Autore Topic: Lezione storica dal Belgio:il miglior governo,è quello che non c'è  (Letto 1367 volte)

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Offline Salar de Uyuni

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''Elio Di Rupo incaricato dal re del Belgio di gestire il più furibondo Paradosso Surreale mai registrato sulla terra.
di Sergio Di Cori Modigliani


Sembra uscito dalla fantasia di un romanzo del grande, immortale, Pessoa.
E invece è vero, è reale.
Sembra il prodotto di una fantasia, anche farneticante, di un gruppo di intellettuali anarchici guidati da un economista un po’ folle.
E invece è vero, ed è reale.
Sembra la conclusione irrazionale di una logica alla Harry Potter. E invece è l’emblema del “primo prodotto reale nella nuova logica attuale” della sintesi sublime del binario paradosso/surrealtà che sta guidando (e lo farà ancora molto a lungo)  le nostre vite.
Ecco i fatti paradossali e la notizia surreale.
Da 465 giorni il Regno del Belgio non ha un governo. E sta risolvendo i suoi problemi.
In seguito alla crisi di governo, avvenuta il 20 giugno 2010, nel pieno di una spaventosa crisi economica recessiva che ha determinato e prodotto una irrisolvibile crisi politica facendo precipitare tutti gli indici economici nazionali, il Belgio –dopo quindici mesi- non è riuscito a scegliere un governo.
Per 465giorni di seguito, il Belgio è stato –ed è tuttora- senza governo.
Senza governo, quindi senza ministeri, senza esecutivo, e senza nessuna possibilità di accettare o non accettare le delibere imposte dalla Banca Centrale Europea trovandosi nella surreale situazione di non poter inviare alle riunioni un proprio ministro delle finanze (non avendolo) un ministro del tesoro (non avendolo) un responsabile della banca centrale belga (non avendolo) un primo ministro (non avendolo) il Belgio, allora…che cosa ha fatto? (da cui il meraviglioso paradosso surreale)…
SI E’ RIPRESO.
E’ il sogno di ogni anarchico storico che diventa realtà.
Oggi, dopo 465 giorni è possibile scrivere “ufficialmente” che il Regno del Belgio funziona alla perfezione nonostante non abbia nessuno che lo governa.
Cinque giorni fa, la svolta (in teoria è la quarta svolta nel 2011) ma sembra piuttosto accreditata.
Pungolato fino all’ossessione dalla Merkel che è terrorizzata al’idea che in Europa passi quello che i suoi economisti personali definiscono “un pericolosissimo precedente storico che potrebbe provocare una catastrofe” e che il belga democristiano di destra Van Rompuy –il tecnocrate che guida l’assalto bancario alle nazioni europee per conto della BCE- ha definito “una vera delusione, per non dire una follia; se non provvedono immediatamente possono trascinare l’Europa alla distruzione in poche settimane” (e non si capisce il perché)….pressato dal duo Merkel/Van Rompuy, Sua Maestà Alberto II ha affidato l’incarico di fare un governo a Elio Di Rupo, il signore la cui immagine vedete in bacheca.
Figlio di emigranti abruzzesi, di lingua francese, erudito, colto, e molto al dentro nei meandri della politica belga, Di Rupo è un socialista puro.
Un socialista di altri tempi.
Anche il suo aspetto fisico ha un sapore paradossal/surreale, e anche il suo linguaggio.
E’ come una favola raccontata da Bakunin alla sua nipotina di 4 anni.
Di Rupo ha accettato l’incarico da parte del re, usando i toni da opera post-moderna paradossal/surrealista, definendosi “orgoglioso a nome di tutti i socialisti europei di avere la possibilità di poter dar vita a un governo di unità nazionale che riesca a superare le conflittualità e le opposizioni interne, allo stesso tempo consapevole della difficoltà del compito, che assumo con onore e volontà, per dimostrare all’Europa, al mondo, e prima di tutto ai cittadini di Sua Maestà Alberto -che ringrazio per il privilegio concessomi- come l’idea socialista sia oggi più che mai protagonista dei destini europei per veicolare i comportamenti, le scelte e le alternative democratiche, necessarie per organizzare un buon governo”.
Non è una meraviglia di discorso? Sembra uscito da Alice nel paese delle meraviglie.
Se il socialista -vero e puro- Ignazio Silone (i più giovani non sanno che nel 1947, questo squisito scrittore nazionale venne condannato all’esilio dai comunisti, ottenendo asilo politico in Svizzera, reo di essere un partigiano combattente furiosamente anti-stalinista) avesse scritto questa storia nel 1949 avrebbe fatto in tempo ad essere accolto, a  buon diritto, con rulli di tamburo e fanfare nell’immortale e gloriosa pattuglia dei surrealisti europei.
Il Belgio è passato dalla recessione alla ripresa economica, senza il governo.
Il Belgio che nel maggio del 2010 si trovava sull’orlo di una catastrofe nazionale per via delle pulsioni secessioniste di “tutti contro tutti”, valloni contro fiamminghi, belgi di provenienza olandese contro quelli di lingua tedesca, democristiani tecnocrati contro socialisti visionari, quelli di Mons (valloni) che dichiaravano di voler fare la secessione e neppure rivolgevano la parola in parlamento ai propri compatrioti di Bruges (fiamminghi delle fiandre) che volevano anche loro la secessione, stato centrale contro enti locali, autonomisti contro statalisti, centralisti contro federalisti, ebbene….un paese che stava andando in default colando a picco per via della propria litigiosità governativa, si è ripreso grazie al fatto che non ha avuto un governo per 465 giorni.
Niente male, come esempio di pragmatismo efficiente nel nome del bene collettivo.
Davvero niente male, come esempio di intelligenza sociale condivisa.
Elio Di Rupo è ottimista, pur consapevole delle difficoltà.
La Merkel sembra lo chiami tre volte al giorno per mettergli fretta.
Lui, non ce l’ha.
Si è sfiorato un piccolo incidente diplomatico, perché il ministro delle finanze tedesco (che non vuole gli eurobond e che sta imponendo la recessione economica a Grecia, Italia, Spagna, Irlanda e Portogallo) ha commesso lo sgarbo di protestare diplomaticamente, nel corso di una cena ufficiale, con l’ambasciatore belga, sostenendo che il re non si rendeva conto del pericolo di mandare al potere un socialista intellettuale pure italiano, che non sembra in grado di comprendere la complessità dell’attuale situazione, ma la bacchettata è stata rispedita al mittente, perché il popolo belga (anche gli oppositori politici dei socialisti) in maniera compatta, a nome del Partito Socialista ( 13,7% dei voti), insieme alla Nuova Alleanza Fiamminga (17,4%) e d’improvviso in accordo con i cristiano democratici (10,9%)  hanno deciso di far quadrato intorno al re, sentendosi offesi, dando un’impennata di reni di dignità nazionale di grande orgoglio: nessuno al mondo può dare ordini a Sua Maestà.
Quindi si va gloriosamente avanti senza governo.
Soprattutto, visto che funziona.
Nel frattempo Elio Di Rupo gestisce le riunioni con tutti i litiganti cercando di mettersi d’accordo, senza mai dimenticare che l’obiettivo principale è sempre quello (come ha spiegato alla televisione belga) “di seguitare a fare in modo che l’amministrazione del regno funzioni, che vengano garantiti i servizi pubblici, che nascano nuovi posti di lavoro, e che il pil seguiti a crescere per creare sviluppo, soprattutto trasformare le conflittualità in condivisione di responsabilità”.
Il quotidiano in lingua fiamminga De Standaard, sotiene che “ la nuova situazione ha giovato anche all’immagine dei funzionari delle varie amministrazioni, che in Belgio sono divise su due livelli sovrapposti (comunità e regioni) per ognuna delle tre comunità francofona, neerlandofona e germanofona. Abituati a lavorare dietro le quinte, spesso considerati noiosi e sbiaditi, ora si prenderanno tutti i meriti del funzionamento statale. Saranno considerati «guardiani del Paese e della prosperità». E' un paradosso, però è così: da quando non c'è il governo, il paese va molto meglio"..


L’economista belga Jacques Drèze, forse lo studioso di economia più importante di questo paese, emerito erudito nella teoria dei giochi, padre di Renè Dreze economista pluridecorato esperto in “sistemi applicativi dell’economia di povertà” (che ha applicato con successo in India,) ci spiega che cosa è successo in questi 465 giorni nel Regno del Belgio.


“Siamo finiti dentro a un evento surreale. La mancanza del governo, ha aiutato, paradossalmente, a ritrovare il collante della nazione. Non essendoci il governo, non essendoci un partito politico al quale dover rispondere, la gente ha chiesto e preteso di aver degli amministratori –indifferentemente valloni, fiamminghi, di Bruges o di Bruxelles- che svolgessero il loro lavoro occupandosi dei problemi reali delle singole comunità. Si è venuta a creare pertanto una situazione, come dire….un po’ ridicola….perchè il sindaco di una qualunque cittadina che prima rispondeva agli ordini del borgomastro, il quale prendeva ordini dal segretario del partito regionale, il quale a sua volta aveva come riferimento il partito al governo di maggioranza che –attraverso i suoi ministri- dava disposizioni e ordini, quel sindaco particolare ha dovuto svolgere la funzione di amministratore, economista, finanziere, con l’aggiunta dell’enorme carico di essere il responsabile dei servizi pubblici, della polizia, dell’ufficio delle tasse, della sanità, ecc. Per poter svolgere il suo lavoro, inevitabilmente si è avvalso di consulenze specifiche momentanee, e qui…un altro aspetto davvero surreale, quasi da favola per bambini….data la conflittualità tra partiti non era più possibile coinvolgere la politica, e allora quel sindaco per affrontare il problema dell’ospedale, invece di attenersi alle disposizioni governative che non c’erano non essendoci un governo, si è affidato ai medici responsabili di quello specifico ospedale con i quali ha condiviso la responsabilità penale, e la stessa cosa è stata fatta con il poliziotto più alto in grado per la sicurezza pubblica, dato che non essendoci il ministro degli interni, ci doveva pur essere un modo per garantire tranquillità ai cittadini. E così, strada facendo, si è verificato un miracolo…proprio come in una favola….in alcune città dove i valloni odiavano i fiamminghi, ad esempio, si è riscontrato che la buona gestione locale dei servizi fatta da un fiammingo è stata rispettata dai valloni e viceversa. I cittadini hanno cominciato ad accorgersi che se le cose non vanno bene nelle Fiandre non è colpa dei Valloni e se le cose non vanno bene in Wallonia, la colpa non è dei fiamminghi. Stare senza governo ha abbattuto, all’improvviso, la conflittualità. E’ un po’ come una famiglia con tanti figli litigiosi che rimane orfana: che fa? Si scannano e si ammazzano tutti, oppure si danno una calmata e si mettono d’accordo per riempire il vuoto?.”


L’economista Dreze ci ha spiegato che la caratteristica della mancanza del governo consiste nel vantaggio di essere obbligati a una politica di rigore nella politica del bilancio perché gli esecutori sono diventati i ragionieri dello Stato, che erano funzionari in carriera, e che penalmente rispondevano alla magistratura di ogni loro atto non essendoci un ministro cui rispondere.


Nel 2008 il Belgio era in piena recessione.
Le previsioni per il 2009 erano un aumento del pil a +1,4, molto al di sotto delle attese europee e per il 2010 un aumento intorno allo 0,8%, sempre peggio. Nei quindici mesi di mancanza di governo il pil è salito del 2,4%, la disoccupazione dal tragico 22% del maggio 2010 è scesa al 7%, il debito pubblico è stato arginato.


Certo il Belgio è un paese piccolo, soltanto 11 milioni di abitanti.
Ma è il simbolo dell’Europa.
E’ il simbolo dell’Unione Europea.


Elio Di Rupo è consapevole di questo e ci tiene a far bella figura “perché è una occasione storica da non sottovalutare”. La sua prima riunione è durata dieci ore con un primo annuncio di “accordo sulle divisioni elettorali per il varo di una nuova legge che piaccia a tutti”.
"Questo rappresenta il principale blocco nella politica belga degli ultimi 10 anni e otto partiti sono finalmente riusciti a risolverlo, mi sembra davvero un buon risultato tanto per cominciare", ha detto Alexander De Croo, capo dei liberali fiamminghi, di un partito oppositore ai socialisti.
"Tutto è pronto, ora, per cominciare i colloqui per una vera coalizione", ha detto il socialista di lingua francese Elio Di Rupo "Gli otto partiti sono riusciti a rimuovere gli ostacoli che avevano causato problemi negli ultimi giorni e siamo riusciti a superare insormontabili ostacoli che da vent’anni ci affliggevano. Ma il lavoro da fare è ancora tanto e ci sono molti temi ancora da discutere. Ci vorrà un po’, settimane, forse anche degli altri mesi. Nel frattempo creiamo lavoro, occupazione e ricchezza. L’obiettivo è il bene comune: l’hanno capito tutti".


Pensiamo, adesso, per un attimo alle potenzialità applicative di un evento paradossale come questo in Italia: sarebbe possibile? Sarebbe augurabile? Funzionerebbe?
Immaginiamo che Napolitano convochi tutti i partiti, li bastoni allegramente, licenzi il governo e l’opposizione, chiudendo il parlamento, obbligando tutti a trovare un accordo politico basandosi su una piattaforma pragmatica. Ci vorrebbero molti mesi, forse anni, senza bisogno di andare alle elezioni e far spendere soldi all'erario, visto che non li abbiamo. Nel frattempo la gestione dello stato viene affidata a chi ha competenze tecniche specifiche ed esperienza in quel settore: economisti all’economia, medici alla sanità, eruditi professori alla cultura, un pool misto di impeccabili diplomatici con ottimo curriculum agli esteri, imprenditori all’industria, il tutto sotto ferreo controllo della Corte dei Conti, mentre chiusi a chiave dentro una stanza, Berlusconi, Bossi, Bersani, Casini, Di Pietro, Vendola, Rutelli, Fini, si ingegnano per trovare una soluzione comune.
Non è possibile, in Italia. Questa è fantapolitica.
Sostengono di star cercando una soluzione razionale ed efficiente mentre sui giornali della destra le prime dieci pagine dei loro quotidiani sono dedicate all’attacco contro la magistratura negando l’esistenza della corruzione in Italia; nelle prime dieci pagine dei quotidiani della sinistra si parla soltanto di sesso, di mignotte, di serate sporcaccione, amanti del premier, amiche delle amanti del premier, parenti delle amiche delle amanti del premier.
Loro pensano che sia normale.
Mentre invece è la surrealtà che sta prendendo il posto della realtà.
In Belgio si sono ripresi nonostante non abbiano un governo.
In Italia affondiamo sostenendo che Berlusconi è un onesto abile imprenditore, vittima dell’ossessione di magistrati comunisti,  mentre la sinistra proclama che non esiste una questione morale perchè le figlie di D’Alema e Veltroni sono invece brave e si sono fatte da sé, per questo hanno un bel lavoro. Le altre sarebbero semplicemente stupide.
Se non è surrealismo questo?
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

Offline Salar de Uyuni

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Re: Lezione storica dal Belgio:il miglior governo,è quello che non c'è
« Risposta #1 il: Ottobre 14, 2011, 22:01:03 pm »
In fondo è quel che dicono da sempre i libertari,senza il governo si sta meglio...
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

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Re: Lezione storica dal Belgio:il miglior governo,è quello che non c'è
« Risposta #2 il: Ottobre 14, 2011, 22:15:29 pm »
In fondo è quel che dicono da sempre i libertari,senza il governo si sta meglio...


per essere pignoli:
in belgio il governo c'è. 
l'incarico rimane al governo pre-elezioni ad interim.
lo Stato rimane e fa solo   gestione ordinaria.
credo sia più il sogno delle tecnocrazie  europee(potere centrale che fa i conti da ragioniere,  nessuna elezione democratica )
Io ho riposto le mie brame nel nulla.
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Offline Giuseppe83

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Re: Lezione storica dal Belgio:il miglior governo,è quello che non c'è
« Risposta #3 il: Ottobre 14, 2011, 22:19:14 pm »
C'è chi sostiene l'inutilità dei Parlamenti: funzionano solo quando non ci sono emergenze, cioè quando non servono. Del resto se non funziona una riunione di 20 persone, come potrebbe funzionare una di 900.

PS: SOLITO COPIA E INCOLLA DEL LINK

http://www.keinpfusch.net/2011/10/il-suono-della-fine.html

Offline Nemo90

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Re: Lezione storica dal Belgio:il miglior governo,è quello che non c'è
« Risposta #4 il: Ottobre 15, 2011, 13:56:09 pm »
Io, da questo punto di vista, la penso come Guglielmo Giannini: la mia idea di politico è un bravo ragioniere che inizia a lavorare il 1° gennaio e smette di lavorare il 31 dicembre. E non viene rieletto per nessuna ragione.
Per quanto il personaggio non mi vada a genio, Grillo con il suo "politico di leva" ha colto l'essenza del messaggio.

Ah, se Giannini fosse vissuto al giorno d'oggi! Avrebbe stravinto. Gli anni del dopoguerra erano anni di febbrile attività politica, di contrapposizioni statiche, di fermento sociale... troppo dinamici perché un'idea liberista come quella qualunquista potesse fiorire appieno... ma, con lo stallo ideologico e la palude morale odierna, l'Uomo qualunque avrebbe trionfato. E forse sarebbe stato meglio così.

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Re: Lezione storica dal Belgio:il miglior governo,è quello che non c'è
« Risposta #5 il: Ottobre 15, 2011, 14:55:45 pm »
Io, da questo punto di vista, la penso come Guglielmo Giannini: la mia idea di politico è un bravo ragioniere che inizia a lavorare il 1° gennaio e smette di lavorare il 31 dicembre. E non viene rieletto per nessuna ragione.
Per quanto il personaggio non mi vada a genio, Grillo con il suo "politico di leva" ha colto l'essenza del messaggio.

Ah, se Giannini fosse vissuto al giorno d'oggi! Avrebbe stravinto. Gli anni del dopoguerra erano anni di febbrile attività politica, di contrapposizioni statiche, di fermento sociale... troppo dinamici perché un'idea liberista come quella qualunquista potesse fiorire appieno... ma, con lo stallo ideologico e la palude morale odierna, l'Uomo qualunque avrebbe trionfato. E forse sarebbe stato meglio così.



ma l'uomo qualunque ha trionfato.
cosa pensi sia la stagione dei sindaci ,  il berlusconi imprenditore, l'antipolitica grillina?
e guarda come siamo ridotti  :(

io invece penso che la politica sia scelta.
che il politico si differenzia dal tecnico perchè il politico fa una scommessa su una propria intuizione che invece il tecnico non fa.
se il politico è in gamba allora il risultato sarà sopra il livello  che assicura il tecnico,
se il politico non è in gamba allora il suo risultato sarà inferiore.
(per questo occorre una selezione dei quadri dirigenti ed una selezione che non sia burocratica).

ci sarebbe da aggiungere anche  che il tecnico non è privo di  un'impostazione ideologica, solo che la sua impostazione è talmente diffusa da sembrare neutrale.
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