Vabbe', facciamo le dovute differenze: una palpata occasionale (in strada, sull'autobus) potrebbe essere un reato minore perché comunque è un'invasione non richiesta dell'altrui intimità, ma questo insegnante che sistematicamente tastava, molestava e faceva commenti osceni si è meritato quel che ha avuto. Cioè niente, in fin dei conti, perché non trascorrerà neanche un giorno in galera, ma comunque almeno non ripeterà più il fattaccio.
Abusare della propria qualità d'insegnante per vessare quelle quattro ragazze è certamente un comportamento criminale. Positivo che le quattro vittime si siano rivolte alla psicologa della scuola, magari facessero tutte così. Anche quelle che ci guadagnano, da questi intrallazzi. È ingenuo sperare che una studentessa che riceve 30 e lode in cambio di una fellatio si rivolga alle autorità competenti. A parte qualche martire solitaria, qualche Luca Magni, è nell'interesse delle studentesse scorrette approfittare del "Sistema".
Sperare che le donne si ribellino da sole, per spirito di giustizia e amor d'equità, al Sistema che le vede come oggetti sessuali è, alla meglio, una pia illusione. Lo diceva anche Falcone a proposito della mafia, è ingenuo sperare nell'eroismo autolesionista di inermi cittadini, bisogna intervenire dall'esterno con la forza. Tanto più, aggiungo io, se entrambe le parti beneficiano dello scambio: il professore scarica un po' d'ormone e la ragazza intasca il 30. Entrambi si convincono che il Sistema funziona ed è ben oliato, facile e comodo per tutti e due, e la catena non si rompe, anzi si allarga.
Bisogna inoltre distinguere due casi: quello in cui il professore fa la richiesta (come nel nostro caso) e quello in cui è la studentessa che fa la proposta. Nei casi peggiori crea, appunto, 'o Sistema, in cui la condotta illecita è la norma.
Magari entrambi colgono un indizio, un atteggiamento dell'altro che li spinge a scoprire le carte.
Bisognerebbe quindi tracciare una differenza simile a quella presente attualmente fra corruzione e concussione: nella prima non vi è costrizione, quindi vengono puniti corrotto e corruttore, nella seconda vi è, e viene punito (più aspramente) il concussore, ma non il concusso, perché forzato. Quindi se sia il professore che la ragazza si accordano per stabilire un rapporto accademico sessuale, vanno puniti entrambi. Il primo va (ovviamente) radiato, la seconda espulsa dall'università. Sarebbe opportuno anche stabilire garanzie e sconti per i "pentiti", perché in fondo siamo tutti infami e, pur di salvarci la pelle, canteremmo come uccellini.
Non esiste, né può esistere, il reato di misoginia o di "mercificazione del corpo della donna": quello è un atteggiamento mentale e, fino a prova contraria, gli atteggiamenti mentali non si possono punire. Mi dicono che le femministe vorrebbero una legge contro la mercificazione delle donne in TV per abbattere la misoginia. Esattamente come sosteneva Berlusconi: la crisi è colpa di AnnoZero, se AnnoZero non ne parlasse la crisi non esisterebbe. Stesso modello comunicativo. Chissenefrega se sotto sotto si va ancora avanti a pompini o se la gente muore di fame, fintantoché il TG1 dice che stiamo tutti bene, ricchi e grassi e lo Snoq pontifica sulla indiscussa superiorità femminile, tutto va bene.
Nascondere, celare, ingannare. Esporre la realtà sarebbe fastidioso per entrambi, quindi si ricorre a mezzi nordcoreani per imbacuccare (si presume con il burqa) la realtà.
Dal punto di vista penale, non può dunque esistere il maschilismo come reato. Se io, nel privato della mia anima, penso che i neri siano animali, sono libero di farlo. Se vado a prendere a sprangate i neri, quella è violenza.
Punire l'intenzione (i famigerati "processi alle intenzioni") è una cosa americanoide che abbiamo purtroppo importato qui in Italia e altrove in Europa: si punisce l'atto, non l'intenzione.
Se io pretendo pompini dalla mia segretaria, il mio reato non è quello di considerarla come una donna oggetto, ma è quello di pretendere pompini. Lo disse anche Marco Travaglio all'indomani dell'attentato a Berlusconi: non esiste il reato di odio. Io posso odiare chi mi pare, posso odiare le donne, i neri, gli ebrei, i tedeschi, gli islamici, l'Inter, i baresi, le persone con le lentiggini, i volpini, le colonne greche, i quadri di Lucio Fontana, i metereologhi con i baffi, i nei di Bruno Vespa, i cardiochirurghi con il nome che comincia per 'Z', le case con le finestre in numero dispari, le automobili senza un fanale... ad infinitum. Finché questo mio odio non mi porta a compiere azioni punite dal Codice Penale, non è reato. Io posso pensare che l'intero universo mondo all'infuori della mia persona sia indegno di esistere e meritevole di distruzione atroce e dolorosa, ma comunque non è reato. Più in generale, non possono esistere, in uno stato di diritto, i reati d'intenzione, gli psicocrimini orwelliani.
Esiste, invece la corruzione, e bisogna capire che la corruzione avviene anche per mezzo sessuale: lo diceva anche Honoré de Balzac, ogni donna la sua fortuna ce l'ha fra le gambe, e alcune scelgono di approfittarne per ottenere ciò che altrimenti non spetta loro.
Va da sé che se è il professore che estorce sesso con le maniere forti, va punito solo lui (concussione).
Non sono giureconsulto, quindi non posso dibattere sulla differenza di definizione fra molestie, violenze, atti di libidine violenta, atti di violenza carnale e via dicendo.