Dialoghi > Media: notizie, links, articoli, siti, video, libri e manifesti
Ancora morti MASCHILI sul lavoro
Cassiodoro:
C'e' stata una tragedia in Cina, un'altra in miniera..... un'altra in una miniera in Cile.... al Telegiornale..... mi ha colpito la frase" sono morte 132 PERSONE e....", vi ricordo questa frase perchè non e' stata completata con " ... di cui N donne e N bambini", con cui ci hanno abituato da molto tempo in occasione di altre sciagure.
Forse ammettere che la quasi totalita' di morti sul lavoro sono uomini e' ancora un tabu' difficile da superare, non fa "mercato" e non suscita sentimenti ed emozioni come nel caso di morte di una donna.
Rita:
La torre del Kursk riappare in una discarica di rottami a Murmansk. I resti del Kursk furono recuperati e poi distrutti. La sola torre fu mantenuta per farne un monumento alla memoria dei marinai morti. Ma e' finita in una discarica.
Forse per non sprecare i soldi?
19 ottobre 2000
http://www.rainews24.rai.it/it/news_print.php?newsid=2934
Durissima denuncia della vedova del comandante del sottomarino: non sprecate i soldi raccolti per le famiglie ...
Kursk 12 agosto 2000
118 uomini morti
Costruito per essere inaffondabile, il Kursk, fiore all'occhiello della flotta russa e più grande sommergibile nucleare d'attacco del mondo, colò a picco, al largo del Mar di Barents con i suoi 118 uomini di equipaggio. Erano le 10 del 12 agosto del 2000.
"STO SCRIVENDO AL BUIO". Per una settimana il mondo intero ha assistito impotente alla tragedia dei marinai intrappolati, a cento metri di profondità, in attesa dei soccorsi che non arrivarono mai. La loro fu una lenta agonia, come testimoniato da una lettera scritta al buio poche ore prima di morire dal capitano Dmitry Kolesnikov, e ritrovata qualche mese dopo l'inabissamento da una spedizione russo-norvegese durante le operazioni di recupero. "Tutti i membri dell'equipaggio dei compartimenti sei, sette e otto, sono riusciti ad andare nella nona sezione. Siamo in 23. Nessuno è in grado di raggiungere la superficie", scriveva. La nona sezione è quella che contiene l'uscita di emergenza che le squadre di soccorso russe trovarono danneggiata. Una settimana dopo l'incidente, furono i sommozzatori norvegesi a riuscire ad aprirla in poche ore, ma solo per rendersi conto che l'interno del sottomarino era già stato invaso dall'acqua. Scritto nell'arco di due ore, il messaggio si faceva via via illeggibile. E terminava con le parole: "Sto scrivendo al buio".
LA RUSSIA NON ACCETTO' NESSUN AIUTO. La morte degli uomini a bordo del Kursk non fu immediata, entro i primi minuti successivi alle esplosioni, come avevano sostenuto le autorità russe per alleviare il dolore dei familiari delle vittime, ma soprattutto per le critiche sulla lentezza dei soccorsi. La notizia dell'inabissamento del sottomarino nucleare in seguito a due distinte esplosioni viene diffusa solo due giorni dopo, il 14 agosto, malgrado i segnali registrati in tempo reale da un istituto sismografico norvegese e i primi allarmi diffusi in Occidente. Gli aiuti internazionali sono accettati dalle autorità russe in ritardo.
ilmarmocchio:
SAfincantieri.xml
http://www.ilsecoloxix.it/Facet/print/Uuid/1e1e88fc...
stampa | chiudi
Fincantieri, operaio di 69 anni precipita da 15
metri e muore
13 agosto 2010
Un operaio di 69 anni, Franco Devoto, spezzino, è morto nel pomeriggio nei cantieri
navali Fincantieri di Sestri Ponente, a Genova, dopo essere caduto da una quindicina di
metri d’altezza dallo scafo in costruzione di una nave rifornitrice per la Marina Militare
indiana.
Devoto era dipendente di una ditta di carpenteria metallica della Spezia, la Sa.Me.Co.
appaltatrice per Fincantieri. Era un carpentiere molto esperto e continuava a lavorare
nonostante la sua età gli consentisse di andare in pensione.
Alla caduta non ha assistito alcun testimone. Devoto, giunto oggi a Genova con altri due
colleghi, aveva terminato il suo turno nella pancia della nave, che avrebbe accolto la sala
macchine.
Secondo le testimonianze raccolte da Polizia, dagli ispettori del lavoro della Asl e dal pm
di turno Giovanni Arena, i due compagni di lavoro lo avevano lasciato a riporre gli attrezzi
e si erano avviati verso l’uscita dello stabilimento. Devoto voleva inoltre fare un
sopralluogo alla zona dello scafo in cui avrebbe lavorato a partire da lunedì prossimo.
Non vedendolo arrivare, lo hanno chiamato sul telefonino e non hanno avuto risposta.
Sono allora tornati sui loro passi ed hanno scoperto il corpo, sul fondo del bacino di
carenaggio. I soccorritori del 118 non hanno potuto che constatarne la morte ed il corpo è
stato trasportato nell’infermeria dei cantieri.
Cordoglio per l’infortunio mortale è stato espresso dal presidente della Regione Liguria,
Claudio Burlando e dal segretario regionale del Pd, Mario Tullo. Sindacalisti della
Fiom-Cgil si sono recati al cantiere non appena appreso dell’incidente ed hanno
annunciato proteste a sostegno dell’intensificazione delle misure di sicurezza sul lavoro.
Guit:
--- Citazione da: Cassiodoro - Agosto 09, 2010, 15:04:47 pm ---Forse ammettere che la quasi totalita' di morti sul lavoro sono uomini e' ancora un tabu' difficile da superare, non fa "mercato" e non suscita sentimenti ed emozioni come nel caso di morte di una donna.
--- Termina citazione ---
Lobos, da ex calciatore professionista (nazionale cile) a minatore, per pagare gli studi dei figli. Fortunatamente in 33 sono ancora vivi e passeranno quattro mesi a settecento metri di profondità prima di essere estratti.
La morte maschile suscita meno emozione o empatia di quella femminile: è il segno di una misandria collettiva che è tabù. Esiste ovunque e tutti ne sono afflitti ma è vietato parlarne. Perché i poteri hanno deciso che viviamo in una società misogina, che noi siamo tutti misogini. E ogni argomentazione di contrasto è censurata.
Tutti sanno che sono uomini ma non è scritto da nessuna parte. Non sono uomini, sono persone. Senza sesso.
Non devono esistere vittime maschili. L'attributo maschile dev'essere speso solo per descrivere i carnefici.
Guit:
Se fai notare che la vittima è un uomo. La risposta sarà: il sesso non conta, maschio e femmina sono uguali.
Se fai notare che il carnefice è un uomo. La risposta sarà: la violenza è connaturata nel maschio, la femmina è diversa.
Uguali e diversi a intermittenza, per darci la colpa e toglierci la virtù.
Navigazione
[0] Indice dei post
Vai alla versione completa