomento dove mettere le tue considerazioni/osservazioni?
Se credi di avere abbastanza materiale, puoi moderarlo con solo i tuoi posts.
Secondo me uscirebbe bene e soprattutto un punto di vista originale.
Ti sentirai più forte, un uomo vero, oh si , parlando della casa da comprare, eggià, e lei ti premierà, offrendosi con slancio.  L'avrai, l'avrai, con slancio e con amore … (Renato Zero)

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Offline Rita

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #46 il: Agosto 23, 2011, 18:59:38 pm »
E' un punto di vista interessante, perchè non apri un topic sull'argomento dove mettere le tue considerazioni/osservazioni?
Se credi di avere abbastanza materiale, puoi moderarlo con solo i tuoi posts.
Secondo me uscirebbe bene e soprattutto un punto di vista originale.


 :P no, come ho già detto, non ho "materiale", al limite le sensazioni dovute a qualche esternazione sfuggita strada facendo a donne comuni con cui ho discorso o di cui ho origliato  :rolleyes: le conversazioni. Non so se sono in grado di articolare correttamente il punto di vista, tanto da aprirne un topic, ma appena ho un po' di tempo ce provo..
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Offline Guit

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #47 il: Agosto 23, 2011, 20:49:13 pm »
Scusa Animus, conosci qualcosa sul rapporto tra utensile e logos?

Ricordo che il Logos è sapere, perché dare un nome alle cose equivale ad averne compreso la funzione e che questo coincide con l'astrazione, cioè con la capacità di superare il dettaglio formale di un fenomeno o di un oggetto, per usarlo come base di nuovo sapere astratto o di nuove capacità tecniche. Utensile.

Ti risulta? Mi sembra un aspetto fondamentale da chiarire se parliamo di utilità della donna o dell'uomo nella storia.

La nozione di utile mi sembra una delle più insondabili.

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Offline Animus

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #48 il: Agosto 23, 2011, 21:19:27 pm »
Scusa Animus, conosci qualcosa sul rapporto tra utensile e logos?

Che io sappia no.
Logos ha/aveva molti significati ma non mi ricordo nessuno che sia vicino a utensile, né che sia relazionato al principio di utilità.

Se invece si correla il logos alla coscienza, allora quest'ultima, non da un punto di vista etimologico ma psicologico, è senz'altro legata al principio di utilità e dunque all'utensile.
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Offline Ethans

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #49 il: Agosto 23, 2011, 22:46:38 pm »
Se invece si correla il logos alla coscienza, allora quest'ultima, non da un punto di vista etimologico ma psicologico, è senz'altro legata al principio di utilità e dunque all'utensile.

Considerazione che condivido pienamente.

Offline ilvaccaro

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #50 il: Agosto 24, 2011, 08:42:04 am »

Secondo me è impossibile affrontare l'argomento senza considerare i sessi e la riproduzione. La perdita da parte dell'umano della capacità di riprodursi autonomamente, è il confine tra la speranzza di riscatto e la totale dipendenza dalla Tecnica, senza alcuna possibilità di ritorno.

La Macchina ha stipulato un accordo col sesso femminile, temporaneo, che ha come fine proprio questo: sostituirsi al sesso maschile per causare l'estinzione della capacità riproduttiva autonoma nell'umano.



Parli delle macchine come se queste fossero entità senzienti ma non lo sono, per lo meno non ancora. E la loro evoluzione non è data di certo da una loro volontà ma dalla nostra.

Dall'invenzione della ruota l'essere umano tenta di affrancarsi dalla fatica e dal lavoro cercando con ogni mezzo di rendersi inutile, e ora ci sta semplicemente riuscendo.

La fine dell'umano sul lungo periodo è sempre stata inserita come un programma nel nostro DNA.......è la stessa genialità mista a pigrizia che ci fa inventare un'ascensore per non fare le scale, a condannarci all'inutilità prima di un sesso e poi dell'altro..

Ma non c'è alcuna volontà della macchina in questo c'è solo l'inevitabile  ascesa e caduta di una specie tanto arrogante da inventarsi un dio che l'ha creata.

Una specie troppo arrogante per sopravvivere, e forse è un bene che finisca cosi.



La donna si farà complice dell'estinzione della nostra specie. Loro lo negano perché partoriscono e allattano, come poter dire una cosa del genere? Ma parallelamente utilizzano il potere politico per imporre legilazioni dove si può concepire senza di noi, dove si può far crescere i figli senza di noi, dove si può amarsi tra donne senza di noi. Con tanto di propaganda incessante, strapagata, vessatoria. Dove: "I figli li fa la donna" e "La donna dà la vita".

Qual'è dunque la direzione che avete preso, signore femministe? Quella della Civiltà Umana o della Tecnocrazia?





Per me stanno solo più o meno consapevolmente eseguendo il programma insito nel loro d.n.a né più né meno di quanto facciano gli uomini ammazzandosi tra  di loro a milioni o creando armi  NBC capaci di distruggere non solo la nostra specie, ma pure qualsiasi altra sterilizzando il pianeta per miliardi di anni...

Se non fossimo una specie votata all'autodistruzione la natura ci avrebbe dotati di blocchi istintivi e mentali che ci impedirebbero di creare armi capaci cancellarci non come singoli, ma come specie.

L'agente Smith diceva che l'unico scopo della vita umana è quello di finire e mi sa che non ci ha sbagliato di tanto.

Per come la vedo io l'unica è godersi lo spettacolo in prima fila su un bel plasma ad altissima definizione, per non perdersi neanche un dettaglio..

Sarà uno spettacolo da fine del mondo, quindi cerchiamo di non crepare prima del momento culminante  del finale travolgente...

Insomma cerchiamo di esserci.






Non sono come certi sfigati che si pagano le donnacce.
Io mi sposo e poi pago " SOLO " alimenti e mantenimento ad una donna " ONESTA.."

Offline Giuseppe83

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #51 il: Agosto 24, 2011, 13:56:03 pm »
è soltanto una mia semplice sensazione, ma ho sempre pensato che il femminismo abbia fatto molto presa perchè le prime ad essere rese inutili dalla tecnologia secondo me sono state le donne: a che serve chi custodisce e sistema il nido quando il nido è stato tecnologizzato e funziona da sè con poca manutenzione ... (anzi nulla perchè si arriverà all'usa e getta) e oltretutto i pulcini scarseggiano e  il mondo preme perchè non se ne facciano più onde evitare la saturazione.

Condivido in pieno questa analisi.

Offline Guit

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #52 il: Agosto 24, 2011, 14:41:21 pm »
Parli delle macchine come se queste fossero entità senzienti ma non lo sono, per lo meno non ancora. E la loro evoluzione non è data di certo da una loro volontà ma dalla nostra.

Non è precisamente ciò che ho detto: le macchine utilizzano il pensiero umano per costruire il loro pensiero autonomo. L'umano già da tempo pensa per conto della macchina, nei suoi interessi, assecondando il suo dominio e la propria schiavitù.
La volontà della macchina è metaforica per esprimere questo processo, che però è un processo che sta avvenendo. Nei fatti quindi, la macchina possiede già una sua volontà, perché l'umano è già suo schiavo.

Citazione
Dall'invenzione della ruota l'essere umano tenta di affrancarsi dalla fatica e dal lavoro cercando con ogni mezzo di rendersi inutile, e ora ci sta semplicemente riuscendo.

Anche tu usi un'espressione metaforica quando dfici che l'umano sta "cercando con ogni mezzo di rendersi inutile". E' vero: ma l'umano è convinto che stia "cercando con ogni mezzo di essere utile". Questa è la realtà apparente e quella che dici è la realtà.

Ma la sua inutilità finale non sta nella ruota o nella luna: sta nella riproduzione. Adesso.

L'essere utili a se stessi, il pensare indipendentemente, il credere di usare la tecnologia per vivere meglio, sono le tre grandi illusioni umane che non ci consentono di vedere come stanno realmente le cose rispetto alle macchine: siamo utili solo a loro, pensiamo dipendentemente, veniamo utilizzati e vivremo peggio, anzi, non vivremo.



« Ultima modifica: Agosto 24, 2011, 15:47:42 pm da Guit »
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Offline Guit

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #53 il: Agosto 24, 2011, 15:52:25 pm »
Comincio a sospettare che tutto ciò che consideriamo inutile sia in realtà utile, e che tutto ciò che consideriamo utile, sia inutile.

E' forse utile la fecondazione artificiale, cioè quello che ci renderà irrimediabilmente inutili?

E' forse inutile una rischiosa arrampicata in montagna, cioè quello che ci fa essere uomini che guardano la morte (e quindi la vita)?

Il nostro pensiero è schiavo.
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Offline Guit

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #54 il: Agosto 24, 2011, 16:00:53 pm »
... Non è detto che quei comportamenti e quell'entusiasmo che tu ricordi fossero tipici anche di tempi passati, come non vuol dire che oggi non ci sia un altro tipo di entusiasmo, magari verso altre cose.

In effetti verso le droghe c'è grande entusiamo.
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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #55 il: Agosto 24, 2011, 16:02:33 pm »
In effetti verso le droghe c'è grande entusiamo.

Non solo.

Offline Guit

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #56 il: Agosto 24, 2011, 16:18:57 pm »
Non solo.

Secondo me nulla può sostituire l'entusiasmo del sesso, solo la droga, che si è tanto affermata proprio perché ne è un surrogato.

C'è chi la considera l'elemento in grado di colmare la voragine affettiva.



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Offline Guit

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #57 il: Agosto 24, 2011, 16:26:08 pm »
Citazione da: Giubizza
Ma cosa vuol dire che una cosa è "utile"? E cosa che è "inutile"? hmm

Niente. Appunto. Cioè non niente, ma quello che si dice. Fumare è utile o inutile?
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Offline Guit

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #58 il: Agosto 25, 2011, 01:08:47 am »
:P no, come ho già detto, non ho "materiale", al limite le sensazioni dovute a qualche esternazione sfuggita strada facendo a donne comuni con cui ho discorso o di cui ho origliato  :rolleyes: le conversazioni. Non so se sono in grado di articolare correttamente il punto di vista, tanto da aprirne un topic, ma appena ho un po' di tempo ce provo..

Se posso dare un contributo, per non fare confusione, sarebbe bene chiarire se si parla della donna o della femmina; del ruolo attribuitole dalla società di genere vernacolare oppure del mammifero.
Il femminismo ha reso inutile il ruolo, la donna, non il mammifero, la femmina. Per questo forse è femminismo e non donnismo, perché non è a favore della donna ma della femmina; esso può destrutturare la culturalità dei sessi e fare leva sull'insostituibilità biologica nella riproduzione per:

- Affiancare/sostituire il ruolo culturale dell'uomo (parità tra i sessi)
- Posizionare la femmina su un piano di superiorità in quanto non sostituibile nella riproduzione, grazie alle tecniche genetiche e di fecondazione artificiale che promettono di disfarsi del mammifero maschio ben prima che della femmina.

Il femminismo rende la donna e l'uomo inutili, cioè, intercambiambili e non più necessari, slegando i ruoli sociali dai sessi, ma grazie al sodalizio donna-tecnica, lascia alla macchina il compito di rendere inutile il maschio mammifero e indispensabile la femmina.

In sostanza il femminismo lavora su due fronti, uno in buona fede e condivisibile e l'altro occulto, dissimulato e "diabolico". Se col tempo liberato femminile è giusto e auspicabile che la donna entri nella dimensione pubblica come protagonista (culturalità) esso devìa la storiografia sulla colpevolizzazione maschile, che non sarebbe necessaria per il fine culturale, in modo tale che l'umano non possa sviluppare un pensiero critico-umanistico sulla riproduzione - pensiero che dovrebbe svilupparsi nella dialettica uomo-donna ma che non può farlo in quanto la parola maschile viene letta come maschilista - e spingendolo , l'umano, verso la tecnocrazia.

Attribuire questa devianza agli uomini o alle donne, fare il gioco delle colpe, è completamente privo di senso, perché né gli uni né le altre hanno capito cosa stesse avvenendo (e continuano purtroppo a non capirlo).

Uomini e donne potrebbero creare una nuova alleanza per contrastare la propria estinzione, e riprendere il sentiero critico-umanistico da dove l'hanno lasciato, abbandonando quello dell'accusa. Allora e solo allora il progresso tornerebbe a dirsi umano; in alternativa non c'è alcuna speranza: siamo finiti. Tutti.



« Ultima modifica: Agosto 25, 2011, 12:09:45 pm da Guit »
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Offline Guit

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #59 il: Agosto 25, 2011, 15:23:03 pm »
<<... Risultato di questa evoluzione è il generalizzarsi della vittimizzazione delle donne e della colpevolizzazione degli uomini ... la donna va pian piano assumendo lo stesso statuto del bambino: vittima e impotente ... Si ritorna agli stereotipi di una volta - ai tempi del vecchio patriarcato -, quando le donne, eterne minorenni, ricorrevano, per farsi proteggere, agli uomini della famiglia. Oggi come oggi non vi sono più uomini che le proteggono. Il "viriarcato" si è sostituito al patriarcato. Tutti gli uomini sono sospetti, e la loro violenza si esercita ovunque. La donna-bambino deve rimettersi alla giustizia, come il bambino che invoca la protezione ai genitori ...>>

Elisabeth Badinter - La strada degli errori.

E' la macchina-stato che sostituisce la funzione maschile. Proteggendo la donna dalle insidie; fornendole il seme per la riproduzione; garantendole gli assegni per la sussistenza.

A quanto pare l'indipendenza femminile non esiste, è un'illusione, esiste solo il disfacimento dell'uomo, e l'apertura alla macchina come suo sostituto.

L'idea di indipendenza non può quindi che basarsi sulla speranza da parte della donna di poter controllare l'apparato, ma come può chi è dipendente sperare di controllare colui da cui dipende? Ciò è possibile solo quando la dipendenza è reciproca, ma in tal caso da un lato si può controllare accettando dall'altro di essere a propria volta controllati. La condizione pre-tecnocratica è quella in cui esiste una interdipendenza donna-apparato. Tuttavia, ciò di cui ha bisogno la donna serve per continuare a esistere. Ciò di cui ha bisogno l'apparato serve non solo per continuare a esistere ma anche e soprattutto per evolversi. Due entità interdipendenti dove solo la seconda è in movimento verso il futuro. Quando l'apparato si sarà evoluto al punto da non avere più bisogno della donna per esistere ed evolversi, cesserà l'interdipendenza per passare all'era tecnocraticsa compiuta dove l'umano (la donna) sarà totalmente succube, o inutile. E noi uomini sappiamo già cosa succede a chi è inutile: è l'insegnamento del femminismo storico, quello di una pseudo-cultura appiattita sulla legge di natura, che opera selezione tra ciò che serve e ciò che non serve.

L'evoluzione verso la tecnocrazia è di questo universo e di questo mondo, la materia, gli elementi di cui sono costituite le macchine sono gli stessi che forgiano galassie e esseri biologici. L'essere biologico è una macchina. Il mondo tecnocratico è disumano ma a tutti gli effetti naturale. La naturale conseguenza dell'uscita dell'animale uomo dalle caverne, deprivata del pensiero, del linguaggio e della poesia.

Definitivamente naturale e disumano. Il femminismo s'è presto trasformato in una elefantessa con sopra il carico della nostra fine; in un pensiero sedicente costituito di non-pensiero.

P.S.: va riconosciuto che le femministe, onestamente, non hanno mai dichiarato di cercare l'indipendenza assoluta, ma solo l'indipendenza dall'uomo, cioè proprio quello che "voleva" la tecnocrazia. La donna del femminismo ha tenuto quindi un profilo basso e umile, non puntando al dominio sul Creato? Oppure s'è ingenuamente illusa che senza il sesso maschile avrebbe ottenuto il dominio sul Creato?
« Ultima modifica: Agosto 26, 2011, 01:32:35 am da Guit »
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