Autore Topic: scuola  (Letto 1342 volte)

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Offline ilmarmocchio

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scuola
« il: Ottobre 21, 2011, 00:50:57 am »
non è nuovo , ma è interessante


http://www.ilgiornale.it/interni/la_gelmini_ci_salvera_scuola_matriarcale/06-09-2008/articolo-id=288382-page=0-comments=1


La Gelmini ci salverà dalla scuola matriarcale - Interni - Artic...
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http://www.ilgiornale.it/interni/la_gelmini_ci_salvera_scuol...
articolo di sabato 06 settembre 2008
La Gelmini ci salverà dalla scuola matriarcale
di Geminello Alvi
Si vive di apparenze, giacché a ben vedere abbiamo in questa vita solo quelle. E a
studiarsela nelle foto la ministra Gelmini Mariastella parrebbe perfetto archetipo di
professoressa, con nome acconcio. Adatto allo scassato gineceo di laureate in crisi di
nervi, che educano alla noia gli studenti con la stessa stanca fretta con cui fanno la spesa.
Perché questo è ora in Italia la scuola: luogo dove non solo la cultura massificandosi s’è
immiserita; come previsto da Nietzsche. Ma inoltre pure sede di procedura
devirilizzante, per esclusiva somministrazione di insegnanti donna. Dalle tre maestre per
classe alle schiere di casalinghe traviate nelle medie superiori, dove il livello finale di
ignoranza risulta peggiore addirittura di quello europeo. E la Gelmini di questo insistito
spreco di anime giovani, per via di massificazione e matriarcato, parrebbe coi suoi
occhialini la perfetta incarnazione. Invece ci sorprende: da ministra, sia benedetta,
difende i due atti più sani ed eversivi che potevano pensarsi. Dimagrisce in un triennio di
87 mila unità gli, e soprattutto le, insegnanti; proclama la riforma delle scuole in
fondazioni. E la direi solo perciò genio virile e pratico.
La scuola di Stato fu un espediente napoleonico, col quale si costrinse l’istruzione ai
tornaconti statali. L’istruzione divenne un permesso di Stato, con programma di studio
prescritto, che doveva accordarsi ai fini politici. Fosse quella di Bismarck o di Crispi
cambiava poco: il sistema doveva creare un’élite utile alla burocrazia prima, e nel
Novecento alla massificazione, fino alla decadenza presente, di una cultura la cui misura
è solo il denaro, l’economia. Questo l’esito della scuola statale: una società in cui molti,
più di prima, leggono libruzzi, ma sono rare e molto desuete le menti originali e libere,
anche se tutti si pretendono tali. Oggi del resto la scuola non forma neppur più le élite:
asseconda le manie di massa, che l’utile inventa e la tv plasma. Questo il disastro, del
quale va preso atto. Concluso da una riforma Berlinguer che ha completato la
distruzione ultima di quanto non era stato già guastato dal ’68. La nostra università è
ormai l’imitazione di una università americana, ma pensata da un comunista albanese.
Insomma tutta la scuola ormai perpetua l’uccisione della morale e del libero pensiero,
con la complicità dello Stato. E appunto perché terminerebbe questa pessima complicità,
una scuola articolata in fondazioni sovvertirebbe il male, e migliorerebbe tutto.
Infatti una scuola di fondazioni, o un’università, sarebbe una nella quale i sindacati non
avrebbero il consenso della politica, come lo hanno avuto per rovinare le elementari o
viziare i bidelli. Sarebbe una scuola a cui lo Stato potrebbe conferire parte dei suoi
immensi e morti patrimoni da far fruttare, così da limitare le spese correnti. Il
conferimento di doni privati permetterebbe in sovrappiù di reclutare docenti migliori,
forse anche maschi, e di pagarli meglio sulla base del loro merito. I concorsi statali per
21/10/2011 00:50
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insegnanti, come i provveditorati, lande immorali, svanirebbero. Il reclutamento
riguarderebbe solo il merito: sarebbe cooptazione dei migliori, senza più Tar. E sarebbe
peraltro pure la fine della pessima scuola privata che ci ritroviamo. La fine del valore
legale dei titoli di studio renderebbe vani i corsi di recupero. E le scuole esclusive si
misurerebbero sul pregio degli insegnanti e degli alunni; non più sul censo. Conterebbe
solo il pregio, il che richiederebbe finalmente la fine del libro di testo. Un sogno, nel
quale la natura pubblica della scuola sarebbe peraltro garantita da borse di studio per i
meritevoli. Gli altri, non nati per studiare, si addestrerebbero ai nobili lavori manuali,
così da limitare gli immigrati, nonché l’odierno spreco energetico nelle palestre.
Vantaggi per il bilancio statale, e per la morale, per i mestieri non celebrali, e sollievo
spirituale e virile di una nazione. Questo l’esito di quanto dice ora la Gelmini, redenzione
delle apparenze e delle professoresse, rivolte speriamo a altri destini.
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21/10/2011 00:50

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Re: scuola
« Risposta #1 il: Ottobre 21, 2011, 01:24:24 am »
?!

la gelmini ha solo immiserito la scuola pubblica rendendola ancora meno attraente per docenti qualificati e stroncando ogni possibilità di attenzione per studenti non perfettamente irrigimentati(quasi sempre di sesso maschile).


quando si taglia in  un settore,  non è chi sta in cima a  subirne i danni ma chi è già in difficoltà.
Io ho riposto le mie brame nel nulla.
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Offline COSMOS1

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Re: scuola
« Risposta #2 il: Ottobre 21, 2011, 08:10:21 am »
che la Gelmini abbia fatto grandi o piccole riforme in meglio o in peggio è difficile da vedere dall'esterno
a me pare che la scuola prosegua stanca nella propria parabola crepuscolare
Dio cè
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Offline Giulia

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Re: scuola
« Risposta #3 il: Ottobre 21, 2011, 12:03:48 pm »
?!

la gelmini ha solo immiserito la scuola pubblica rendendola ancora meno attraente per docenti qualificati e stroncando ogni possibilità di attenzione per studenti non perfettamente irrigimentati(quasi sempre di sesso maschile).


quando si taglia in  un settore,  non è chi sta in cima a  subirne i danni ma chi è già in difficoltà.
ma avrà dato, spero, pure un piccolo  calcio in c. anche ai baroni...o no?

Offline ilmarmocchio

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Re: scuola
« Risposta #4 il: Ottobre 21, 2011, 14:22:20 pm »
Più che per la Gelmini, l'articolo mi pare rincuorante per la denuncia del matriarcato scolastico


"Si vive di apparenze, giacché a ben vedere abbiamo in questa vita solo quelle. E a
studiarsela nelle foto la ministra Gelmini Mariastella parrebbe perfetto archetipo di
professoressa, con nome acconcio. Adatto allo scassato gineceo di laureate in crisi di
nervi, che educano alla noia gli studenti con la stessa stanca fretta con cui fanno la spesa.
Perché questo è ora in Italia la scuola: luogo dove non solo la cultura massificandosi s’è
immiserita; come previsto da Nietzsche. Ma inoltre pure sede di procedura
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classe alle schiere di casalinghe traviate nelle medie superiori, dove il livello finale di
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Re: scuola
« Risposta #5 il: Ottobre 21, 2011, 21:51:07 pm »
ma avrà dato, spero, pure un piccolo  calcio in c. anche ai baroni...o no?

a livello di scuole , mi sembra abbia rafforzato la discrezionalità dei presidi  nelle chiamate degli insegnanti e quindi sia la possibilità che essi migliorino la scuola sia che chiamino i propri figli/amici.

 
per l'univ c'è  chi  dice che l'introduzione di membri esterni nei cda ne abbia diminuito il potere,
chi invece sostiene che facendo degli ordinari i soli a decidere dei concorsi li abbia rafforzati.

sulla riduzione di fondi e cattedre , secondo me,  funziona in questo modo:
se un barone ha 3 posti da gestire   ne darà uno ad un suo parente, uno  ad un figlio di potenti che gli può essere utile(altro barone, pezzo grosso dell'albo,industriale,politico) ,  uno ad un ragazzo figlio di NN  ma bravo
se un barone ha 2 posti da gestire salta quello del ragazzo figlio di NN
basta vedere quanto i politici abbiano tagliato in tema di sanità e scuola , e quanto abbiamo tagliato agli sprechi burocratici/politici ed ai fondi per industriali amici.
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