Autore Topic: La miccia spenta della "population bomb"  (Letto 9819 volte)

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Offline Rita

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La miccia spenta della "population bomb"
« il: Ottobre 26, 2011, 09:37:39 am »

http://www3.lastampa.it/esteri/sezioni/articolo/lstp/426578/

Nelle locandine degli spettacoli, temendo gelosie, si elencano le star «in ordine di apparizione». Per calcolare il vostro ordine di apparizione sul pianeta Terra, nel cast di 7 miliardi di esseri umani che le Nazioni Unite prevedono in arrivo per il 31 ottobre 2011, cliccate sul sito bit.ly nbwTkb, inserite la data di nascita e saprete il vostro posto nello show umano. Un nato l’1 gennaio 1920 ha il numero 1.859.068.335, una nata l’1 gennaio 1960 il 3.036.562.402 e due gemellini venuti alla luce nel Capodanno 2000 rispettivamente il 6.087.198.811 e 812.

Per secoli l’homo sapiens è cresciuto pochissimo, la curva della popolazione da Gesù alla fine del mondo narrata dal monaco Rodolfo il Glabro nell’anno 1000, è stabile. Per arrivare a un miliardo, nel 1800, abbiamo impiegato 250 mila anni. La vera crescita comincia con la rivoluzione industriale, nel 1913 l’Europa aveva più abitanti della Cina e, con gli Stati Uniti, ospitava un umano su tre. Il cittadino “6 miliardi” si chiama Adnan Nevic, ha 12 anni, nato il 12 ottobre 1999 a Sarajevo, nella Bosnia insanguinata: e vedremo che scelta simbolica sarà fatta stavolta dall’Onu. Per rispettare la realtà, Sorella 7 miliardi (nascono più donne che uomini) dovrebbe atterrare con la cicogna in una grande città dell’Africa, Lagos, il Cairo: là il mondo continua a crescere.

Vi annunceranno nei prossimi giorni l’Apocalisse sovraffollamento. Non fate attenzione, la crescita rallenta e il problema non è «Siamo troppi», né la subdola affermazione che questa fobia nasconde, cioè «Sono troppi questi poveri!». Il pianeta ha risorse e spazio, i guai non vengono dalla popolazione ma dalla sua distribuzione ed età. Fosco, il filosofo Malthus calcolava che dalla fine del 700 non avremmo avuto più di che sfamarci. Ha sbagliato per pessimismo, come il Club di Roma di Aurelio Peccei nel 1972 e l’economista Paul Ehrlich con il libro-allarme «The Population Bomb», 1980. Aumento della produttività nei campi, nuove tecniche sanitarie e sociali ci hanno permesso, secondo l’auspicio biblico, di «crescere e moltiplicarci» e ora nel mondo si fanno meno figli, forse troppo pochi.Nel 2050 Europa, Usa e Canada non avranno che 12 abitanti su cento, la metà del 1800. Ma chi pensa alla Cina come alla Grande Fabbrica Esseri Umani, sbaglia. La tragica politica «un figlio per famiglia» fa sì che la popolazione cinese declini senza rimedi. Nel 2025 ci saranno 96,5 milioni di cinesi maschi tra 20 e 30 anni, con solo 80,3 milioni di donne della stessa età: troppe famiglie hanno abortito bambine sognando l’erede maschio. Nel 2050 l’America, cui gli ispanici garantiscono buona natalità, avrà più lavoratori della Cina: la corsa di Pechino è «Arricchiamoci prima di invecchiare». Dati, purtroppo, su cui pochi meditano. La fertilità del mondo scende.
Saremo 8 miliardi nel 2025 e ci saranno voluti 14 anni per arrivarci. È la prima volta nella storia che l’intervallo tra un miliardo e l’altro di umani aumenta, non diminuisce. Nel 1970 la fertilità media delle donne era 4,45 bambini a testa, oggi è dimezzata a 2,45. Nel 2050 - ha calcolato il demografo Jack Goldstone per la Fondazione Nardini - saremo 9 miliardi e 150 milioni, cifra che non crescerà. Fanno meno figli le donne occidentali, lievi aumenti in Francia e Svezia per ottime politiche familiari che però costeranno troppo nella crisi.

A ridurre le nascite non è tanto la pianificazione, i cui risultati non sono sempre coerenti con le intenzioni. Sono scuola, sanità, benessere: donne che sanno leggere, lavorano e fanno una vita decente, come è capitato a miliardi tra Cina, India e America Latina dal 1980, scelgono meno gravidanze. I problemi della Generazione 7 miliardi non sono quindi di numero. Sono sociali, energetici, militari. Saranno i poveri a fare più bambini, l’intera crescita dell’umanità da qui al 2050 sarà nei 24 Paesi più arretrati (fonte World Bank). Nel Sud del Sahara c’è una fertilità «antica», 4,64 bambini a donna. Nei prossimi 40 anni cresceremo di «soli» 2.300 milioni, la metà in Africa.

A Capodanno 2050, stima Fondazione Nardini, per 720 milioni di europei ci saranno 2 miliardi di africani. In certe aree dell’Italia del Nord ospiteremo un emigrante ogni tre persone. Il Giappone sarà il paese più vecchio della storia, l’Italia seguirà da vicino, l’Europa diventerà un continente di capelli bianchi con pochi lavoratori, e pagare le spese mediche della generazione baby-boom (1946-1964) preoccuperà i prossimi quattro presidenti Usa. Come nutrire, istruire e far lavorare i poveri resta il dilemma. Ma anche qui non seguite gli slogan. Il mondo che inquina non fa figli, e i 24 Paesi non sviluppati che affollano le culle producono solo il 7% di gas serra. Il caos possibile viene dal luogo in cui gli umani si stabiliranno. Per la prima volta dai tempi delle «Bucoliche» di Virgilio viviamo più in città che in campagna.

Le periferie delle megalopoli, tetti di lamiera ondulata, poche fognature, scuole, servizi, raccoglieranno le nascite. Tre miliardi di persone emigreranno verso i ghetti urbani nei prossimi 40 anni, e già la Cina soffre nel controllare l’ondata. Terrorismo, criminalità, disagi saranno comuni nelle Supercittà, Mumbai, Mexico City, New Delhi, Shangai, Calcutta, Karachi, Cairo, Manila, Lagos, Giacarta. Se rilanciamo la ricercain agricoltura (il Center for Food and Nutrition creato da Guido Barilla sta lavorando in questo senso), se non smettiamo di lavorare a nuove fonti energetiche, se regoliamo le emissioni con raziocinio, se Cina, India e Usa evitano la guerra, se l’Europa non si lascia andare all’inerzia e la crisi economica si attenua, non ci sarà la tragedia nascite. I pericoli, avrebbe detto la saggia Agatha Christie «vengono dalla natura umana», non dalla sua diffusione. E per ora, quindi, che Dio benedica anche te, bebé 7.000.000.000
L'esperienza è un pettine che la vita ti dà dopo che hai perso i capelli

Offline Ethans

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Re: La miccia spenta della "population bomb"
« Risposta #1 il: Ottobre 26, 2011, 12:23:21 pm »
3.616.645.414
Ma non li dimostro...

Offline Fazer

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Re: La miccia spenta della "population bomb"
« Risposta #2 il: Ottobre 26, 2011, 12:46:16 pm »
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Ma non sono nato su questo pianeta.

Offline Ethans

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Re: La miccia spenta della "population bomb"
« Risposta #3 il: Ottobre 26, 2011, 12:53:00 pm »
Cmq li porti molto peggio di me...

Offline Fazer

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Re: La miccia spenta della "population bomb"
« Risposta #4 il: Ottobre 26, 2011, 13:01:50 pm »
Cmq li porti molto peggio di me...

Quoto. E non mi hai visto in faccia.
Sono più sciupato e raggrinzito di un gollum ubriaco di Vetril.  :P


Offline nonmorto

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Re: La miccia spenta della "population bomb"
« Risposta #5 il: Ottobre 26, 2011, 14:44:46 pm »
Ah ho capito, non siamo noi troppi, è il petrolio che è poco.  :doh:

Ah ma le guerre non sono per il petrolio, sono per portare la democrazia.  :doh:

Ah ma ultimamente non sono più guerre, sono rivoluzioni.  :doh: Se la portano da soli la democrazia, visto che non può essere importata.  :doh:


Da quando gli americani, per niente razzisti, hanno scoperto che in guerra ogni 1000 persone che muoiono di un paese strano ogni tanto muore anche un americano hanno cercato vari sistemi... per non far morire americani, tra cui rimpizzare i soldati americani con robot e roba simile. Però non era molto pratico e si sono inventati le rivoluzioni che nascono dal basso. Un po' come il femminismo è un movimento nato dal basso.

Perché gli americani non muoiono solo sul campo di battaglia, ma anche in tv, contano migliaia di volte tanto. Non è razzismo, è sensibilità. Cioè un tizio in un paese strambo è un numero, uno che va in tv è una persona. È la nuova sensibilità femminista, molto superiore a quella vecchia. Ahhhh le emozioni che belle, altro che la logica.

Quindi ora le guerre non sono più guerre, sono rivoluzioni in cui i caccia americani aiutano i ribelli. Perché si sa i ribelli guardano la tv occidentale, pensano "che belloooooooo", poi vanno su internet a scrivere sui blog "che bellooooooooooooooooooooo" e poi fanno la rivoluzione. Le primavere, che belleeeeeeeeeeeeee. Meno male che il tg ci spiega come stanno le cose senza peli sulla lingua, spiegazione molto credibile e molto vera.

Poi i nostri media fanno due interviste a due persone scelte ... a caso ovviamente... che mostrano l'opinione del "popolo" e non quella di chi conduce il tg. E noi siamo dalla parte della "gente", mica dei tiranni, ovviamente. Stronzoni cattivoni, trattano pure male le donne... salviamo le donne!!!!!!!! Pedostupratori tiranni donna oppressa rivoluzione primavera blog facebook. Sotto shock (ci sta sempre bene). Petrolio? no. Troppi? no.

Offline Red-

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Re: La miccia spenta della "population bomb"
« Risposta #6 il: Ottobre 27, 2011, 00:15:42 am »
Quegli articoli in genere contengono delle mezze verità

In realtà se tutti i cinesi volessero mangiare una sola bistecca alla settimana, non ci sarebbe abbastanza carne sul pianeta e se tutti i paesi fossero industrializzati, non ci sarebbe abbastanza petrolio già oggi.
Malthus non diceva che eravamo "troppi" in modo generico, ma in relazione alle risorse e ad un regime di vita di un certo tipo.

"La realtà risulta spesso più stupefacente della fantasia. A patto di volerla vedere."

Offline Stealth

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Re: La miccia spenta della "population bomb"
« Risposta #7 il: Ottobre 27, 2011, 14:27:28 pm »
http://www3.lastampa.it/esteri/sezioni/articolo/lstp/426578/

Nelle locandine degli spettacoli, temendo gelosie, si elencano le star «in ordine di apparizione». Per calcolare il vostro ordine di apparizione sul pianeta Terra, nel cast di 7 miliardi di esseri umani che le Nazioni Unite prevedono in arrivo per il 31 ottobre 2011, cliccate sul sito bit.ly nbwTkb, inserite la data di nascita e saprete il vostro posto nello show umano. Un nato l’1 gennaio 1920 ha il numero 1.859.068.335, una nata l’1 gennaio 1960 il 3.036.562.402 e due gemellini venuti alla luce nel Capodanno 2000 rispettivamente il 6.087.198.811 e 812.

Per secoli l’homo sapiens è cresciuto pochissimo, la curva della popolazione da Gesù alla fine del mondo narrata dal monaco Rodolfo il Glabro nell’anno 1000, è stabile. Per arrivare a un miliardo, nel 1800, abbiamo impiegato 250 mila anni. La vera crescita comincia con la rivoluzione industriale, nel 1913 l’Europa aveva più abitanti della Cina e, con gli Stati Uniti, ospitava un umano su tre. Il cittadino “6 miliardi” si chiama Adnan Nevic, ha 12 anni, nato il 12 ottobre 1999 a Sarajevo, nella Bosnia insanguinata: e vedremo che scelta simbolica sarà fatta stavolta dall’Onu. Per rispettare la realtà, Sorella 7 miliardi (nascono più donne che uomini) dovrebbe atterrare con la cicogna in una grande città dell’Africa, Lagos, il Cairo: là il mondo continua a crescere.

Vi annunceranno nei prossimi giorni l’Apocalisse sovraffollamento. Non fate attenzione, la crescita rallenta e il problema non è «Siamo troppi», né la subdola affermazione che questa fobia nasconde, cioè «Sono troppi questi poveri!». Il pianeta ha risorse e spazio, i guai non vengono dalla popolazione ma dalla sua distribuzione ed età. Fosco, il filosofo Malthus calcolava che dalla fine del 700 non avremmo avuto più di che sfamarci. Ha sbagliato per pessimismo, come il Club di Roma di Aurelio Peccei nel 1972 e l’economista Paul Ehrlich con il libro-allarme «The Population Bomb», 1980. Aumento della produttività nei campi, nuove tecniche sanitarie e sociali ci hanno permesso, secondo l’auspicio biblico, di «crescere e moltiplicarci» e ora nel mondo si fanno meno figli, forse troppo pochi.Nel 2050 Europa, Usa e Canada non avranno che 12 abitanti su cento, la metà del 1800. Ma chi pensa alla Cina come alla Grande Fabbrica Esseri Umani, sbaglia. La tragica politica «un figlio per famiglia» fa sì che la popolazione cinese declini senza rimedi. Nel 2025 ci saranno 96,5 milioni di cinesi maschi tra 20 e 30 anni, con solo 80,3 milioni di donne della stessa età: troppe famiglie hanno abortito bambine sognando l’erede maschio. Nel 2050 l’America, cui gli ispanici garantiscono buona natalità, avrà più lavoratori della Cina: la corsa di Pechino è «Arricchiamoci prima di invecchiare». Dati, purtroppo, su cui pochi meditano. La fertilità del mondo scende.
Saremo 8 miliardi nel 2025 e ci saranno voluti 14 anni per arrivarci. È la prima volta nella storia che l’intervallo tra un miliardo e l’altro di umani aumenta, non diminuisce. Nel 1970 la fertilità media delle donne era 4,45 bambini a testa, oggi è dimezzata a 2,45. Nel 2050 - ha calcolato il demografo Jack Goldstone per la Fondazione Nardini - saremo 9 miliardi e 150 milioni, cifra che non crescerà. Fanno meno figli le donne occidentali, lievi aumenti in Francia e Svezia per ottime politiche familiari che però costeranno troppo nella crisi.

A ridurre le nascite non è tanto la pianificazione, i cui risultati non sono sempre coerenti con le intenzioni. Sono scuola, sanità, benessere: donne che sanno leggere, lavorano e fanno una vita decente, come è capitato a miliardi tra Cina, India e America Latina dal 1980, scelgono meno gravidanze. I problemi della Generazione 7 miliardi non sono quindi di numero. Sono sociali, energetici, militari. Saranno i poveri a fare più bambini, l’intera crescita dell’umanità da qui al 2050 sarà nei 24 Paesi più arretrati (fonte World Bank). Nel Sud del Sahara c’è una fertilità «antica», 4,64 bambini a donna. Nei prossimi 40 anni cresceremo di «soli» 2.300 milioni, la metà in Africa.

A Capodanno 2050, stima Fondazione Nardini, per 720 milioni di europei ci saranno 2 miliardi di africani. In certe aree dell’Italia del Nord ospiteremo un emigrante ogni tre persone. Il Giappone sarà il paese più vecchio della storia, l’Italia seguirà da vicino, l’Europa diventerà un continente di capelli bianchi con pochi lavoratori, e pagare le spese mediche della generazione baby-boom (1946-1964) preoccuperà i prossimi quattro presidenti Usa. Come nutrire, istruire e far lavorare i poveri resta il dilemma. Ma anche qui non seguite gli slogan. Il mondo che inquina non fa figli, e i 24 Paesi non sviluppati che affollano le culle producono solo il 7% di gas serra. Il caos possibile viene dal luogo in cui gli umani si stabiliranno. Per la prima volta dai tempi delle «Bucoliche» di Virgilio viviamo più in città che in campagna.

Le periferie delle megalopoli, tetti di lamiera ondulata, poche fognature, scuole, servizi, raccoglieranno le nascite. Tre miliardi di persone emigreranno verso i ghetti urbani nei prossimi 40 anni, e già la Cina soffre nel controllare l’ondata. Terrorismo, criminalità, disagi saranno comuni nelle Supercittà, Mumbai, Mexico City, New Delhi, Shangai, Calcutta, Karachi, Cairo, Manila, Lagos, Giacarta. Se rilanciamo la ricercain agricoltura (il Center for Food and Nutrition creato da Guido Barilla sta lavorando in questo senso), se non smettiamo di lavorare a nuove fonti energetiche, se regoliamo le emissioni con raziocinio, se Cina, India e Usa evitano la guerra, se l’Europa non si lascia andare all’inerzia e la crisi economica si attenua, non ci sarà la tragedia nascite. I pericoli, avrebbe detto la saggia Agatha Christie «vengono dalla natura umana», non dalla sua diffusione. E per ora, quindi, che Dio benedica anche te, bebé 7.000.000.000

Il problema non è la crescita della popolazione, ma la crescita della popolazione rapportata al sistema socio-economico, alle modalità di produzione e distribuzione delle risorse.
Non siamo affatto troppi in relazione alle risorse, siamo troppi in relazione alle potenzialità di crescita del sistema produttivo, o meglio del sistema distributivo attuale.
Sarebbe a dire che la crescita della popolazione è superiore alla crescita della base di consumo e della richiesta di manodopera. Quest'ultima, in realtà, sembrerebbe calare nel lungo tempo per effetto dell'avanzamanento tecnico riducendo la base di consuno, ossia la potenzialità della domanda di beni e servizi che le aziende offrono (anche troppi).
Un pasticcio, insomma.
Eppure non ci vorrebbe molto, non dico per risolvere, ma perlomeno per inziare affrontare seriamente il problema.
Ma le riformine che, a mio avviso, servirebbero a tale scopo attualmente non vengono neanche prese in seria considerazione.
Fa niente! Teniamoci il problema per un altro bel po'... :)

Offline Red-

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Re: La miccia spenta della "population bomb"
« Risposta #8 il: Ottobre 28, 2011, 00:15:32 am »
Giubizza, se parli di Italia allora il tuo discorso può essere corretto; se parli di Mondo, allora certamente non lo è.

ma se parli "solo" di Italia, allora ricordiamoci sempre che noi non abbiamo affatto il problema delle troppe nascite, anzi: siamo ormai destinati alla scomparsa, tanto che sarebbe già possibile calcolare quando ci estingueremo. Ma l'Italia è solo un puntino sulla carta geografica globale del pianeta, e conta solo come tale. Siamo un micromondo.
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Offline ilvaccaro

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Re: La miccia spenta della "population bomb"
« Risposta #9 il: Ottobre 28, 2011, 10:48:04 am »
Giubizza, se parli di Italia allora il tuo discorso può essere corretto; se parli di Mondo, allora certamente non lo è.

ma se parli "solo" di Italia, allora ricordiamoci sempre che noi non abbiamo affatto il problema delle troppe nascite, anzi: siamo ormai destinati alla scomparsa, tanto che sarebbe già possibile calcolare quando ci estingueremo. Ma l'Italia è solo un puntino sulla carta geografica globale del pianeta, e conta solo come tale. Siamo un micromondo.

il punto è che anche l'Italia è fortemente sovrappopolata.
Nel senso che se il paese dovesse fornire energia, alimenti, vestiario, trasporti, case, infrastrutture, e materie prime, basandosi solo su quello che è in grado di auto-produrre senza importare nulla dall'estero e contando solo sulle proprie risorse, potrebbe mantenere forse una ventina di milioni di persone, o forse ancora  di meno..

Basti pensare che negli ultimi 70 anni enormi fette della pianura padana che costituiva il serbatoio alimentare per eccellenza della nostra popolazione,  sono state in gran parte cementificate, ed enormi zone del sud Italia ridotte a discariche a cielo aperto.

Se oggi venisse una seria crisi alimentare e delle risorse a livello globale, magari dovuta a ragioni climatiche, o di inquinamento massivo e ci bloccassero l'importazione di granaglie, farina, mais, carne, frutta, materie prime, e petrolio dall'estero...... Cosa ci mangeremmo?
I parcheggi? i centri commerciali? le case? l'asfalto?

Metà della popolazione italiana morirebbe di fame e di freddo nel giro di pochi anni.
Siamo in troppi anche qui.
Non sono come certi sfigati che si pagano le donnacce.
Io mi sposo e poi pago " SOLO " alimenti e mantenimento ad una donna " ONESTA.."

Offline Giuseppe83

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Re: La miccia spenta della "population bomb"
« Risposta #10 il: Ottobre 28, 2011, 15:52:56 pm »
Esatto. E uno stato che non può considerarsi autarchico è uno stato debole.

Offline Fazer

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Re: La miccia spenta della "population bomb"
« Risposta #11 il: Ottobre 28, 2011, 19:34:41 pm »
vado OT per segnalarvi che per qualche tempo avrò problemi a partecipare come vorrei. Il paese dove vivo, Monterosso al Mare ( 5 terre) è semidistrutto da una valanga di acqua e fango. I soccorsi sono stati tempestivi e il materiale a disposizione è molto.
In particolare l'Enel ha fatto e sta facendo un lavoro eccelso e ieri notte ho riavuto l'elettricità . Unico gestore telefonico che va è Wind e in parte Vodafone. Telecom è KO e anche TIM non va ( ma non è colpa sua ).
Una ditta edile privata ( i Queirolo di Levato ) hanno messo a disposizione una ruspa e un escavatore e stanno facendo miracoli, rimuovendo montagne di fango. La via centrale è esplosa per la pressione dellì'acqua . Ci è stato inviato moltissimo materiale medico e in pratica ho tuto ciò che può servire, e anche di più. Non ci sono per ora problemi particolari : suture, medicazioni varie e comunque abbiamo tutto.
Il cibo è poi ottimo: stiamo dando fondo alle riserve dei ristoranti : scampi, astici, pasta al pesto , ecc. Non ao quando riuscirò a avere na connessione stabile. Sto bene e pur sembrando un uomo semiprimitivo, va tutto bene la popolazione sta reagendo bene, i vigili del fuoco si s tano comportando più che bene. Insomma : ce la faremo, ma ci vorrà un sacco di tempo.
Appena potrò mi riconnetterò e comunque, vento in poppa per la Q.M.
a presto

 :ohmy: :cry:

Forza Marmocchio.
Ti siamo vicini.

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Re: La miccia spenta della "population bomb"
« Risposta #12 il: Ottobre 28, 2011, 19:50:45 pm »
In bocca al lupo Marmocchio, a te e ai tuoi compaesani. Ti leggo ottimista e questo è positivo..  :)
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Offline Stealth

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Re: La miccia spenta della "population bomb"
« Risposta #13 il: Ottobre 28, 2011, 22:31:17 pm »
Si calcola che la Cina da sola potrebbe produrre beni e srvizi per tutto il mondo. Un essere umano adulto consuma circa 2000 kcal al girono e nel mondo si producono circa 20 mila miliardi di kcal di alimenti al giorno.
Stessa cosa per molti altri tipi di beni.
Se il lavoro utile a produrre beni e servizi per vivere bene fosse distribuito a tutti gli esseri umani in etá da lavoro e,ovviamente, idonei al lavoro basterebbe poco piú di mezz'ora di lavoro a settimana ciascuno per produrre l'occorrente perché tutti gli esseri umani possano vivere bene.
Non lasciamoci sedurre dalle varie propagande catastrofiste, c'è la convenienza a farci credere che siamo troppi in senso assoluto ma non è affatto così.

Offline Stealth

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Re: La miccia spenta della "population bomb"
« Risposta #14 il: Ottobre 28, 2011, 22:36:25 pm »
Esatto. E uno stato che non può considerarsi autarchico è uno stato debole.

Nessuno stato al mondo è autarchico. Non è mai esistito un paese veramente autarchico e mai ne esisterá uno. L'autarchia è una "utopia, se così vogliamo chiamarla. E oggi piú che mai.