http://gazzettadimodena.gelocal.it/dettaglio/morto-labia-ex-presidente-del-carpi/1817370Massimo Labia non ce l’ha fatta. A due giorni dalla pensione, il conosciutissimo tecnico della Telecom, ex presidente dell’Fc Carpi ed ex dirigente di tante squadre calcistiche (Sassuolo, Suzzara e Poggese), è spirato, vittima dell’infortunio sul lavoro di lunedì mattina a Sozzigalli.
Ieri all’ospedale di Baggiovara si è conclusa l’osservazione per dichiararne la morte cerebrale, dopo i devastanti effetti del trauma cranico commotivo che Labia, 55 anni, si era procurato nella caduta da circa tre metri, all’interno di un capannone.
In serata purtroppo non c’erano stati segnali di ripresa, così è stata chiamata la Commissione medica per la conseguente determinazione. L’ennesima disgrazia sul lavoro si porta via così uno dei personaggi e degli sportivi più conosciuti e stimati in città. Un uomo che allo sport ha dato passione e sacrifici, tanto da rimetterci personalmente, quando la società biancorossa che era stato chiamato a presiedere, alcuni anni fa, era incorsa in disavventure finanziarie.
Una disgrazia che fa ancora più rabbia perchè, come hanno denunciato immediatamente in una nota congiunta i sindacati, Labia - che si occupava dell’installazione di nuove linee telefoniche - sarebbe andato in pensione in queste ore. Gli mancavano solo due giorni.
Invece è caduto in un capannone in via Costa 76, a Sozzigalli, dove risulta risiedere Carla Casari. E dove era stato chiamato per la sostituzione di una linea telefonica obsoleta. L’ha sganciata all’esterno, poi si è recato all’interno. E’ salito su di un soppalco quando, per cause ancora in corso di accertamento, ha attraversato una zona non portante, sfondandola e precipitando violentemente a terra. Un volo di oltre tre metri, battendo la testa.
Sul posto è intervenuta l’ambulanza del 118 di Carpi con l’a utomedica da Modena. Labia, che era nato a Cerignola il 18 luglio del 1954, è stato a lungo stabilizzato sul posto. Una volta in ospedale, la situazione si è rivelata anche peggiore del previsto.
Sull’episodio sono in corso accertamenti da parte della Medicina del lavoro di Carpi, e dei carabinieri, coordinati dalla Procura della repubblica. I sindacati hanno chiesto da subito di chiarire la dinamica dei fatti e tutte le eventuali responsabilità, mentre i residenti nell’abitazione annessa al capannone hanno rifiutato ogni commento.
Massimo viveva in città, in via Berengario. Separato, lascia due figli. (elpe)
(30 dicembre 2009)