Autore Topic: parità si no?  (Letto 13166 volte)

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Re: parità si no?
« Risposta #30 il: Agosto 28, 2011, 19:11:04 pm »
ma pensa...io credevo fosse più un esigenza strategica dell'uomo nel sentire la necessità di stabilire gerarchie. questo lo dico sulla base delle società patriarcali che hanno sempre cercato di creare un ordine, il capo famiglia il padre. il capo spirituale il papa etc, il capo politico, il presidente o re o imperatore etc. cioè credevo fosse un esigenza strategica più in linea con la mentalità maschile per avere tutti un proprio ruolo e un proprio ordine e saper costruire su ciò che si è la propria identità, capacità e compito, per poter essere pronti in ogni occasione.
invece, stando a degli studi, quelle poche civiltà matriarcali sì, adorano molto le forme femminili, ma poi non comanda nessuno e nessuno ha un ruolo ben definito per tanto poi non durano.
ecco io credevo che la donna avesse più una natura "randagia". senza un progetto concreto  da farla poi sentire fuori posto in qualsiasi ruolo ...
(o magari sono solo io così... :unsure:)
e secondo me queste son qualità che un capo deve avere. la storia ci insegna che anche il più forte e temuto dei dittatori può essere sopraffatto e distrutto dal popolo se non ascolta né accontenta il popolo...il colosseo fu fatto proprio per distrarre il popolo dalla fame e dalla miseria, offrendo spettacoli sanguinari, tanto per sfogare indirettamente   la loro aggressività e incazzatura verso i loro simili più sfortunati e non verso chi li condannava alla miseria...ma non è durato per sempre sto "giochino".

provo a spiegarmi meglio:
parita no:
- la donna tende a sentire le forze: un uomo debole e insicuro difficilmente piace alle donne, un uomo forte, autorevole, risuluto in genere si. ti risulta?
- sottomettere cio da cui non è sottomessa: il classico "tenere testa a una donna", se in un rapporto l'uomo tende ad essere la parte debole la donna tendera a mettergli i piedi in testa prima di lasciarlo. ti risulta?
-stabilire gerarchie, deve sentire che cè un capo: l' uomo che emerge rispetto agli altri, l'uomo che altri uomini ammirano, (in un certo qualmodo il capo branco) l'uomo che comanda su 400 dipendenti. un uomo del genere di solito risulta appetibile alle donne. ti risulta?
parita si:
qui intendevo che l'uomo tende a basare il rapporto sulla parola piuttosto che sulla forza. tipo che se l'uomo da 0 a 10 vuole zero tende a concedere 5 solo per il semplice fatto che tiene conto dell'esistenza dell'altro. la donna che da 0 a 10 vuole dieci pretende 10 ed è disposta a trattare se e solo se l'uomo ha la forza di strappare qualche punto, non gli basta che l'uomo esista, deve farsi sentire.
tenendo conto che il mio non vuole essere un assoluto, ma una tendenza: ti risulta?

Offline Animus

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Re: parità si no?
« Risposta #31 il: Agosto 28, 2011, 19:21:16 pm »
Che nei miei scritti parli uno psicologo senza pari, questa è forse la prima conclusione a cui arriva un buon lettore - un lettore come lo merito, che mi legga come i buoni filologi di una volta leggevano il loro Orazio.
...
A proposito, posso insinuare che io conosco le femmine?
...
Mi amano tutte - una vecchia storia: lasciando da parte le femmine minorate, le "emancipate", quelle a cui manca la stoffa per fare bambini.
...
La lotta per l'uguaglianza dei diritti è già un sintomo di malattia: qualunque medico lo sa.
...
C'è qualcuno che ha udito la mia risposta alla domanda: come si può curare una donna - come la si può "redimere"?

Facendole un figlio ... ... ...


Ti sentirai più forte, un uomo vero, oh si , parlando della casa da comprare, eggià, e lei ti premierà, offrendosi con slancio.  L'avrai, l'avrai, con slancio e con amore … (Renato Zero)

Ha crocifissi falci in pugno e bla bla bla fratelli (Roberto Vecchioni)

Offline stellina

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Re: parità si no?
« Risposta #32 il: Agosto 28, 2011, 19:39:03 pm »
caspita quante risposte in una domenica che per me è stata oziosa e caldissima...

rispondo a quello che mi ha colpito in ordine sparso, e poi entro nel merito.
Allora: io non provo nessuna stanchezza nè noia e il mio rapporto non è alla frutta ma anzi è solidissimo. Non mi sono inventata il bisogno dell'uomo dominante. Forse il bisogno c'era sin dall'inizio, quello che mancava era la consapevolezza. le consapevolezze su noi stessi e sugli altri si acquisiscono col tempo, ho 35 anni ma non tornerei ai miei 20: nel diventare adulti si acquisiscono consapevolezze che da giovani non si hanno, che ci aiutano non dico ad essere felici, ma almeno a cercare in modo più mirato quella che per noi può essere la felicità.

Qualcuno mi ha chiesto dov'ero quando il femminismo ecc... sorry, ma io il femminismo non l'ho visto nascere, nè ho avuto nessuna parte nella sua affermazione. Una cosa è il femminismo, che magari ha coinvolto alcune (non tutte) signore diciamo dell'età di mia mamma, e un'altra cosa è la parità. Sono a favore della parità in termini civilistici: non mi piacerebbe vivere in un paese in cui le donne non hanno diritto di voto, diritti ereditari, non possono studiare o scegliersi il marito, o devono vivere sotto la tutela di un uomo. La parità "sociale" è una cosa, la parità "personale" è un'altra. Come parità personale intendo quella nei rapporti di coppia.

Comunque buttarla sul femminismo è fuorviante e non ci aiuta: molte delle donne della mia generazione non se ne sono mai occupate, ma tutti o quasi nella mia generazione (intendo anche i maschi) abbiamo "assorbito" in maniera passiva un certo modo di rapportarci fra i sessi.


E' ovvio che voglio essere rispettata, non avrei mai potuto scegliermi un dittatore come marito, ma mio marito ha tante buone qualità che gli permetterebbero di guidare... e non lo fa. lui non guida e io non posso: non ho la leadership necessaria. Io sono una razionale che raccoglie le argomentazioni e una persona pratica, d'azione. La "strategia" non mi attira e non mi ci sento portata. il risultato pratico è che nessuno die due prende le redini, e  tutto diventa una estenuante dissertazione, fino a trovare uno spesso impossibile punto d'incontro, che spesso non soddisfa nessuno. Invece mi piacerebbe tanto, a volte, dopo che ho messo sul "tavolo" gli elementi, che qualcuno li utilizzasse per stabilire la direzione.

il "fa' come vuoi" che mi fa soffrire, non è un "indirizzo" ma al contrario una forma di disimpegno, della serie: io la mia opinione ce l'ho, però non te la dico per un malinteso senso della tua libertà e parità, perchè non ritengo di averne il diritto/autorità ecc...Questo secondo me priva la coppia di un "sano" scambio di punti di vista.

A proposito del contenitore: la trovo una metafora suggestiva ma imperfetta.
Gli oggetti sono statici nella loro natura, le persone maturano, mutano opinioni, abuitudini, punti di vista ecc per effetto delle esperienze della loro vita. é vero che le persone non si possono cambiare. Però si possono cambiare i comportamenti delle persone, il loro livello di "disinvoltura" o confidence (non mi viene una parola italiana) nel rapportarsi in un modo o nell'altro. Io credo che in ogni uomo ci sia un lato più da leader, come in ogni donna ci sia un lato che aspira più alla supportività che al comando. Poi ognuno li esprime di più o di meno nei comportamenti, a seconda del contesto sociale, delle caratteristiche del partner, e di tante altre cose che magari nel complesso ci sfuggono. Io è sui comportamenti che vorrei lavorare, non certo sulla mente o sull'anima.



è vero che quando sbaglio me ne accorgo io stessa, però evitare di sbagliare è una cosa impossibile: ci possiamo provare, ma riuscirci è ben altro. Nel farlo siamo sicuramente influenzati dai feedback di chi ci circonda. è chiaro che il bambino sa che rubare la cioccolata e mangiarla di nascosto è sbagliato, ma se non riceve "l'occhiataccia" o la sgridata di mamma e papà, che fa da "rinforzo" riterrà in qualche misura che il suo errore non è poi così grave. l'apprendimento, dal punto di vista dell'evoluzione, è sempre stato basato su un rinforzo di premi e punizioni. E' ovvio che se sbaglio, al di là di saperlo, mi si crea l'aspettativa che la contropparte me lo dica. Il fatto è che la controparte non me lo dice perchè ritiene di non aver diritto di manifestare questo disagio, perchè siamo pari e la sua "occhiataccia" gli imporrebbe un ruolo più "dall'alto". (chi sgrida si deve sempre porre un gradino più in alto dello sgridato, ma non c'è niente di male in questo).

parlo con molte donne della mia età, o della mia condizione (donne sposate in un matrimonio/unione maniacalmente paritaria). un po' di disagio strisciante c'è, anhce se forse non nella forma chiara che io avverto da un po'.

Non so se riesco a spiegarmi. da che ho cominciato ad articolare i miei dubbi e i miei disagi, mi sono beccata tante di quelle cattiverie e insulti che francamente sono amareggiata. Non pretendo di essere capita, e non voglio neanche farne una questione personale, però mi domando: è poi così mostruoso non aver voglia di dividere il comando (o di assumerlo in esclusiva) ma voler fare solo la "supporter"? Bho.
ciao
M. Stella


Offline stellina

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Re: parità si no?
« Risposta #33 il: Agosto 28, 2011, 19:54:59 pm »
-stabilire gerarchie, deve sentire che cè un capo: l' uomo che emerge rispetto agli altri, l'uomo che altri uomini ammirano, (in un certo qualmodo il capo branco) l'uomo che comanda su 400 dipendenti. un uomo del genere di solito risulta appetibile alle donne. ti risulta?

No, io a dire il vero non intendevo questo. la componente "sociale" e quella "personale" possono essere diverse.
un uomo può non essere un "capobranco", e anzi magari essere un oscuro impiegato come tanti, ma avere molta leadership nei suoi rapporti interpersonali (specie con la sua donna). Non sempre gli uomini di potere sono veri leader.

Io stessa ho un posto di responsabilità e gestisco persone, al lavoro. ma non sono una vera leader. Diciamo che mi sono conquistata il mio posto con l'affidabilità, il senso di responsabilità, la disponibilità a lavorare tanto e ad essere flessibile. le persone mi seguono non per la mia capacità di comandare, ma di convincere,

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Re: parità si no?
« Risposta #34 il: Agosto 28, 2011, 20:07:29 pm »
No, io a dire il vero non intendevo questo. la componente "sociale" e quella "personale" possono essere diverse.
un uomo può non essere un "capobranco", e anzi magari essere un oscuro impiegato come tanti, ma avere molta leadership nei suoi rapporti interpersonali (specie con la sua donna). Non sempre gli uomini di potere sono veri leader.

Io stessa ho un posto di responsabilità e gestisco persone, al lavoro. ma non sono una vera leader. Diciamo che mi sono conquistata il mio posto con l'affidabilità, il senso di responsabilità, la disponibilità a lavorare tanto e ad essere flessibile. le persone mi seguono non per la mia capacità di comandare, ma di convincere,

certo stella non ho difficolta a crederlo, in quel post tentavo di delineare una tendenza generale.

Offline stellina

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Re: parità si no?
« Risposta #35 il: Agosto 28, 2011, 20:12:09 pm »
Mi amano tutte - una vecchia storia: lasciando da parte le femmine minorate, le "emancipate", quelle a cui manca la stoffa per fare bambini.
...
La lotta per l'uguaglianza dei diritti è già un sintomo di malattia: qualunque medico lo sa.
...
C'è qualcuno che ha udito la mia risposta alla domanda: come si può curare una donna - come la si può "redimere"?

Facendole un figlio ... ... ...[/i]

 
Non ti conosco e non so quanta ironia ci fosse nelle tue citazioni. Ma non mi ci riconosco.
il fatto che una donna non "faccia" bambini non è un criterio di qualità. Io ne ho 3: un bambino di 7 anni e due gemelle di 4. Ma non mi sento "più donna" o "migliore" di chi ne ha 1, 2, o non ne ha nessuno. Non si fa "fare" un figlio ad una donna. I figli si vogliono e si fanno in due, con consapevolezza e senso di responsabilità.

L'uguaglianza dei diritti civili ci deve essere oggigiorno, altrimenti diventiamo come l'Arabia Saudita, dove le donne NON HANNO IL DIRITTO DI:
  • votare
    uscire da sole (devono avere un tutore maschio)
    avere il passaporto (sono registrate su quello dei mariti, come i figli minori)
    guidare l'auto
    ereditare
    rendere testimonianza in tribunale con lo stesso valore legale di un uomo
    frequentare facoltà diverse da letteratura e medicina
    rimanere sole in presenza di un uomo che non sia un consanguineo
     


vi riconoscereste in questo modello sociale? Puzza un po' di Medioevo, eh?

No, la quadratura dei rapporti uomo -donna non si può ricondurre a modelli medievali di oppressione e schiavitù. Ci vuole una parità di diritti nel riconoscimento della diversità dei ruoli, delle carattersitiche e dei bisogni almeno per chi questa diversità l'avverte.
Io sì, ma lungi da me voler applicare la mia visione al resto del mondo. Se in una coppia vivono bene con la totale parità, o con la moglie che fa da "capofamiglia" tanto di cappello: in queste cose non c'è il giusto o lo sbagliato, ognuno deve trovare la sua "formula".

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Re: parità si no?
« Risposta #36 il: Agosto 28, 2011, 20:35:10 pm »
sì ma infatti poi è sempre la stessa storia. nel momento in cui una donna cerca di cambiare il suo uomo in dominante, invece di sceglierlo fin dall'inizio,  è lei che sta spostando il capo con il suo collo nella direzione che lei ha scelto per tutti e due. se il tuo uomo ti dice "fai come vuoi o meglio credi", non ti sta dicendo cosa fare esattamente, ma ti sta dando cmq una giuda: devi  decidere tu cosa fare di preciso. pretendere che sia lui a dirti cosa fare esattamente, è un modo di manipolare l'altro, di cambiarlo in forma passiva.
 non dico che sia la situazione di stella che non conosco, ma di tante che si sentono smarrite in quel "fai come vuoi" .
 credo che  si voglia un rapporto dove lui figuri solo come giuda e capo, ma è lei  che in ombra  gestisce il rapporto  verso la direzione che crede migliore per tutti.

straquoto

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Re: parità si no?
« Risposta #37 il: Agosto 28, 2011, 20:47:38 pm »

No, la quadratura dei rapporti uomo -donna non si può ricondurre a modelli medievali di oppressione e schiavitù. Ci vuole una parità di diritti nel riconoscimento della diversità dei ruoli, delle carattersitiche e dei bisogni almeno per chi questa diversità l'avverte.
Io sì, ma lungi da me voler applicare la mia visione al resto del mondo. Se in una coppia vivono bene con la totale parità, o con la moglie che fa da "capofamiglia" tanto di cappello: in queste cose non c'è il giusto o lo sbagliato, ognuno deve trovare la sua "formula".



infatti ci vuole un ricorso più frequente alla  contrattualistica privata dove ogni coppia scelga l'accordo che ritiene più opportuno.

il tuo caso non lo commento però  ti dico che  alcuni uomini usano un "fa come vuoi"  perchè   la differenza tra le opzioni  è davvero insignificante per loro e comunque non vale la pena di eventuali  lamentele femminili che rinfacciano("tu mi hai detto...")  .   siete petulanti voi femmine  :P  e fate  la cosa che volete e basta , senza farla tanto lunga .   :cool:
Io ho riposto le mie brame nel nulla.
(Stirner , L'Unico e la sua proprietà)
http://maschileindividuale.wordpress.com/

Offline TheDarkSider

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Re: parità si no?
« Risposta #38 il: Agosto 28, 2011, 21:06:17 pm »
L'uguaglianza dei diritti civili ci deve essere oggigiorno, altrimenti diventiamo come l'Arabia Saudita, dove le donne NON HANNO IL DIRITTO DI:
  • votare
    uscire da sole (devono avere un tutore maschio)
    avere il passaporto (sono registrate su quello dei mariti, come i figli minori)
    guidare l'auto
    ereditare
    rendere testimonianza in tribunale con lo stesso valore legale di un uomo
    frequentare facoltà diverse da letteratura e medicina
    rimanere sole in presenza di un uomo che non sia un consanguineo
     

vi riconoscereste in questo modello sociale? Puzza un po' di Medioevo, eh?
Certo perché al mondo di modelli sociali esistono solo la barbarie femminista occidentale o la barbarie maschilista saudita: se non sei d'accordo con la prima fai parte automaticamente di coloro che sostengon la seconda  :doh:

Senti tanto per esser chiari: questo un sito di autoconsapevolezza maschile, qui ci si interroga, si discute e spesso ci si sfoga  intorno a temi e problemi come la svalutazione del ruolo e dell'immagine dell'uomo, le aberrazioni giuridiche del femminismo ( il potere dato alle donne di rovinare il marito nelle cause di separazione e divorzio, l'inversione dell'onere della prova nei processi per stupro, ecc.), e anche su come impostare il rapporto tra uomini e donne nel contesto malato di femminismo in cui tutti ci troviamo, quindi la questione che tu poni è in tema.

Ma se sei venuta qui a ribadire le solite quattro cazzate sentite mille volte in TV per cui bisogna scegliere tra la barbarie femminista o il medioevo meglio tagliare subito, l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno è una femmina che ci reciti il mantra femminista anche qui.

Quanto al tuo problema: non puoi pretendere che in una società che fa di tutto per castrare l'uomo, a livello di leggi e di propaganda di sistema, tuo marito si comporti diversamente da come si comporta ora.
TUTTO in questa società spinge gli uomini a comportarsi nel modo in cui si comporta tuo marito, e chiedergli di riappropriarsi del ruolo di capofamiglia sa veramente di capriccio femmineo come dice giustamente Massimo.

Prima castrate l'uomo denigrando ogni qualità tradizionalmente maschile e appoggiando leggi draconiane contro il maschi, poi pretendete il marito capofamiglia. La coerenza è proprio un concetto che vi fa schifo, a voi donne liberate :w00t:
"Le donne occidentali sono più buone e tolleranti con gli immigrati islamici che le stuprano che con i loro mariti."
Una donna marocchina

Offline emilio

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Re: parità si no?
« Risposta #39 il: Agosto 28, 2011, 21:24:32 pm »
Ahimè, vista l'evoluzione del dialogo, temo che l'ultimo intervento sia puro vangelo.  :(


Offline Warlordmaniac

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Re: parità si no?
« Risposta #40 il: Agosto 28, 2011, 21:40:00 pm »

Prima castrate l'uomo denigrando ogni qualità tradizionalmente maschile e appoggiando leggi draconiane contro il maschi, poi pretendete il marito capofamiglia.

Alcune denigrano, soltanto a parole, le virtù esaltate dal maschilismo; invece molte, secondo me, sono maschiliste anche a parole. Stellina è una delle tante che vogliono la "presenza forte", ma dubito che dica anche il contrario.

Il femminismo non è unitario, ha delle spaccature forti al proprio interno, a seconda di ciò che fa più comodo a quel tipo di donna. Quindi, sì, è vero, sono tendenzialmente incoerenti, ma questa non è per forza la loro caratteristica principale. L'incoerenza, secondo me, è l'effetto dell'opportunismo e del conveniente; se a una donna conviene una certa situazione, può benissimo sposare in toto quella causa, senza essere incoerente. Infatti Berlusconi continuerà a ricevere molti voti femminili, soprattutto da ragazze giovani e attraenti. Le signore avanti con l'età e intellettuali, utilizzando di più il cervello che le gonadi (che non significa che apprezzi o meno questa scelta), faranno in proporzione scelte diverse da quelle del PDL.

Offline stellina

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Re: parità si no?
« Risposta #41 il: Agosto 28, 2011, 22:25:01 pm »
Ma se sei venuta qui a ribadire le solite quattro cazzate sentite mille volte in TV per cui bisogna scegliere tra la barbarie femminista o il medioevo meglio tagliare subito, l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno è una femmina che ci reciti il mantra femminista anche qui.

Non capisco la tua aggressività, così come non capisco la necessità di spaccare il mondo in bianco e nero. Se fosse bianco e nero sarebbe semplice. Invece ci sono infinite sfumature di grigio, perchè la realtà dei rapporti umani, quindi anche quelli uomo- donna è comlto complessa. Quello che rifiuto è proprio questa omologazione sui due poli: o sei per la parità a tutti i costi, o sei un pericolo. da bannare perchè le cose che dici ci spaventano o ci fanno orrore. O sei per il medioevo, o sei per il femminismo. ma è davvero tutto qua? Non ce la facciamo proprio ad "evolvere" verso una modalità di rapporto diversa, che magari tenga conto delle diversità di genere e le rispetti, senza voler far prevalere un modello rigido di società o l'altro?Non lo chiedo solo a te, lo chiedo prima di tutto a me stessa.

Prima castrate l'uomo denigrando ogni qualità tradizionalmente maschile e appoggiando leggi draconiane contro il maschi, poi pretendete il marito capofamiglia. La coerenza è proprio un concetto che vi fa schifo, a voi donne liberate :w00t:

Non offenderti Thedarsider, ma questa filippica mi pare un po' fuori luogo. "prima castrate.." mi ricordi quei pastori mediatici che vedevo negli USA, che arringavano le folle roteando l'indice,  "vendendo" il concetto che le cose potessero essere solo bianche o nere, le società solo maschiliste o solo femministe, le donne solo castratrici e dispregiatrici della coerenza. Mi sbaglierò, ma ci vedo un vissuto tuo personale che diventa metro di tutte le cose. Tutti abbiamo un vissuto e da lì partiamo, ma se tu hai incontrato donne castranti, al di là di empatizzare umanamente con te, non vedo come la cosa mi riguardi. Forse bisogna partire dal proprio vissuto, ma senza generalizzarlo troppo. Le generalizzazioni sono pericolose e non aiutano il confronto.

Offline stellina

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Re: parità si no?
« Risposta #42 il: Agosto 28, 2011, 22:40:14 pm »
Alcune denigrano, soltanto a parole, le virtù esaltate dal maschilismo; invece molte, secondo me, sono maschiliste anche a parole. Stellina è una delle tante che vogliono la "presenza forte", ma dubito che dica anche il contrario.

Il femminismo non è unitario, ha delle spaccature forti al proprio interno, a seconda di ciò che fa più comodo a quel tipo di donna.

è questo che non mi convince. Continuare a pensare i rapporti fra i sessi in termini di "maschilismo" e "femminismo". Ma non è questa rigidità che è perversa? Io quando mi avvicino ad un uomo non penso che è un "maschilista". Penso che è una persona. Una persona che avrà le sue idee e i suoi comportamenti, che possono essere compatibili coi miei oppure no. E spero che quando un uomo mi guarda veda la donna e la persona, e non la femminista che non sono (e in 35 anni non sono mai stata).

è chiaro che se continuiamo a dire che le donne sono "femministe" e gli uomini "maschilisti" appena una donna normodotata dice (come nel mio caso) vorrei un uomo leader si scatena l'inferno. Sono pronta a scommettere che se un uomo scrivesse: "mi piacerebbe una donna con cui stabilire un rapporto in cui sono capofamiglia" si attirerebbe altrettante bufere e insulti. Usciamo un po' dai ruoli. Diamo a noi stessi o a chi ci circonda la possibilità di vivere i rapporti senza troppe etichette esenza troppe connotazioni ideologiche.

Un uomo vuole essere capofamiglia? benissimo, se trova una donna che desidera quel modello di famiglia, saranno felici e contenti.
Una donna vuole "portare i pantaloni" (brutta espressione) e a suo marito piace il ruolo del casalingo? ma stra-bene, anche loro saranno molto felici.

E lo saranno perchè non ci sarà quella corto-circuitazione pericolosa fra quello che davvero desiderano e quello che credono di dover desiderare, per non sentirsi "in colpa" "strani" "matti" "perversi".

E' di questo che io voglio parlare, non di proclami ideologici più o meno generalisti su femminismo e maschilismo. A me delle ideologie sessuologiche che me ne frega?
A stento credo in Dio, nello stato e nella politica non ci credo più da tempo... possibile che l'unico "credo " che sfida il tempo e lo scetticismo della società moderna sia ... il femminismo/maschilismo?

Offline Warlordmaniac

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Re: parità si no?
« Risposta #43 il: Agosto 28, 2011, 23:05:07 pm »
è questo che non mi convince. Continuare a pensare i rapporti fra i sessi in termini di "maschilismo" e "femminismo". Ma non è questa rigidità che è perversa?
(...)

Un uomo vuole essere capofamiglia? benissimo, se trova una donna che desidera quel modello di famiglia, saranno felici e contenti.
Una donna vuole "portare i pantaloni" (brutta espressione) e a suo marito piace il ruolo del casalingo? ma stra-bene, anche loro saranno molto felici.


E' di questo che io voglio parlare, non di proclami ideologici più o meno generalisti su femminismo e maschilismo. A me delle ideologie sessuologiche che me ne frega?


La mia posizione non nega quello che ho quotato in corsivo, anzi lo conferma proprio.

Anche se di maschilismo e femminismo, non so se l'hai capito, non ne parlo come di due movimenti opposti, anzi... il maschilismo e un certo femminismo procedono di pari passo, confondendosi.
Le ideologie influenzano le menti; anche se, secondo me, meno delle varie convenienze e alcune posizioni, in riferimento alle varie ideologie, non sono altro che il prodotto di esigenze di convenienza.

Offline Giuseppe83

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Re: parità si no?
« Risposta #44 il: Agosto 28, 2011, 23:22:07 pm »
Noi non parliamo di rapporti personali ma di rapporti fra la categoria sociale "uomini" e la categoria sociale "donne". E siamo fortemente incazzati perchè nella nostra società le donne godono di una serie di privilegi (giuridici e di fatto) notevoli ed anche perchè la figura maschile è oggetto di costante svilimento da parte dei massmedia (violenza psicologica collettiva).
Come può un uomo sotto continuo ricatto giuridico e psicologicamente violentato ergersi a capofamiglia? Solo in un modo: a suon di mazzate. Non c'è altra via. In questa situazione ci troviamo. Fai la tua scelta.