Ma la questione è molto semplice: non avendo nulla più da proporre di serio, i movimenti "progressisti" e liberal del sinistrume odierno si attaccano alle stronzate formali.
Pare proprio così ...
Io penso che un vero credente non dovrebbe proprio fregarsene delle bestemmie altrui. Casomai dovrebbe pensare alle proprie.
Ma io lo dico da non credente, però.
Io penso che un credente abbia diritto di offendersi quando viene offeso, il che può essere benissimo fatto senza bestemmie.
Nell'uso comune le parole significano spesso l'opposto del proprio valore semantico. La vera ignoranza è l'ignorare questo aspetto.
E' una ignoranza conforme alla globalizzazione linguistica imposta dai media di massa, cioè di una lingua che viaggia solo in una direzione: dall'editore al consumatore, con scarsa possibilità di ritorno, e che per questo non riesce a svilupparsi una pragmatica, cioè un significato contestuale. La nuova lingua assomiglia a un manuale d'istruzioni dove tutto deve avere un significato il più possibile univoco e disambiguo, dove l'ambiguità invece che una ricchezza rappresenta una deficienza. Un linguaggio da macchine. Un codice.
Basta leggere una sceneggiatura televisiva di oggi: parlano un italiano povero, esatto, anallergico e depurato. Nazionalpopolare: adatto a tutti. Nazionaltecnocratico: da imporre a tutti.
Quando poi provano, coscienti della propria pochezza artistica, a conferire un tocco di credibilità ai personaggi, sono semplicemente patetici, tanto è evidente come sia una forzatura. Loro credono che sia sufficiente far parlare uno con un'inflessione dialettale per aver risolto il problema. In genere lo fanno per renderlo simpatico o perché così fa ridere. Poveracci.
Mademoiselle è una parola carica di evocazioni, una parola molto ricca espressivamente perché molto antica e usata, addirittura anche fuori dalla Francia. Solo la cultura da fogna della donna moderna può risentirsi per una parola del genere.