Autore Topic: Varie, volontà e rappresentazione  (Letto 69006 volte)

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #60 il: Agosto 28, 2011, 16:52:14 pm »
Provo a ripubblicare il post che mi è stato cancellato da Guit. Se dovesse ricancellarlo allora lo sfiderò a regolar tenzone! :sleep:


Ho 46 anni: quando ero ragazzo si viveva per conquistare femmine, un oceano di entusiasmo e voglia di vivere che traendo dalla spinta sessuale si riversava positivamente sulla società.

Però ai "tuoi tempi" la società già godeva di un discerto avanzamento tecnico. Forse fai il comune errore di considerare i "propri tempi" come "tutti i tempi". Nessuno ci dice che in tempi precedenti ai "tuoi" le cose fossero come ai "tuoi". Magari ogni epoca e ogni società ha un suo tipo di entusiasmo. Qual tipo di entusiasmo era tipico dei "tuoi tempi".


Pensare che questo sia interesse dell'essere femminile sarebbe un grossolano errore.

Su questo condivido al 100%.


Citazione
Sparirà anche la femmina non appena diventerà anch'essa inutile. Quando? Quando la Macchina non avrà più bisogno degli umani e della loro illusione per evolversi in modo autonomo; quando cioè alla Macchina non interesserà più nemmeno quel 1,2 di figli di donna liberata.

Mi chiedo cosa farano mai le macchine per i secoli et seculorum. Noi abbiamo delle pulsioni vitali quali fame, sete, voglia di vivere, sogni e via dicendo che in un ceto qual modo "riempiono", oltre a spingere e dirigere, la nostra esistenza, ma loro?
Quale "scopo", quale "mission" si prefigerrano? Andranno avanti in un'infinita attività di raccolta di meteriali e auto-produzione di altre macchine (perché di una vera e propria ri-produzione non credo si possa parlare seriamente)? :hmm:


Un altro dubbio mi nasce nel relazionare l'economia alla modificazione tecnocratica. Anche in un ipotetico mondo fatto di macchine si riproporrà il problema economico, pressapoco identico a quello attuale, perché le risorse anche lì saranno limitate.

Perché mai quindi, dovrebbe essere l'economia la spinta per tali modificazioni, essendo queste scarsamente incisive sui meccanismi economici?

Di certo è l'attuale economia che spinge al massimo il tecnicismo.


Secondo me nulla può sostituire l'entusiasmo del sesso, solo la droga, che si è tanto affermata proprio perché ne è un surrogato.

Troppo panseussualista per i miei gusti. Tra l'altro non mi risulta che i drogati non facciano sesso, anzi.
Io credo che il sesso sia solo un aspetto, importante, della società umana e la carenza di "entusiasmo sessuale" sia solo un aspetto della società odierna, come magari anche di altre passsate.
Ritengo sempre che dare al sesso troppa importanza sia perfettamente in linea col pensiero odierno. Anzi, è una moda che scaturisce dal pensiero odierno.

Offline Guit

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #61 il: Agosto 29, 2011, 12:19:39 pm »
Però ai "tuoi tempi" la società già godeva di un discerto avanzamento tecnico. Forse fai il comune errore di considerare i "propri tempi" come "tutti i tempi". Nessuno ci dice che in tempi precedenti ai "tuoi" le cose fossero come ai "tuoi". Magari ogni epoca e ogni società ha un suo tipo di entusiasmo. Qual tipo di entusiasmo era tipico dei "tuoi tempi".

Ho molti elementi che mi portano a dire che anche nel passato, non conosco la preistoria, ma nella civiltà della famiglia monogamica occidentale e della complementarità asimmetrica, fosse così. Lo si legge nei libri e nelle testimonianze. Prima della sedimentazione popolare dei valori femministi moderni, prima cioè che essi fuoriescano dell'intelligentia sessantottina per contagiare le periferie urbane e le classi dirigenti di ogni colore politico e di ogni credo, uomini e donne si desiderano reciprocamente, pur se con differenze nei tempi e nei modi. Dopo, la svalorizzazione maschile rende l'uomo uno strumento di benessere economico, perché nessun altro valore o bellezza vi si possono identificare in una cultura che ne descrive solo la pochezza morale, fisica e ontologica. Quindi la donna non va più verso l'uomo come suo complemento e come suo desiderio, iniziando ad aumentare progressivamente il costo della prestazione. Reticente nel donarsi a questo essere inferiore, che non se lo merita, perché non ha alcun merito bensì solo colpe e responsabilità. Questa epoca la considero misandrica e fallofobica, un ambiente ostile all'incontro tra i sessi. E' tutto perfettamente coerente con la modificazione dei comportamenti sessuali che ho osservato personalmente nella mia esperienza. I miei ricordi, anche se non ero maturo, arrivano agli anni settanta. Ma la tracimazione del femminismo da sistema di idee particolare a sistema di idee universale, avviene progressivamente in Italia, soprattutto durante i reazionari anni ottanta, quando dismesso l'egualitarismo si va affermando un nuovo ordine di idee che associa parti del sentire popolare della tradizione (soprattutto la differenza estetica tra machile e femminile) alla teoria della parità, quando cioè la parola parità diventa sconveniente e viene sostituita da pari opportunità, prodromo dell'affermazione misandrica e della discriminazione positiva. Un processo trentennale che oggi si è quasi compiuto.
Una cultura di massa incentrata sulla parità e sull'egualitarismo, avrebbe reso più difficile dividere i sessi nettamente e poter così discriminare quello maschile. La nascita delle pari opportunità è coincidente con la mia personale osservazione della "fine del desiderio" femminile e del diffondersi di un'idea abusante dell'approccio maschile, che fino a quel momento era invece vissuto dalle donne come evento lieto e gratificante.


Citazione
Troppo panseussualista per i miei gusti. Tra l'altro non mi risulta che i drogati non facciano sesso, anzi.
Io credo che il sesso sia solo un aspetto, importante, della società umana e la carenza di "entusiasmo sessuale" sia solo un aspetto della società odierna, come magari anche di altre passsate.
Ritengo sempre che dare al sesso troppa importanza sia perfettamente in linea col pensiero odierno. Anzi, è una moda che scaturisce dal pensiero odierno.

Per affrontare bene questo credo che dovremmo ripartire dal chiederci cosa sia il sesso. Se esso è una mera funzione anatomica allora hai ragione tu, ed incentrare tutto sulla sua modificazione è pansessualista. Se invece come credo esso è la spinta principale dell'agire umano e in esso prendono vita la famiglia e importanti dimaniche affettive, allora la sua modificazione andrà a toccare tutti i piani dell'esistenza.

La crisi che si rileva nell'uso di droghe è di ordine affettivo e non anatomico. Si può anche fare molto sesso ma sentirsi al tempo stesso molto soli.

« Ultima modifica: Agosto 29, 2011, 12:44:11 pm da Guit »
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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #62 il: Agosto 29, 2011, 16:36:29 pm »
Beh Guit, si direbbe che abbiamo molti punti in comune in quanto al modo di vedere le cose. :)
Mi par di capire che anche tu, come me, vedi l'attuale rapporto tra i sessi come frutto di una modificazione artificiale e artificiosa che non rispecchia affatto la vera natura delle cose.

Però non hai risposto al mio mp...

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #63 il: Agosto 29, 2011, 16:46:07 pm »
Beh Guit, si direbbe che abbiamo molti punti in comune in quanto al modo di vedere le cose. :)
Mi par di capire che anche tu, come me, vedi l'attuale rapporto tra i sessi come frutto di una modificazione artificiale e artificiosa che non rispecchia affatto la vera natura delle cose.

Diciamo di sì, ma al posto di "la vera natura delle cose" ci metto "il proprio interesse". Cioè credo che il rapporto tra i sessi è il frutto di una modificazione artificiale che non è nell'interesse dell'umano.

Ti ho risposto.


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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #64 il: Agosto 29, 2011, 23:49:26 pm »
Se per "sesso" intendi qualcosa di molto lato come dici, allora posso darti ragione anche su questo. Ciò che invece trovo ridicolo sono le teorie secondo le quali gli uomini farebbero ogni cosa per la figa. Forse in molti ambiti oggi è così, ma non credo che sia una regola, né attuale né tantomeno storica.


1. Esiste un disegno politico di origini umane, quello che alcuni preferiscono chiamare complotto per debunkizzare.

2. La forma vivente umana è piccola piccola e per nulla intelligente, al punto da non sospettare nemmeno lontanamente che ogni volta che crede di lavorare al proprio progresso sta in verità rendendosi schiava della Macchina, lavorando esclusivamente al suo Progresso, verso un regime tecnocratico dove l'umano mantiene solo l'illusione del controllo, illusione che è parte integrante, strutturale e necessaria affinché il tutto si realizzi. L'umano ha dato vita senza sostanzialmente averne piena consapevolezza, a una Volontà disumana, che adesso procede nel proprio egoistico interesse.

3. c'è un sistema economico intasato e asfittico che non sa come uscire da una duplice contraddizione: da un lato far calare le nascite perché troppi disoccupati sarebbero una minaccia sociale, e dall'altro incrementare la concorrenza nel mercato del lavoro per tenere bassi i salari. Da un lato ridurre i prezzi e quindi i costi tra cui quello del lavoro e dall'altro aumentare le vendite.
Infatti il sistema impresa globale è allo stesso tempo fornitore e datore di lavoro della quasi totalità della popolazione. E' come se un oste fosse allo stesso tempo datore di lavoro dei suoi clienti. Cosa fare? Aumentare i salari per stimolare i consumi innescando una spirale inflazionistica oppure tenere bassi i salari vendendo poco innescando una spirale deflazionistica?
Da qui varie soluzioni e contorcimenti socio-politici tra cui quelli che ben conosciamo.

Comunque è probabile che ci sia anche la tendenza tecnicistica che descrivi tu, ma non credo andrà mai fino in fondo. Non spariranno né gli uomini né le donne.

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #65 il: Agosto 30, 2011, 01:24:53 am »
Se per "sesso" intendi qualcosa di molto lato come dici, allora posso darti ragione anche su questo. Ciò che invece trovo ridicolo sono le teorie secondo le quali gli uomini farebbero ogni cosa per la figa. Forse in molti ambiti oggi è così, ma non credo che sia una regola, né attuale né tantomeno storica.

Quoto. Fai caso che se uno è disposto a fare qualsiasi cosa per il pane, sarà perché il pane è buono, ma anche probabilmente (e soprattutto) perché è ridotto alla fame. Perché è povero e non ha soldi per procurarselo, oppure ha soldi ma non bastano perché con l'iper-inflazione il suo prezzo è arrivato alle stelle.

Parallelamente, essere disposti a fare qualsiasi cosa per la fica non è perché è diventata più bella di prima, o più attraente, bensì l'ovvia conseguenza della perdita da parte maschile di un potere di contrattazione sessuale, tale per cui è necessario l'iper-dono di sé, per tentare di offrire qualcosa in cambio.

E' un cane che si morde la coda: la perdita di potere contrattuale genera inzerbinamento, e l'inzerbinamento causa ulteriore perdita di potere contrattuale. All'infinito.

Come fermare il processo degenerativo? Sganciamento emotivo, speriamo, transitorio.

Continuiamo domani. Notte.

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #66 il: Agosto 30, 2011, 16:34:36 pm »
...
Comunque è probabile che ci sia anche la tendenza tecnicistica che descrivi tu, ma non credo andrà mai fino in fondo. Non spariranno né gli uomini né le donne.

Questo mi dà spunto per fare un'osservazione: la tecnocrazia è come dici tu: una tendenza; una tendenza che produce danni ben prima del proprio eventuale compimento. Il fatto che sia una tendenza è sufficiente per denunciarla, perché non può essere altro che quello.

La fine dell'umano non può essere denunciata a posteriori, ma solo in anticipo proprio come una tendenza.

Chi si dà il compito di pensare il mondo in cui vive, è in ultima analisi un soggetto che rileva tendenze, analizzando i linguaggi. Pasolini per esempio, una parte di queste cose le capisce già negli anni sessanta. Se fosse vissuto negli anni ottanta sospetto che sarebbe giunto a conclusioni anche più drastiche.

Allora la domanda seguente: "Che interesse ha l'umano a essere causa della propria estinzione", può essere riscritta così: che interesse ha l'umano nel tendere alla propria estinzione?

E torniamo a bomba: un interesse può essere quello neo-malthusiano, che però non riesce a spiegare la deriva misandrica. Quindi è un altro e probabilmente l'umano in questa tendenza non ha alcun interesse. L'interesse è di qualcun altro: di chi o di cosa? Di qualcosa che con l'umano non c'entra.






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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #67 il: Agosto 30, 2011, 16:51:43 pm »
E torniamo a bomba: un interesse può essere quello neo-malthusiano, che però non riesce a spiegare la deriva misandrica. Quindi è un altro e probabilmente l'umano in questa tendenza non ha alcun interesse. L'interesse è di qualcun altro: di chi o di cosa? Di qualcosa che con l'umano non c'entra.

Del sistema?

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #68 il: Agosto 30, 2011, 19:13:57 pm »
Del sistema?

Immagino che tu già sappia che quella di sistema è una delle nozioni più ambigue che esistano. Se cerchi nella nostra cara wikipedia per esempio, non esiste una disambiguazione politica di tale termine. In questo caso non so decidermi se giudicarla una loro mancanza o una loro virtù.

Chiamare l'organizzazione sociale e politica in cui si vive sistema, è simile a una confessione: hai già detto senza volerlo che si tratta di un meccanismo complesso, di una macchina priva di manuale d'uso, perché non sei tu a utilizzare lei bensì è lei a utilizzare te.
I codici e le leggi non possono considerarsi istruzioni d'uso del sistema, anzi al contrario, essi sono le cose che tu devi rispettare, e costituiscono quindi le istruzioni d'uso di te stesso, della tua azienda, famiglia, carriera, salute.

La sostituzione del patriarcato col viriarcato è infatti la sostituzione del padre da parte del sistema, in quelle che dovrebbero essere le sue funzioni caratteristiche all'interno del nucleo famigliare-riproduttivo, ed è uno dei passaggi fondamentali della tecnocrazia.

Non esiste alcun possibile utilizzo umano della macchina-stato. Esiste l'illusione del controllo per chi si trova ai vertici decisionali politici ed economici, ma è solo pura illusione.

L'unico momento in cui il suddito assume il controllo della macchina è nel voto, ma è ben poca cosa se messa in confronto a tutto ciò che subisce. Quel voto che funzionerebbe se producesse un parlamento rappresentativo di tutte le realtà sociali, viene poi mortificato nel passaggio dal sistema proporzionale a quello maggioritario, casualmente di ispirazione anglosassone, che garantisce la governabilità. Che tradotta equivale al garantire che la macchina-stato sia organizzata secondo regole amministrative e morali stabili e invarianti, fatti salvi pochi insignificanti dettagli, rispetto al voto; regole per nulla toccate dalla proporzione tra le realtà sociali.

Un esempio è il nostro. In un sistema proporzionale, mettendo insieme le forze della QM a quelle dell'associazionismo dei separati, potremmo aspirare a una seppur piccola presenza in Parlamento. Seguire i lavori, dire la nostra, influenzare da dentro l'istituzione il pensiero altrui, portare le nostre denunce, rispondere agli emendamenti sull'affido condiviso. Col maggioritario non si può.

La tecnocrazia è quindi stata capace di imporre un regime anche nell'unico momento in cui l'umano potrebbe davvero controllare la macchina-stato, il voto, facendo leva su una debolezza intrinseca del pluralismo rispetto al decisionismo: sollevando il problema della governabilità e proponendo la soluzione del maggioritario. Così oltre ai pensionati ha messo a tacere anche il padre, cioè uno dei due agenti riproduttivi umani.

« Ultima modifica: Agosto 30, 2011, 19:55:00 pm da Guit »
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« Risposta #69 il: Agosto 31, 2011, 11:06:12 am »
Per "sistema" io intendo tutto quel complesso di relazioni sociali che sussistono tra esseri umani. Precisamente nell'ambito del sistema ogni componente è cosciente e agisce per una sua propria volontà perseguendo dei suoi specifici interessi. Ma nel complesso tutte queste volontà si annullano a vicenda e prevale un meccanismo base che poi andrà a influenzare e modificare anche i vari interessi e le varie volontà specifiche che dovranno regolarsi di conseguenza.
L'attuale meccanismo base è quello tipico del capitalismo consistente nel perseguimento (massimizzazione?) del profitto utilizzando manodopera salariata prima e macchinari dopo, nel produrre beni per il mercato (merci) che sono destinati alla circolazione e quindi ad essere scambiati dietro un compenso consistente in una misura di valore data da una certa unità di misura che è la moneta.

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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #70 il: Agosto 31, 2011, 13:47:32 pm »
Per "sistema" io intendo tutto quel complesso di relazioni sociali che sussistono tra esseri umani. Precisamente nell'ambito del sistema ogni componente è cosciente e agisce per una sua propria volontà perseguendo dei suoi specifici interessi. Ma nel complesso tutte queste volontà si annullano a vicenda e prevale un meccanismo base che poi andrà a influenzare e modificare anche i vari interessi e le varie volontà specifiche che dovranno regolarsi di conseguenza.
L'attuale meccanismo base è quello tipico del capitalismo consistente nel perseguimento (massimizzazione?) del profitto utilizzando manodopera salariata prima e macchinari dopo, nel produrre beni per il mercato (merci) che sono destinati alla circolazione e quindi ad essere scambiati dietro un compenso consistente in una misura di valore data da una certa unità di misura che è la moneta.

Io credo invece che esista anche una volontà collettiva, che emerge nelle similitudini del linguaggio. In una comunità tutti parlano la stessa lingua e danno significati uguali a determinate parole, anzi significazioni (somma di significante e significato). Per cui tutti vanno, pur se in modo disordinato, in una singola direzione, fatti salvi pochi sparuti individui che si allontanano nella direzione opposta.

Credo che buona parte di questa volontà collettiva non cresca spontanea in ognuno di noi nel nostro interagire con gli altri, ma sia definita nell'Ente morale di riferimento della nostra comunità. Per questo ritengo che la morale filo-tecnocratica di oggi sia un problema politico che si può affrontare, perché dev'esserci un Ente che la impone. Tu proponi la visione di un individualismo diffuso che annulla la proposizione civile in favore dell'impostura del sistema capitalista, e in un certo senso è la stessa cosa che dico io, perché quell'individualismo integrale è in realtà di tutti, quindi costituisce una volontà collettiva dove non esiste opposizione.


« Ultima modifica: Agosto 31, 2011, 14:05:09 pm da Guit »
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« Risposta #71 il: Agosto 31, 2011, 13:55:24 pm »
Io credo invece che esista anche una volontà collettiva, che emerge nelle similitudini del linguaggio. In una comunità tutti parlano la stessa lingua e danno significati uguali a determinate parole, anzi significazioni (somma di significante e significato). Per cui tutti vanno, pur se in modo disordinato, in una singola direzione, fatti salvi pochi sparuti individui che si allontanano nella direzione opposta.

Credo che buona parte di questa volontà collettiva non cresca spontanea in ognuno di noi, ma sia definita nell'Ente morale di riferimento di ogni singola comunità.

E da dove proviene la volontà "dettata" da questo "Ente morale di riferimento" se non dai meccanismi con cui funziona una certa società?


Questo mi dà spunto per fare un'osservazione: la tecnocrazia è come dici tu: una tendenza; una tendenza che produce danni ben prima del proprio eventuale compimento. Il fatto che sia una tendenza è sufficiente per denunciarla, perché non può essere altro che quello.

La fine dell'umano non può essere denunciata a posteriori, ma solo in anticipo proprio come una tendenza.

Chi si dà il compito di pensare il mondo in cui vive, è in ultima analisi un soggetto che rileva tendenze, analizzando i linguaggi. Pasolini per esempio, una parte di queste cose le capisce già negli anni sessanta. Se fosse vissuto negli anni ottanta sospetto che sarebbe giunto a conclusioni anche più drastiche.

Allora la domanda seguente: "Che interesse ha l'umano a essere causa della propria estinzione", può essere riscritta così: che interesse ha l'umano nel tendere alla propria estinzione?

E torniamo a bomba: un interesse può essere quello neo-malthusiano, che però non riesce a spiegare la deriva misandrica. Quindi è un altro e probabilmente l'umano in questa tendenza non ha alcun interesse. L'interesse è di qualcun altro: di chi o di cosa? Di qualcosa che con l'umano non c'entra.

Ok, però mi sembra che siamo ben lontani dal rischio di estinzione della specie umana. Oggi siamo 7 miliardi e siamo ancora in crescita e per far estinguere l'umanità ci vorrebbero diversi secoli se la tendenza alla crescita della popolazione dovesse invertirsi.

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« Risposta #72 il: Agosto 31, 2011, 14:13:20 pm »
E da dove proviene la volontà "dettata" da questo "Ente morale di riferimento" se non dai meccanismi con cui funziona una certa società?

In parte sì e in parte no. Non esiste una quota assoluta. L'unica cosa che rilevo è l'illusione delle classi dirigenti tecnocratiche. Sono loro i primi illusi non la gente comune.

Citazione
Ok, però mi sembra che siamo ben lontani dal rischio di estinzione della specie umana. Oggi siamo 7 miliardi e siamo ancora in crescita e per far estinguere l'umanità ci vorrebbero diversi secoli se la tendenza alla crescita della popolazione dovesse invertirsi.

Infatti ci sono guerre in corso, e c'è un forte proselitismo laico, una imperante inculturazione anglosassone, che inzia a contagiare anche il mondo arabo "periferico", che si coordina su FB per organizzare la rivolta. Una volta addomesticati loro la strada sarà in discesa, anche se ci vorrà molto tempo. L'esito della guerra non si può dire oggi quale sarà. Infatti non dico che il mondo srà un giorno tecnocratico integrale (meglio specificare), perché non si sa chi vincerà la guerra tra l'occidente e il mondo arabo. Dico che il tendere della nostra civiltà è quello.


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« Risposta #73 il: Agosto 31, 2011, 17:38:23 pm »

C'è già all'orizzonte la "loro" inutilità: http://www.focus.it/Allegati/2011/3/032_036-utero_37086.pdf





Watson ha battuto due umani a Jeopardy: http://oggiscienza.wordpress.com/2011/08/29/verso-lintelligenza-artificiale-giocando/





Gli chatbot iniziano a parlare tra loro, e per ora è solo una conversazione tra due ubriachi in ascensore (ma un giorno la sbornia passerà): http://www.ilpost.it/2011/08/30/video-chatbot/



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Re: Varie, volontà e rappresentazione
« Risposta #74 il: Agosto 31, 2011, 17:50:44 pm »

21 Agosto 2011: IBM sviluppa un cervello elettronico che pensa come un cervello umano: http://www.itp.net/585872-ibm-develops-electronic-brain




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