E pensare che io credevo che la causa sociologica della crisi risiedesse nella non-motivazione maschile. In una civiltà che ha smesso di considerare il maschio come forte contribuente sulla base della spinta sessuale e riproduttiva, sulla base di un Premio. Un maschio che viene ancora sfruttato nei cantieri (dove le donne non vanno) e di cui ancora si sfrutta la forza e la vitalità, ma in modo esistenzialmente compresso, cioè senza riconoscere nei miti di oggi il suo specifico contributo e il suo specifico Valore.
Una condizione che ha fatto perdere buona parte della forza vitale e della speranza nel futuro all'intera civiltà occidentale, e che grazie ai tecnocrati, depositari della volontà condivisa uomo-macchina, causerà ancora più danni.
L'uomo non serve più, fatti salvi pochi sfruttati nei lavori più usuranti e pericolosi, la donna può fare da sola affidandosi alla tecnica. Questo è il vero messaggio di Draghi.
Del resto una maggiore presenza del maschio nel lavoro potrebbe anche essere interpretato come indice del fatto che egli svolge un ruolo di sostegno complementare nella famiglia, invece viene letto dai poteri come prova della discriminazione sessuale. Questo perché intrinsecamente essi non accettano che il maschio abbia quel ruolo, cioè in ultima analisi che gli sia conferito un Senso specifico nell'economia umana.
E' un bivio, questi ci stanno portando alla rovina.