Calma, signori e signore.
1. Questo forum è aperto a tutti: donne e uomini, ricchi e poveri, giovani fuori e giovani dentro, gentaglia come negri, ebrei, italiani o messicani (cit.). Non commettiamo l'errore di diventare settari, sennò non ne usciremo mai. Non siamo un movimento politico ma un forum di discussione e riflessione. Come tale, dovremmo essere aperti a tutti i verbi.
2. Giulia, per quanto mi riguarda, è una contributrice saggia e graditissima. Insinuare che sia una "infiltrata" è un'offesa che non dovrebbe essere proferita. D'altro canto, se chiunque esprima opinioni divergenti è un infiltrato, allora qui siamo quasi tutti sul libro paga della Spectre. Tutti si devono considerare invitati a questo lido di dialogo.
3. Il femminismo è, piuttosto ovviamente, un movimento politico di sinistra a carattere rivendicativo e revisionista. Non è niente di etereo o intangibile, né di eterno e immortale. Le sue origini sono da individuarsi nel leninismo-marxismo di stampo sessantottino.
Il suo scopo è riscrivere il passato in chiave oppressiva per presentare la realtà in chiave rivoluzionaria e scrivere il futuro in chiave liberazionista.
«Non esistono fatti, solo interpretazioni»
Friedrich Nietzsche
Lo scopo ultimo del femminismo è dunque quello di sostituire la storia (
history) con la
herstory, istituzionalizzare la sostituzione dell'atto del tramandare i fatti nudi e puri con la loro particolare interpretazione di essi. Anzi: meno si sa della storia vera, meglio è.
Invece di apprendere la cronologia dei fatti storici, agli studenti va inculcato il Dogma del Patriarcato, cioè la vaga e impalpabile nozione di una grande cospirazione maschile per limitare lo sbocciare della superiorità femminile. Questo Dogma - in virtù della sua indefinitezza - è come la maglia bernarda, si slunga e si slarga a seconda delle necessità.
Il fatto che tre quarti degli studenti americani non sappia identificare il secolo in cui Colombo salpò è relativo, anzi propedeutico, purché essi siano debitamente indottrinati con l'idea che, in un passato, esisteva il Patriarcato, i cui rimasugli si trascinano ancora oggi.
Ricollegandoci al discorso di prima, si può cogliere la similarità e la parentela fra femminismo e comunismo anche dal fatto che entrambi traggono la linfa vitale dalla Narrazione del Passato: nel comunismo si narra di un tempo in cui vi era la Borghesia, con tutte le iniquità del caso, nel femminismo si narra di un tempo in cui vi era il Patriarcato, con tutto ciò che ne consegue; il comunismo è un eterno "
work in progress" verso l'utopico nonché irraggiungibile obiettivo della società perfetta egalitaria e uniforme, si è sempre in uno "stadio intermedio" in cui alcuni obiettivi sono raggiunti (quindi si è, meno male, usciti dalla Borghesia, grazie agli sforzi del comunismo), ma altri ne rimangono da completare, il miraggio della società perfetta è lontanissimo e quindi la lotta deve continuare, e il ciclo si ripete: il femminismo non fa differenza, anch'esso vede sempre e ovunque inequità che spingono a continuare a combattere (in Svezia, c'è un partitello chiamato Feministiskt Initiativ che sostiene che le donne svedesi siano nella stessa condizione di quelle arabe. E non per scherzo).
In sostanza, il femminismo si alimenta su sé stesso.
Sono ben pochi i movimenti che dicono: «Ok, abbiamo raggiunto i nostri obiettivi come da programma, quindi possiamo scioglierci, ciao ciao, abbiamo finito, tornate a casa, è stato bello conoscervi». Quasi tutti si perpetuano perché hanno assaggiato il potere e ora non riescono a resistare alla tentazione di salire al trono del sovrano (o presunto tale) che hanno appena scalzato. Molti inventano nemici immaginari, chimere inesistenti, per cementificare con la paura il loro potere, l'elusivo, indefinito, inafferrabile "nemico dietro l'angolo", pronto ad invadere/ritornare se si abbassa la guardia, sia esso l'Islam, i terroni, le toghe rosse, il Patriarcato, la Borghesia o l'Eurasia.
«Quando ti trovi d'accordo con la maggioranza, è il momento di fermarti e riflettere»
Mark Twain
La catena si spezza con una sola, efficacissima arma. Il sapere. E con la sua munizione. La critica indipendente. Quando si impara a pensare da sé, senza lasciarsi influenzare dai dogmi, ecco, quello è il momento in cui ti puoi definire libero.
4. Pene e vagina sono due organi del corpo umano. Non possono essere presenti contemporaneamente salvo rari casi.
Il pene è un simpatico salsicciotto di carne, la vagina è una cavità cilindrica interessata da un intenso traffico in entrata e in uscita.
Io sono un (aspirante) letterato, non uno psicanalista. Mi piacciono la storia e l'analisi politica, non la simbologia fallica.
Il significato metafisico delle pudenda non mi riguarda.