Cavalieri intelligenti
Tra i miei amici ve n’è uno il cui raffinato intelletto e la cui squisita
sensibilità lo fanno spiccare sugli altri. Egli si rivolge alle donne con una
finezza e una classe tali che varrebbe la pena nascere femmina non fosse
altro che per essere destinatari dei suoi complimenti, la cui eleganza e la
cui compostezza (anche quando sono birichini) incantano chiunque li ascolti.
Un giorno, dopo aver ragionato con lui delle doti, delle qualità e del
le capacità specifiche delle donne che si aggiungono alle loro persino eccessive
attrattive ed esserci trovati d’accordo sull’impossibilità stessa di
concepire un mondo privo del loro fascino, delle loro qualità e della loro
complessiva bellezza, esterna ed interna, mi disse: “Vedi che ci troviamo
d’accordo su tutto! E perché allora c’è chi gli sta facendo la guerra?!”.
Quest’uomo, di impareggiabile cortesia nei confronti delle donne, sempre
pronto a giustificare ogni sbavatura del loro comportamento, si vergogna al
solo sentire che ci sono uomini che “hanno incominciato a muovere guerra
alle donne”, è in questo modo infatti che questi Cavalieri ingenui percepiscono
ogni azione diretta alla loro autodifesa. Benché non tutti gli uomini
siano delicati come costui, resta pur sempre vero che è la vergogna la causa
di quell’eterno tacere di fronte al triplice ‘pushing’. Uomini che odiano le
donne non mancano, gente che disprezza il genere femminile ce n’è ma
tanto questi (i cattivi) quanto quelli (i buoni) tutti sono paralizzati dalla
vergogna di difendersi; gli uni perché vincolati dall’amore e gli altri in
quanto preda dell’odio, tutti sentono come disonorevole il “prendere le armi
contro le donne”.
Ma mentre è impossibile che i misogini smettano di esser tali, con ciò
restando per sempre incapaci di assumere la propria autodifesa, i Cavalieri
possono invece uscire dal loro ingenuo incanto. Prospettiva provocatoria ed
oltraggiosa che costoro rifiutano finanche di prendere in considerazione
proprio in quanto tali ed ai cui occhi l’idea stessa appare riprovevole e disonorante.
Il fatto è che la Cavalleria nasconde una presunzione il cui abbandono
apre agli uomini la possibilità di trasformarsi da Cavalieri Ingenui,
quali sono, in Cavalieri Intelligenti. Il Cavalierato maschile si fonda
sulla presunzione che le donne siano deboli, incapaci di nuocere, impossibilitate
a diventare maramalde; se invece gli uomini fossero convinti di
questa possibilità diventerebbero molto più prudenti.
Il femminismo denuncia come originata dalla presunzione della propria
superiorità quella Cavalleria che gli uomini continuano a considerare fonte
di onore benché da decenni venga dileggiata e vilipesa. E’ vero che le
donne ne hanno tratto e ne traggono immensi benefici e che il femminismo
stesso senza di essa sarebbe morto sul nascere, nondimeno quella denuncia
contiene una verità innegabile: solo chi si sente più forte dell’altro pratica
la Cavalleria nei confronti di quest’ultimo. Ora, non si può pretendere che
un Cavaliere smetta veramente di esser tale, che gli uomini occidentali gettino
via questo gioiello, quel che debbono fare è conservare questa ricchezza
in silenzio per trasmetterla alle generazioni che verranno, ma trasfor
marsi al tempo stesso da Cavalieri Ingenui in Cavalieri Intelligenti, quelli
che sanno che dall’altra parte non può venire alcuna Cavalleria. Devono
riconoscere, disincantati, che quelle creature “…hanno fatto gran cose che
della fede hanno tenuto poco conto, e che hanno saputo con l’astuzia aggirare
e’ cervelli degli uomini; e alla fine hanno superato quelli che si sono
fondati in sulla lealtà”. L’età del Cavalierato ingenuo è dunque finita,
conclusione amara che quell’uomo, prigioniero del suo cuore cortese, non
accetterà mai, perciò la potenza del femminismo continuerà ad espandersi e
lo farà in forza di quel valore che pur tanto disprezza e di cui vuole la
scomparsa dal mondo, giacché si è sempre portati ad odiare ciò che non si
capisce e di cui non si è all’altezza.
tratto da "Questa metà della Terra" di Rino Barnart