Non ne conosco nemmeno uno che non abbia spalmato decimetri di pelle sull'asfalto.
Cos'è che induce a rischiare in maniera così incosciente?
Ti risponde uno che và in moto da trent'anni.
Dal Piaggio Si (ciclomotore) alla Yamaha Fazer (sport-tourer) passando per la Suzuki Intruder (custom).
Anch'io ho spalmato decimetri di pelle sull'asfalto, grazie...ad automobilisti idioti, guard-rail assassini, strade in condizioni pietose, segnaletica ad minchiam, etc.
Accetto il rischio di girare "nudo", senza cinture ed airbag, in cambio della libertà che solo le due ruote possono dare.
Accetto il calore della ventola del radiatore sulla gamba destra e il freddo che si infila dal collo in cambio della possibilità di parcheggiare ovunque ed evitare le code.
Accetto i moscerini sulla visiera in cambio dell'adrenalina che solo un mezzo con un rapporto peso-potenza da missile ti può dare.
Accetto la scomodità del doversi ogni volta bardare come un astronauta, la rottura di scatole di essere considerato un pazzo incosciente, l'impossibilità di caricare anche solo una confezione di bottiglie d'acqua, la manutenzione costosa e continua, l'assicurazione dalle tariffe folli, accetto tutto.
Ma quando, in curva, sento la pedana cominciare a grattare, la coda che cerca di "scappare", quando penso che mezzo millimetro in più o in meno di apertura del gas può significare partire per la tangente e andare in cunetta (curva a sinistra) o contro un altro mezzo (curva a destra), beh...mi accorgo che in quel momento, e solo in quel momento sono padrone della mia vita.
Solo in quel momento decido io, e non un politico, un professore, un medico, un datore di lavoro, una partner, un genitore.
Solo in quel momento la mia vita dipende solo ed esclusivamente dalla mia abilità.
E tanto mi basta per accettare qualsiasi rischio.
Ancora oggi, a 43 anni...