Rimandata al 31 dicembre la chiusura della Irisbus di Avellino. Lo comunica il sindaco di Grottaminarda, Giovanni Ianniciello ai lavoratori riuniti in presidio sotto al ministero dello Sviluppo economico, aggiungendo che sarebbero in ballo nuove offerte di acquisto. "Non è stato un confronto, ma una pura informativa del capo del gabinetto dello Sviluppo economico' ha riferito il primo cittadino. Gli amministratori locali hanno chiesto che la trattativa prosegua presso la presidenza del Consiglio.
I punti principali emersi sarebbero tre: il governo non avrebbe i soldi per il piano trasporti; l'azienda sarebbe disponibile a prolungare lo stato di sospensione dell'attività fino al 31 dicembre; da oggi alla fine dell'anno si tratterebbe con Di Risio e altri imprenditori. L'unica certezza, al momento, è che i posti di lavoro in bilico sono circa un migliaio considerando gli operai diretti (700) e quelli dell'indotto.
Il rinvio della decisione finale al 31 dicembre "mi sembra il passo minimale, prendendo qualche mese in più per trovare una soluzione, ma è veramente minimale". Così commenta Stefano Fassina, responsabile Economia e Lavoro del Pd, arrivato al ministero dello Sviluppo per incontrare i lavoratori. Il democratico si dice convinto che ci siano le condizioni "per salvare e rilanciare lo stabilimento, ma né il governo né l'azienda si stanno impegnando".
L'incontro si è svolto in un clima di forte tensione, con i lavoratori irpini in presidio caricati dalla polizia poco prima che il tavolo iniziasse. Lo denuncia il segretario confederale della Cgil, Vincenzo Scudiere, parlando di "comportamento inaccettabile con cui sono trattati i lavoratori davanti al ministero". Per il dirigente sindacale, gli operai "non si toccano ed è assurdo che il governo, sotto una propria sede, lasci che siano caricati dalla polizia mentre stanno soltanto testimoniando la voglia di lavorare e di salvare la propria azienda".
Speriamo che la vicenda vada a buon fine! Tanto FIAT (Marchionne) un pezzo alla volta proverà smantellare tutta la produzione dall' Italia e portarla dove ci sono regole più vantaggiose per loro. Questo è il problema vero della nostra industria, da una parte bisogna frenare questa politica di smantellamento speculativo, dall' altra però anche gli italiani devono capire che devono tornare competitivi (meno kaste e privilegiati) per attirare investimenti importanti. Spesso noi roviniamo le nostre indubbie capacità tecniche e innovative con la nostra INcapacità organizzativa.