E io ripeto che è impossibile conoscere la realtà oggettiva, perché è impossibile osservarla nella sua purezza, senza l'osservatore. Il fatto che esista o meno, se non conosci nulla tranne questo, non è così importante. Come se ti dicessero che tua moglie esiste ma non l'hai mai vista né conosciuta. Non sai che naso ha, di che colore sono i capelli. Niente di niente. Esiste, e sei contento così.
L'errore è proprio questo, perché "conoscere" vuol dire proprio creare rappresentazioni della realtà.
Non esiste una "purezza" della realtà oggettiva, esiste un'interrelazione tra soggetto e oggetto da cui nasce la rappresentazione del reale del soggetto sulla base dei fenomeni scaturiti dall'oggetto che comunque esiste al di fuori del soggetto osservante.
Credo che Cassirer abbia speigato molto bene queste cose.
Come ho detto sopra, e come hanno detto persone che la sapevano di certo molto più lunga di me, se le cose che vediamo non dipendono da noi vuol dire che c'è qualcosa che ce le fa vedere. Qualcosa che non è la nostra mente.
Ma la nostra mente le conosce proprio con le sue rappresentazioni. Ed è proprio questo il modo con cui noi conosciamo.
Smettere di fare delle rappresentazioni vuol dire non esistere più, morire. Almeno psichicamente parlando.
Se la realtà è quantica, allora in essa la materia assume uno stato tra quelli possibili solo nel momento in cui viene "osservata".
Solo su scala subatomica la realtà è "quantica", non su scala più grande.
Se facciamo confusione tra i vari livelli del reale finiamo col fare lo steso pasticcio di quelli di questi video: