L'ho scritto sperando che me lo pubblicassero sul giornalino del mio paese, peccato che njet, verboten, proibito. Il direttore ha detto che è buono, ma che non può proprio perché loro fanno solo cronaca bianca locale. Così mi hanno dato un mazzo di necrologi e auguri di laurea da correggere, e il consiglio di scrivere meno parole oscene, perché "noi abbiamo un certo pubblico ecc. ecc." (EDIT: No, no, aspettate, sentite questa! "Abbiamo un certo pubblico e parole oscene e paroloni colti non stanno bene, devi scrivere in base ai tuoi lettori, nel tuo caso più semplicemente" dice il mio direttore. Minchia. Il prossimo articolo lo scrivo a grugniti.)
Spero vi piaccia, credo sia a tema.
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Miss Italia è un programma raccapricciante, per diverse ragioni.
Non date retta a quelle vetero-femministe che si sbracciano per la dignità della donna o cazzacci vari.Il problema non è la dignità delle donne, chiaramente. Togliere le miss o le veline non cambia assolutamente niente nell'impostazione della società.
È un programma artisticamente raccapricciante perché, da un punto di vista puramente maschile, è quanto di meno erotico si possa immaginare. Non si rizza un pelo, con Miss Italia. Se fa flop, è perché gli uomini preferiscono fare o guardare altro. Non che le miss non siano belle, anzi, tutt'altro, sono bellissime, perfette: alte, magre, fianchi ad anfora, gambe statuarie, occhi stupendi. Il problema, in parte, risiede anche in questo: sono così mirabolantemente belle da risultare dee irreali, quasi asessuate come angeli. Si fatica a credere che anche queste Veneri mangino, facciano pipì e popò, scorreggino e ruttino come tutte le donne normali e in quanto normali abbordabili. La patologica imperfezione della donna media è quel che la rende desiderabile e, almeno per alcune, sopportabile e perfino simpatica. Il maschio è affetto da un complesso d'inferiorità estetica notevole: si sente brutto nei confronti della femmina. Come un alpinista inesperto non si arrampicherà mai sul monte più impervio e scosceso, seppur dalla sua cima potrebbe godere di una vista meravigliosa, il maschio medio non aspira ad angeliche creature come quelle del palco di iersera, poiché gli sembrano immensamente superiori a lui, molto al di sopra del suo livello. Al contrario, la donna normale, con i suoi nei, la sua ciccia, il suo seno piatto e i suoi capelli color topo, ti ricorda ogni giorno che anche lei è un mediocre essere umano, poco più di una scimmia, un mammifero insomma, una tua pari, a cui puoi tranquillamente aspirare senza dover provare l'ebbrezza ipossiaca dell'alta quota. Sulla cima dell'Everest si sta solo cinque minuti, infatti, e ci si va con i respiratori per ovviare alla rarefazione dell'ossigeno.
(Diceva Pavese nei suoi Diari: "Guardavo la faccia di Irene e Silvia e mi dicevo anche loro pisciavano")
Ma non è nemmeno questo.
Quel quid che rende Miss Italia inguardabile è il madornale errore di far parlare le miss. Prima di tutto, perché ti costringe a guardare le labbra, quelle atroci labbra tumefatte che in un istante ti rivelano tutto l'inghippo. Secondo, perché da quei corpi monumentali escono voci infantili, leziose, stridule, petulanti, smielate, o - orrore degli orrori - maschili che mettono impietosamente a nudo la realtà psicologica di quelle donne; da una dea non ti aspetti che ragioni come un'oca giuliva, ma che possieda una sorta di inafferrabile e muliebre saggezza seduttiva. Terzo, per quel che dicono: in trenta secondi scarsi di "Misspresento", una miss riesce a condensare una tale sfilza di vaccate da stroncare a bruciapelo ogni velleità d'adorazione. C'è quella che dice di amare il cavallo, quella che dice di volere tanti bambini, quella che dice che lo studio è importante, quella - Stefania Bivone, poi vincintrice - che, in un lapsus freudiano, si lascia scappare: "Mi piace il ca... il canto". In queste bucoliche e domestiche interviste, insomma, trasuda tutta la pochezza di quelle donne incantevoli. Da mettersi le mani nei capelli dalla disperazione.
Conta anche il fattore sorriso: quell'asfittico sorriso berlusconiano, a mascelle serrate, tetanico, paralitico, così apertamente falso da essere ributtante, strappa tutto il poco rimanente fascino dai volti delle miss.
Chi ancora abbia qualche illusione erotica (a questo punto sono rimasti solo i satiri), l'avrà decapitata non appena le miss inizieranno a sfilare.
Si muovono sgraziatamente, legnosamente, con l'aria della passeggiatrice prezzolata piuttosto che della misteriosa seduttrice.
I priapisti più incalliti, gli onanisti patologici verranno infine dissuasi dal carattere familiare ed ecclesiastico dello show, apertamente dedicato ai buoni principi. Viva le taglie 44, abbasso la chirurgia, viva le donne colte, la laurea prima di tutto, mai vendersi, abbasso le Olgettine, viva Dio patria famiglia, e chi più ne ha più ne metta. Il problema è che la cosa è così ipocrita e di facciata da risultare nauseante.
Come ciliegina sulla torta, la tremenda regia tecnica: indimenticabili e frequenti le gaffe col microfono, la risibile scenetta di Lenny Kravitz che canta in playback con conseguente figuraccia per la traduzione, il pasticcio della miss rientrata in gara, il controllo del voto dei centralini che viene goffamente dichiarato assente ogni sera, un ilare e ridanciano Frizzi che zompetta qua e là cercando di infondere fiducia ai più e di mascherare l'evidente flop della trasmissione e lo scatafascio totale dell'organizzazione.
Alla fine, Miss Italia 2011 si rivela per quel che è: un programma per morigerate e tradizionaliste famiglie riunite attorno al desco serale, assimilabile alla Melevisione o a Domenica In per contenuti. Altro che roba da uomini carichi di testosterone.
E in quanto alle forme? Ci sono, ci sono. Taglia 44. La migliore.