Ma la signora Camusso davvero crede di poter cambiare qualcosa con uno scioperino di otto ore, ad inizio settembre dell'anno domini 2011? Lo sciopero è un mezzo di protesta già novecentesco, e comunque richiederebbe una coesione delle masse molto più elevata di quella attuale. Domani tutti torneranno pigolando al lavoro, in fila come formichine, e tutto sarà stato inutile.
Perché non possono riutilizzare lo slogan "Se non ora, quando?"? In fondo, appartiene comunque a loro, ne hanno il copyright. Cgil o Snoq, sempre della stessa cosa stiamo parlando, sono due versi della stessa medaglia (d'oro al valor militare). Eppoi la Camusso non è che brilli per capacità retoriche, non so se l'avete sentita mai parlare, ma è peggio di un'overdose di Tavor.
Tra l'altro, visto l'aria pesante che tira dalle parti delle neo-fem, l'inquietante puzzo di cadavere nella tenda di comando femminista, non è lo slogan che sia utilizzatissimo, al momento. Striscia la Notizia, dopo aver preso a randellate quella poveretta della Zanardo, si appresta a tornare tranquillamente in onda con le veline al loro posto e direi che questo è iconico della sconfitta della "battaglia per la dignità televisiva delle donne".
Tanto, dato che la sinistra è ridotta ad una brodaglia marcescente, dubito che saranno in grado di fare qualsiasi cosa, una volta che il Silvione nazionale sarà kaput. Vedrete che risate, nel 2013. Avremo papi, antipapi, papesse e antipapesse a volontà. Già m'immagino.
La Camusso vuole solo sfruttare l'ultima risacca d'indignazione per salpare e ridare un po' di ossigeno ai sindacati.
A margine, lo Snoq ha esultato perché Napolitano ha selezionato la giurista Marta Cartabia per sostituire la buonanima di Maria Rita Saulle, come se ciò fosse una grande conquista di civiltà. Qualcuno dovrebbe spiegargli che non è buono se si viene a creare la "poltrona delle donne", che appena si libera bisogna venga nuovamente occupata. Notate la tempistica: Fernanda Contri (1996-4 novembre 2005), Maria Rita Saulle (9 novembre 2005-7 luglio 2011†), Marta Cartabia (3 settembre 2011). Una se ne va, e l'altra arriva. Come i piselli surgelati: non bisogna mai interrompere la catena del freddo. O del politically correct.
Non è buono perché significa che le donne sono diventate una specie protetta alla pari della foca monaca e del panda, con la loro riserva e basta. Al massimo gli allargano il territorio, ma sempre una riserva recintata rimane. Detto ciò, sicuro della sua professionalità, auguro alla signora Cartabia un prospero e felice periodo alla Consulta, in cui magari abbia modo di mostrare che le donne valgono anche per le loro capacità, e non solo per il loro status di "razza oppressa".