Autore Topic: Uxoricidio in quel di Monopoli (BA)  (Letto 1826 volte)

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Offline Nemo90

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Uxoricidio in quel di Monopoli (BA)
« il: Settembre 05, 2011, 14:27:00 pm »
http://www.ilgiornale.it/interni/ammazza_moglie_colpi_dascia_dopo_lennesima_lite_divorzio/05-09-2011/articolo-id=543819-page=0-comments=1

Profondo Sud

Avevo sempre considerato Monopoli come un oasi di pace.
Una tranquilla cittadina pugliese di cinquantamila anime, oziosa e assolata.

C'era la vasta piazza Vittorio Emanuele II, che qui tutti chiamano semplicemente "il borgo", delimitata dai suoi rinsecchiti lecci; la Villa Comunale in cui noi ragazzi si andava a passeggiare il sabato sera; la paninoteca ambulante "I Leoni" in viale Aldo Moro che con i suoi aromi di porchetta e kebab aveva mandato in tilt la vicina centralina Arpa; il famigerato "Porto Rosso", popolarissimo lido balneare nonostante vi sbocchino le condotte fognarie di mezza città; il municipio/ex-convento francescano occupato dal giovane sindaco che si dice essere stato, in gioventù, fascistone ma che è tutto sommato onesto e competente.
Insomma, Monopoli: la città delle cento chiese e novantanove contrade. Casa.

Quando accendi la TV e senti di questo o quell'efferato omicidio, ti dici che sono lontani, che non ti toccheranno mai. Avetrana, Brembate di Sopra... chi ci è mai stato? Sonnacchiosi paesini in cui non succede niente da anni. Come Monopoli. L'ultimo omicidio, escludendo un ladro accoppato dai carabinieri, risale ai primi anni '90, all'età d'oro del contrabbando di sigarette.

La mia città era saltata per l'ultima volta ai (ben poco onorevoli) onori delle cronache negli anni '90, quando il Comune fu commissariato per infiltrazioni mafiose. Ora ci risiamo. Antonio mi manda un link su Facebook: «Guarda qui cos'è successo sotto casa tua» dice.
Tu speri che sia perché un tuo concittadino ha scoperto la nuova teoria della relatività, una tua concittadina è a Miss Italia, il ragazzo della porta accanto ha salvato una vecchietta, la ragazza della porta accanto è diventata una neurochirurga, alla peggio un valoroso monopolitano ha versato il suo sangue in Afghanistan.

Invece no.
Nella mattinata di domenica 4 settembre 2011, Domenico Maggio, elettricista quarantanovenne, stava andando al mare, qui a Monopoli a mare si va ad oltranza, finché non si rischia l'assideramento.
La maggior parte della gente, per andare in spiaggia, scende le scale. Lui le sale. Perché dorme in garage. Separato in casa con la moglie quarantacinquenne, Addolorata Palmisani. Stanno separandosi, e si sa come vanno queste cose: dispute patrimoniali, liti furibonde. Ci sono pure due figli, maggiorenni.

Ieri, domenica 4 settembre, ero a Monopoli. Mi stavo godendo il bel sole, in campagna, stravaccato sul dondolo di casa mia. Un libro, una bibita ghiacciata, il gatto acciambellato sulle ginocchia. La più oziosa felicità. La sera, mi attendeva una delle molte sagre estive di contrada. Per la precisione, quella della frittella, in contrada Antonelli. Ospite d'eccezione, l'archeologica e acciaccata band "I bisonti", ultimi segni di vita nei tardi anni '60, accolti dagli astanti come se fosse Lady Gaga al Gaypride di Roma. Di più, la parrocchia non può permettersi.

Altrettanto bene non andava per la povera Addolorata Palmisani, giù in paese.
Nel mattino, ha incontrato il marito in circostanze ancora da chiarire: forse lo ha intercettato per le scale per continuare un diverbio precedente, forse lo è andato a trovare nel suo alloggio sotterraneo. Non sono riuscito a saperlo. Era stata ammonita di lasciar perdere, di evitare di gettare altro fuoco sulla benzina, ma per ragioni ignote è scoppiato quest'ultimo, fatale alterco sulla venale questione dell'affidamento della casa coniugale.
Dopo un'ennesima sfuriata, urla e grida, Domenico Maggio, in un raptus di follia, ha afferrato l'ascia che utilizzava nel suo lavoro quotidiano e ha sferrato i primi colpi, massacrando la moglie.

Un fendente le ha reciso la giugulare, è crollata a terra in una pozza di sangue ed è morta sul colpo. Un collega al giornale mi ha riferito il lapidario commento di un appuntato dei carabinieri: "L'ha macellata". Non è ancora finita. Domenico Maggio scappa, in preda al panico, prende la macchina e guida a casaccio, finisce a Martina Franca. Mio padre, brigadiere della Radiomobile, viene chiamato dalla caserma, è in giornata libera ma non importa, carabinieri lo si è ventiquattr'ore su ventiquattro, quando il dovere chiama chiama. S'infila la divisa turchina, cinge la bandoliera, dà un bacio a mia madre, «Andate da soli alla festa, divertitevi» e se ne va.

L'assassino si ferma, forse si rende conto di qualcosa: chiama dei suoi parenti e farfuglia che ha fatto un casino. Dice dov'è, una pattuglia di carabinieri lo rintraccia e lo arresta. Dopo un lungo interrogatorio, il maresciallo comandante di stazione è esausto. Nonostante sia settembre, fa ancora un caldo becco, si suda, le camicie si fanno appiccicaticce, la testa non ragiona. Un'afa assassina. Ancora non si è reso conto dell'enormità del suo gesto, si dice. Mio padre torna a casa alle undici, con l'appuntato scelto Luigi T., detto Gigino, uno scapolone di quarant'anni anni; i vent'anni a Monopoli non sono riusciti a cancellare l'inflessione bolognese nella sua voce.
Non è mai un buon segno, quando Gigino viene a cenare a casa nostra. Trangugiano un po' di pasta riscaldata, taciturni, e se ne vanno. Gigino dice solo: «Questa è roba grossa».

Un omicidio è un caso grosso. Mi immagino il capitano D., un uomo tranquillo e un po' spelato, che corre da una parte all'altra della vecchia caserma, cercando questo o quel militare, e magari un po' di refrigerio. Corre alla cella di sicurezza in cui è rinchiuso il mostro, controlla che sia ancora incatenato al lettino, guardato a vista. Sfreccia nel suo ufficio, risponde telefonicamente a giudice, sindaco, giornalisti, parenti, medico legale, avvocati, curiosi, commissario di pubblica sicurezza, polizia penitenziaria. Probabilmente è il suo primo omicidio, sa cosa fare, ma è teso come una corda, teme che ne venga fuori un macello.

Il PM autorizza il fermo di polizia giudiziaria, il detenuto viene tradotto al carcere di Bari.
Il quadro probatorio è schiacciante, la colpevolezza sicura. Omicidio. Anzi, peggio, uxoricidio.

In paese si mormora, ad Antonelli "I bisonti" cantano e gracchiano canzoni vecchie di quarant'anni, ma la gente vocifera, c'è chi millanta di aver conosciuto questo Maggio, chi giura e spergiura che fosse un brutto ceffo già da prima, tutti invocano una punizione durissima per l'assassino. Io taccio.

Rifletto silenziosamente, mentre la mia giovane amica Deborah, scadente psico-socio-pedacosa, esprime nel suo italiano un po' sgangherato, frammisto al vernacolo campagnolo, il suo pensiero: il bastardo va "appeso per le palle", e in mezzo alla pubblica piazza, cosicché nessun altro ümn, uomo, pensi mai più d'acced'r, di uccidere, la moglie. Il suo fidanzato, Giampiero detto Giampi, pizzaiolo, le dà ragione: mette in fila una sequela di suoni gutturali impossibili da trascrivere, ma le sta descrivendo a vivaci colori le molte perversioni dell'animo maschile: a volte, sostiene, ci prendono degli attacchi di rabbia e allora non ci vediamo più; ma lei è fortunata, perché lui è un galantuomo. Avrei i miei dubbi sul proposito, ma sto zitto. Debby miagola che è l'uomo più forte del mondo. Mi allontano per buttare la carta oleosa in cui era avvolta la frittella, lasciandoli a tubare.

Spero gli diano l'ergastolo. Sì, perché è un assassino e va punito duramente. Sarà già molto se riusciranno a dargli dieci anni, ma la mia speranza è che uomini come lui vengano separati dalla società per un tempo ragionevolmente lungo.
Il parroco dà inizio al piccolo e artigianale spettacolo pirotecnico. Bocche che si allargano di stupore, quest'anno c'è anche l'ordigno che esplode a forma di cuoricino.
Mi chiedo che senso abbia tutto ciò. Giungo alla conclusione che non vi è nessun senso, nella cieca e folle violenza di Domenico Maggio. Nessun piano da intravedere, nessuna trama da svelare, nessuna dietrologia da illustrare. Un momento di follia estiva.

Mi rendo conto di star pensando troppo alla questione maschile quando mi dico che, se a Monopoli ci fosse il Se Non Ora, Quando?, avrebbe già montato un gran caso per questo atroce omicidio. Ma non c'è. Il sindaco è maschio, il vicesindaco è maschio, su otto assessori c'è solo una donna, e nel consiglio comunale di trenta membri vi sono solo tre donne, una delle quali non si è mai vista alle assemblee in sala Perricci e se il suo partito la vede a tiro, le fa lo scalpo. Il femminismo non si è mai visto, in questo borgo meridionale, roccaforte democristiana. Nessuno parlerà di un concerto fra gli uomini per far fuori le donne, di un misterioso grande piano segreto che coinvolge tutti i possessori di cromosoma Y per sottomettere fisicamente e non il gentil sesso.

Mi chiedo, mentre tutti commentano sulla spettacolarità dei fuochi e la bontà delle frittelle, se non si sarebbe potuta evitare, quella tragedia giù in quel garage di viale Aldo Moro.
Mi dico che Domenico Maggio probabilmente non era un uomo violento, che quella di ieri mattina è l'esasperazione finale di una situazione bollente su cui si sarebbe dovuti intervenire prima.

Mi domando fino a che punto questa tragedia si sarebbe potuta evitare, se il processo delle separazioni non si possa snellire e se non si possa trovare un modo per scongiurare lunghi e sanguinosi dibattimenti che si trascinano per anni, in aula e non. M'interrogo se la storia d'amore fra Domenico Maggio e Addolorata Palmisani non sarebbe potuta finire in tutt'altro modo, magari con una civile separazione, tanti saluti e ognuno per la propria strada.
Mi chiedo se sarebbe stato possibile non dover piangere sui cocci di una famiglia infranta, marchiata per sempre a fuoco dall'onta di un omicidio.

Forse sono domande inutili.
Giampy infila una mano sotto la gonna di Debby, è un galantuomo lui, la rimprovera perché si è messa le mutandine. Dovrei farlo anch'io, mi dico. Forse. Invece di starmene seduto a rimirare il cielo. Ma la mia ragazza porta i jeans.

Stamattina scopro che il blog neofemminista "Bollettino di guerra" ha doviziosamente aggiunto al suo sterile elenco di femminicidi il nome di Addolorata Palmisani, novantasettesima vittima della violenza maschile dell'anno 2011, a incontrovertibile prova del complotto maschilista per uccidere le donne. Tutte.
Novantasette a zero per noi, palla al centro. Come se fosse una partita.

Sopra di me, splendono le luminarie della sagra della frittella, "I bisonti" cantano, la gente ride e già non ci si pensa più, a quella famiglia spezzata.

Offline Guit

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Re: Uxoricidio in quel di Monopoli (BA)
« Risposta #1 il: Settembre 05, 2011, 15:21:42 pm »

Gran bell'articolo e acute osservazioni, parlo del tuo ovviamente.

Take the red pill

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Re: Uxoricidio in quel di Monopoli (BA)
« Risposta #2 il: Settembre 05, 2011, 16:17:14 pm »
http://www.lapresse.it/cronaca/tragedia-della-passione-nel-reggiano-morti-marito-e-moglie-1.52373

Citazione
Reggio Emilia, 5 set. (LaPresse) - Un'autentica tragedia quella consumatasi questa mattina a Reggiolo, piccolo comune della bassa reggiana, dove un uomo ha atteso che la moglie da cui si sta separando, tornasse a casa e senza aspettare che scendesse dal loro Doblò le ha sparato in faccia con il suo fucile calibro 12, prima di suicidarsi. Morto sul colpo lui, lei è deceduta qualche minuto dopo mentre veniva trasportata all'ospedale di Parma.


La tragedia è avvenuta alle 9.30, quando la donna, Beatrice Mantovani, dopo aver accompagnato la loro figlia di 5 all'asilo, è andata nella sua ex casa dove si pensa avesse un appuntamento con il marito da cui si stava separando. Ma lui, Ivano Ferrais, meccanico 47enne di origine veronese, non l'ha nemmeno fatta scendere dal Doblò e le ha sparato per ben due volte attraverso il lunotto della macchina con un fucile del padre, arma regolamente denunciata.


A quel punto il terzo e ultimo colpo di fucile che il Ferrais ha rivolto contro se stesso, credendo di aver ucciso la ex moglie. Non era così però, tanto che quando sono arrivati i primi soccorsi in via Falcone 6, chiamati dai vicini, la dona era agonizzante ma viva. Trasportata d'urgenza è spirata durante il trasporto verso l'ospedale di Parma. La loro piccola figlia si trova con alcuni parenti dopo essere rimasta a scuola.
Pubblicato il 5 settembre 2011

Sono incredibili questi pseudo-giornalisti. TRAGEDIA DELLA PASSIONE !!!  Ma quale passione???

Si erano mollati (quindi non si parla di passione ma di rancore  per favore.. usiamo l'italiano) e questa è andata stamattina a rompergli la palle a casa sua (di lui) !!!

Sempre e comunque colpevole l'uomo-geloso che non accetta la separazione.




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Re: Uxoricidio in quel di Monopoli (BA)
« Risposta #3 il: Settembre 05, 2011, 16:36:05 pm »
http://www.ilgiornale.it/interni/ammazza_moglie_colpi_dascia_dopo_lennesima_lite_divorzio/05-09-2011/articolo-id=543819-page=0-comments=1

Profondo Sud


Rifletto silenziosamente, mentre la mia giovane amica Deborah, scadente psico-socio-pedacosa, esprime nel suo italiano un po' sgangherato, frammisto al vernacolo campagnolo, il suo pensiero: il bastardo va "appeso per le palle", e in mezzo alla pubblica piazza, cosicché nessun altro ümn, uomo, pensi mai più d'acced'r, di uccidere, la moglie. Il suo fidanzato, Giampiero detto Giampi, pizzaiolo, le dà ragione: mette in fila una sequela di suoni gutturali impossibili da trascrivere, ma le sta descrivendo a vivaci colori le molte perversioni dell'animo maschile: a volte, sostiene, ci prendono degli attacchi di rabbia e allora non ci vediamo più; ma lei è fortunata, perché lui è un galantuomo. Avrei i miei dubbi sul proposito, ma sto zitto. Debby miagola che è l'uomo più forte del mondo.

Alla madre di Gela che ha affogato i suoi due figli, a quell'impiegata modello di Legnono che ha strozzato con il cavetto del cellulare il suo figlio maschio di quatrtro anni cosa avrebbe fatto la psico-socio-pedacosa  ???? Appese per la clitoride così nessuna madre si permetterà più di ammazzare i propri figli innocenti???

Peccato che questo pagherà (e giustamente) per l'omicidio della moglie, le Signore (???) di cui sopra assolte per depressione post-partuim o perchè non in grado di intendere e volere nel momento degli infanticidi !!!

Questa la grossa differenza di cultura a Giurisprudenza in Italia !!!

Online Massimo

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Re: Uxoricidio in quel di Monopoli (BA)
« Risposta #4 il: Settembre 05, 2011, 18:33:50 pm »
Rinnovo i complimenti a Nemo90: se tutti gli scrittori (?) italiani scrivessero come lui, verrebbero vinti dall'Italia tutti i premi letterari.
Ma ti faccio un appunto, Nemo (devo fartelo, ahimè): quando dici che a Monopoli il femminismo
non si vede e non si è mai visto. Adesso si vedrà, eccome. Verranno le femministe a Monopoli a
manifestare contro la violenza maschile, verranno. Rassegnati che ci saranno e le vedrai. E non
sarà un bel vedere. Anche quella Deborah che ha sentenziato che il colpevole va appeso "per le
palle" e che gli "uomini non devono pensare di poter uccidere la moglie" pensi che non si sia pure lei abbeverata al pensiero femminista? L'ha recepito il femminismo, eccome se lo ha recepito. Al
sud il femminismo esiste. Le mentecatte (del sud) stanno lì a dimostrarlo!

Offline Nemo90

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Re: Uxoricidio in quel di Monopoli (BA)
« Risposta #5 il: Settembre 05, 2011, 20:22:12 pm »
Oggi pomeriggio sono andato per l'ultimo giorno a mare. Cielo nuvoloso, acqua grigia come il piombo, spiaggia semi-deserta.
La mia ragazza non poteva farsi il bagno (ehm ehm...), non mi andava di lasciarla da sola, così siamo rimasti seduti sugli scogli, vestiti di tutto punto, i pantaloncini arrotolati, con solo le gambe penzoloni in acqua.
Un'altra estate è volata. Fra una settimana torno all'università, a novembre devo fare l'esame di letteratura latina ed è un bel mastino.
È spaventoso come passa in fretta il tempo.

Prima di rispondere ai vostri commenti, devo fare una piccola ma necessaria precisazione: il fidanzato di Debby, Giampi, non si chiama Giampiero ma Giampaolo.

Alla madre di Gela che ha affogato i suoi due figli, a quell'impiegata modello di Legnono che ha strozzato con il cavetto del cellulare il suo figlio maschio di quatrtro anni cosa avrebbe fatto la psico-socio-pedacosa  ???? Appese per la clitoride così nessuna madre si permetterà più di ammazzare i propri figli innocenti???

Peccato che questo pagherà (e giustamente) per l'omicidio della moglie, le Signore (???) di cui sopra assolte per depressione post-partuim o perchè non in grado di intendere e volere nel momento degli infanticidi !!!

Questa la grossa differenza di cultura a Giurisprudenza in Italia !!!

"Completa responsabilità nel bene, totale irresponsabilità nel male". È questo il dogma n.1 del femminismo, per come la vedo io.
Per la cronaca, il n.2 è ripreso dalle parole del senatore Agnelli e si può esprimere così: "Tutto ciò che è bene per le donne è bene per tutti".

Rinnovo i complimenti a Nemo90: se tutti gli scrittori (?) italiani scrivessero come lui, verrebbero vinti dall'Italia tutti i premi letterari.
Ma ti faccio un appunto, Nemo (devo fartelo, ahimè): quando dici che a Monopoli il femminismo
non si vede e non si è mai visto. Adesso si vedrà, eccome. Verranno le femministe a Monopoli a
manifestare contro la violenza maschile, verranno. Rassegnati che ci saranno e le vedrai. E non
sarà un bel vedere. Anche quella Deborah che ha sentenziato che il colpevole va appeso "per le
palle" e che gli "uomini non devono pensare di poter uccidere la moglie" pensi che non si sia pure lei abbeverata al pensiero femminista? L'ha recepito il femminismo, eccome se lo ha recepito. Al
sud il femminismo esiste. Le mentecatte (del sud) stanno lì a dimostrarlo!

Ahimè, hai ragione.
Mi riferivo al femminismo politico (SNOQ et similia), e non alle nozioni di base di quello ideologico.