Secondo me va fatta una distinzione, in trasmissione c'è una conduttrice con due collaboratori, poi c'è un pubblico e poi c'è un giudice che si presume indipendente dai primi due.
Si ha così che i giudici in genere sono ultra-femministi, (devono pur raddrizzare la società!) - il pubblico si divide quasi a metà, con una certa preponderanza del femminismo; la conduttrice, che pensa agli ascolti e ad una ragionevole obiettività, si palesa contraria a certe sentenze, storce il naso, fa la paladina dei deboli. Che lo faccia con convinzione o no è difficile dirlo; io propendo per la sincerità. In ogni caso in quel modo stempera il senso del ridicolo di alcune sentenze.
Non mi dimenticherò mai quel giudice che emesse una sentenza palesemente ingiusta ed antimaschile, e la motivò più o meno così, con tono scandalizzato e da salvatore della patria: "un tempo le donne anche in magistratura non avevano possibilità, sempre ultime e vittime di pregiudizi!"
Così pensò di avvantaggiare la donna di turno con la sua sentenza, volendo in quel modo raddrizzare "la stortura". Ovviamente la volle radrizzare sulle spalle altrui, 'che lui ormai stava alla fine della sua mirabile carriera.