solo gli uomini pagano. Le donne no.
Ora, dipende da quale di corrente di pensiero vogliamo seguire.
Se intendiamo per "prostituzione" uno sterile scambio monouso di sesso per denaro, magari contrattato a motore caldo sulla Provinciale, no, probabilmente le donne non sono dedite a queste pratiche. O, almeno, non credo ci siano uomini che mettano in mostra la loro virilità sulle pubbliche strade.
Se invece intendiamo qualsiasi rapporto sentimentale in cui ci sia una retribuzione da una delle parti verso l'altra in cambio di una prestazione sessuale e/o sentimentale, e che questo scambio sia la causa prima del rapporto, allora credo che si possa parlare di pagamento femminile.
Il profilo tipico della "puttaniera" (se mi passate l'audace termine) credo sia: 45-50, fascia sociale media, single o divorziata, senza figli o con figli lontani da casa, vita sociale intermittente. Non credo il fenomeno sia diffuso fra le giovani, poiché nel "mercato del sesso" la domanda è molto maggiore dell'offerta: se una ragazza giovane o giovanissima vuole scopare, ci sarà
sempre un maschio pronto a cogliere al volo l'offerta, per quanto sia grassa o brutta.
Viceversa, se un maschio vuole accoppiarsi, deve intraprendere il faticoso percorso di corteggiamento e superare la selezione sessuale: se è brutto o asociale o disturbato, verrà scartato e rimarrà a secco, costretto a ricorrere alle fanciulle a pagamento. Anzi: una voglia eccessiva di scopare, che nella donna è praticamente un invito a nozze, nel maschio giovane è deleteria in quanto indice di poco autocontrollo e di probabile pericolosità.
Attorno ai 45-50 anni, invece, la donna perde gran parte del suo appeal sessuale: a parte le attrici che si fanno di botox e si torturano con il lifting, la bellezza femminile inizia a sgretolarsi. Anche gli uomini disponibili sono molti di meno, e molto meno attraenti: i migliori sono tutti o ammogliati, o "scapoloni d'oro" dal ricco conto in banca contesi anche con concorrenti più giovani molto più competitive della nostra zitella; rimangono i pervertiti bavosi e i fedifraghi che però cercano l'amante, la "seconda donna", il trasgressivo ed eversivo piacere del tradimento, e molte donne non vogliono essere l'amante di nessuno.
Ancora, è ben possibile che a 50 anni un uomo maturo stia cominciando ad accarezzare la pace dei sensi e ad apprezzare più un buon caffè, un tramonto, un pomeriggio con i figli, un abbraccio con la moglie che non è più bellissima ma è familiare e rilassante come una serata d'inverno d'avanti al caminetto ad arrostire castagne che una scopata da "una notte e via" con la prima sconosciuta, con il rischio magari di non riuscirci e di fare una figuraccia.
A 50 anni, una donna sola, divorziata o zitella, ormai fuori dalle attrazioni maschili, può sperimentare un vuoto emotivo e sessuale, accompagnato al decadimento fisico. Ed è a questo punto che decide, in una sorta di
Breaking Bad, decide di dire vaffanculo alle convenzioni sociali, e scatenarsi, divertirsi per il solo gusto di farlo. Che ne so, comprare quel vibratore che aveva sempre sognato, farsi una lunga vacanza fra i pastori nomadi di capre albine dell'Asia Centrale, un anno sabbatico in un monastero buddhista alla ricerca della pace interiore... avete mai visto
Mangia prega ama con Julia Roberts? Ecco, più o meno quello.
Trovare un modo per reagire alla "crisi di mezza età", insomma.
Per dare una scossa alla propria vita, e riscoprire i piaceri del sesso, credo siano pronte anche ad intrattenere una relazione con un baldo giovane cubano dal cazzo efficiente ed abbondante capace di farle toccare il settimo cielo una, due, tre, quattro volte al giorno - cosa che un cinquantenne coetaneo non può più fare. E se ciò significa remunerare con una rendita costante il vigoroso ragazzone facendo passare la cosa per "fidanzamento" e assicurarsi che lui sia sempre nel letto a garantire un orgasmo al dì...
se pò ffà.
Come sempre, impeccabile e godibilissimo il pezzo di Nemo90 (un consiglio: ma perchè non fai
domanda per essere assunto al Giornale o a Libero ove le tue idee collimerebbero perfettamente
con l'impostazione di questi giornali? Magari ti prendono!)
Preferirei il Fatto Quotidiano o il Corriere, ma credo che, una volta che Berlusconi avrà mollato l'osso, potrei anche pensarci, al Giornale. Ai tempi di Montanelli era un gran quotidiano e anche adesso conserva una certa autorità come
think tank conservativo, tranne quando parla del Cavaliere. Al momento sono solo un correttore di bozze per un giornale locale, però. Correggo gli errori di ortografia nei necrologi e negli annunci di lauree. Magari diventerò pubblicista, chissà. La cronaca bianca di un paesino di 50 000 anime non è proprio il grande scandalo parlamentare, raccontare inaugurazioni di ristoranti e furti di pollame non è come scrivere editoriali per il Corriere ma... tutti cominciano dal basso.
Per fare il giornalista professionista serve la laurea, per la quale mi mancano quattro anni, ed è propedeutico il master in giornalismo. 2 anni e 6.000 euro dopo, potrò fare l'agognato esame di Stato ed entrare nel mondo dell'informazione.
Ne passerà di acqua sotto i ponti...
Questo è il punto dolente, Voltaire (ti parlo da Rousseau): la colpa del ricorso maschile alle
prostitute è ovviamente del maschio; la colpa del ricorso femminile ai gigolò..........pure!
Giust'appunto. Il ragionamento sarebbe il seguente: mentre per il maschio la prostituta è la soddisfazione di un osceno, animalesco ed insaziabile bisogno interiore di scopare, per la donna il gigolò è la risposta ad un vuoto emotivo. Confrontate: maschio porco alla ricerca del sesso nudo e crudo; donna sola alla ricerca di divertimento.
Il settantenne bavoso che, quando non è in giro per quel di Palazzo Chigi, riempie di soldi le ragazzine per far sesso; la signora divorziata quarantenne sull'orlo dell'esaurimento nervoso che riscopre la gioia con Jacinto, bellissimo ballerino cubano.
Eppure entrambi gli atti rispondono allo stesso esatto bisogno.
Illudersi di essere capaci ancora di far colpo, di essere sensuali ed attraenti, di poter instaurare una relazione alla pari, solo fondata sul sesso a pagamento e non sull'amore, perché chiaramente non si può parlare di amore. Far finta di essere ancora giovani
tombeurs de femmes o
femmes fatales, a seconda del sesso. Illudersi di esserlo.
Come scrisse Massimo Fini in uno dei suoi spassosi articoli sul Foglio*, ti accorgi di come una donna diventa sempre più porca dalla qualità delle sue mutandine: iniziano come normali e caste mutandine di cotone, bianche; diventano nere di microfibra; rosse; rosse col disegnino; di pizzo; di pizzo tigrate; leopardate col reggicalze; leopardate abbinate al bustino sadomaso; leopardate col buco al centro... perché bisogna man mano compensare la pochezza del contenuto con la porcaggine del contenitore. Le quarantenni, proprio perché non più bellissime, suppliscono alla loro età con la sottomissione ad ogni tipo di sordida e indicibile pratica, sono le più sfrenate. Per i maschi il percorso è inverso: si parte dalle turbolenze ormonali adolescenziali, dallo sperma che esce dalle orecchie, e si arriva - dopo aver goduto in gioventù, s'intende - alla ricerca, a quarant'anni, più della pace che del sesso.
Entrambi sono ipocriti e stolti, e si rifiutano di accettare la verità, cioè che ad una certa età è meglio considerare di rassegnarsi alla pace dei sensi: ci si guadagna in serenità, soldi e reputazione.
Peccato che le relazioni basate unicamente sull'orgasmo prima o poi si sfaldano: o perché si trova un partner che scopa meglio, o perché ci si scoccia di scopare.
L'amore disinteressato, unico, irripetibile, è la chiave del successo.
È quello che, secondo me, tiene viva una coppia, sia che abbiano vent'anni o che ne abbiano sessanta.
EDIT: Ecco qui l'articolo.
http://www.ilfoglio.it/soloqui/833Leggetelo perché è da morir dal ridere. E da far riflettere.