INTERESSANTISSIMO E LUNGHISSIMO ARTICOLO CHE CHIARISCE MOLTE COSE.
L'ARTICOLO INIZIA CON UN'ACCUSA AGLI ITALIANI E DICE CHE SONO STATI ACCONTENTATI: ORA HANNO MONTI, CHE HA STUDIATO IN AMERICA E LAVORATO PER G.S. (COME DRAGHI E PAPANDREU)
Questo triplice colpo di Stato è probabilmente una mossa obbligata, ed un segno di disperazione. Come mai? Perchè Goldman deve assicurarsi che Italia e Grecia non faranno bancarotta e non ripudieranno il debito. Le banche americane non ci lasceranno fallire, e useranno qualsiasi mezzo per impedircelo, per un motivo ben preciso. Appena in USA il sistema bancario s’è rallegrato di essere poco esposto ai titoli sovrani europei (15 miliardi), s’è accorto che coi CDS (Credit Default Swaps) era un altro paio di maniche. Le banche USA hanno assicurato quantità importanti del debito europeo, si dice per almeno 250 miliardi, emettendo e vendendo quantità industriali di CDS, prodotti derivati che pretendono di funzionare come assicurazioni contro il rischio default. Naturalmente lo sono per finta, perchè nè Goldman Sachs nè le altre banche di ventura hanno accantonato nemmeno una frazione della cifra necessaria a pagare gli assicurati, nel caso che un Paese sovrano non riesca più a servire il debito. Se avviene davvero un default, le banche della galassia americana, a cominciare da Goldman Sachs, imploderanno come supernovae, dando come risultato dei buchi neri che attrarranno nel loro gorgo ogni realtà economica esistente, se è basata sul credito.
Gli emettitori di CDS americani sono riusciti per un pelo a non pagare le presunte polizze assicurative emesse per la Grecia, anche se questa ha fatto un default parziale, detto ristrutturazione. I titolari di BOT greci hanno dovuto accettare un taglio di capelli del 50%. Ma siccome sono banche europee, e la perdita dei creditori è stata definita come volontaria, hanno deciso di non rifondere il sinistro. Lo ha deciso lo ISDA, la International Swap and Derivative Association, che è l’organo formato dagli stessi emettitori di CDS, ovviamente a loro favore. È questo ente privato bancario ad aver decretato – post factum, retroattivamente questa regola di cui nessuno sapeva – che quando le banche creditrici accettano volontariamente un taglio dei loro crediti, i CDS che hanno comprato non rifondono nulla. Il trucco è riuscito, nel senso che Goldman Sachs e compagni non hanno dovuto pagare.
Però è riuscito anche troppo. Nel senso che tutti i detentori internazionali di titoli italiani, che s’erano coperti dal rischio con i CDS americani, hanno avuto la rivelazione che quelle assicurazioni – per cui hanno pagato fior di milioni – non assicurano niente. Questo è, almeno in parte, il vero motivo per cui i mercati hanno cominciato a liberarsi (svendendoli) dei titoli del debito italiano, o a chiedere un interesse drammaticamente più alto per comprarlo: il rincaro prevedibile per un rischio di default che si sa non essere più coperto dai CDS. I mercati del debito sono stati tutti scossi, ed anche lo spread sul debito francese è aumentato, e sempre per lo stesso motivo: i detentori credevano di avere una qualche protezione avendo comprato i CDS, ed hanno scoperto di non averla.
Diversi analisti inglesi e americani si sono stupiti di questa improvvisa ventata di diffidenza sull’Italia, un Paese – hanno scritto, per esempio Evans-Pritchard del Telegraph – «che avrà un attivo primario nel 2013» (elogio postumo e involontario a Tremonti) una ricchezza delle famiglie superiore a quella della Germania, e un debito privato molto al disotto della media degli europei. Come mai un Paese con fondamentali così buoni viene considerato insolvente? (Europe pushes Italy into the abyss) Fatto sta che la tempesta sull’euro è diventata ciclone. I tassi d’interese che l’Italia deve offrire sono diventati davvero insostenibili, avvicinando la bancarotta del terzo debitore mondiale e della terza economia della UE. Dal punto di vista di Goldman Sachs (e affiliati americani) bisogna assolutamente impedire che l’Italia faccia fallimento, altrimenti i banksters americani dovranno onorare l’impegno preso spacciando i loro CDS. Rifondendo il sinistro, per così dire. Coi mezzi propri, che non sono nemmeno lontanamente disponibili. Quanto? Nessuno lo sa esattamente, dato che l’85% del mercato dei derivati avviene over-the-counter (ossia fuori dai mercati borsistici) su accordi caso per caso fra cliente ed assicuratore, dunque senza lasciare traccia contabile alla vista dei regolatori (che dormono). Esistono inoltre una quantità indefinita di CDS nudi (naked) ossia venduti a chi non possiede i titoli da assicurare: anche questi non-possessori saranno da rifondere se l’Italia fallisce. Ad occhio e croce, si può dire solo questo: che il nostro default vaporizzerebbe istantaneamente i capitali delle banche d’affari americane, anzi molte volte i loro capitali; e causerebbe l’implosione totale del sistema bancario sovrannazionale – che è il vero insolvente in questa faccenda. Non a caso Warren Buffett ha chiamato i derivati «armi di distruzione di massa». È per questo che Goldman Sachs non permetterà all’Italia di fallire o ristrutturare il debito: ne va della sua vita. Per questo ha messo uomini suoi direttamente al timone delle centrali europee che contano.
Un effetto s’è visto subito: appena s’è fatto il nome di Monti come amministratore delegato d’Italia, i mercati hanno fatto scendere lo spread sui titoli italiani. In realtà, s’è trattato di un aiutino dell’amico Mario Draghi, che ha fatto comprare alla BCE infornate di titoli italiani, per far vedere che i mercati hanno tanta fiducia in Monti. La Grecia è ora sotto amministrazione controllata di Goldman-Papadimos, per lo stesso motivo: una bancarotta involontaria costringerebbe le banche americane spacciatrici di CDS a pagare.
Stiamone certi: Monti non imporrà solo tasse, finanziarie e patrimoniali e privatizzazioni. La situazione è così pericolosa per Goldman, che dovrà cercare anche di far crescere il Paese, perchè senza una crescita del PIL – i banchieri lo sanno benissimo – il servizio del debito non può essere sostenuto. Hanno interesse a puntellarci. Lo faranno con tutte le terapie che conoscono loro... Che sono quelle sbagliate (1).
Da cui la vera grande buona notizia. La più tragica: Monti – e la dozzina di esperti europei e del Fondo Monetario che sono venuti a Roma a controllarlo, veri ministri del suo ministero – non riuscirà a risanarci, nè Draghi nè Papademos avranno successo. Il default è ineluttabile. Lo dice la semplice matematica. Esiste una relazione tra la crescita del PIL e gli interessi sul debito pubblico. E l’Italia non può pagare il 7% di interessi su 1.900 miliardi del suo debito, senza crescere, diciamo, del 3% annuo. È una crescita quasi da miracolo economico, ossia impossibile: specie nella recessione che minaccia l’Europa tutta intera, ed è segnalata dal rallentamento dell’export tedesco.
Ma il fattore più pericoloso è ormai il rischio sistemico. Il sistema finanziario stesso lo ha coltivato e fatto crescere, avventandosi in una interconnessione così aggrovigliata, opaca e concatenata che nessuno capisce più dove e come finisca. Basti ricordare il fatto che le banche italiane, greche sono piene di BOT nazionali: tradizionalmente, questo era un fattore di stabilità finanziaria, ed un contributo importante del risparmio nazionale al finanziamento del debito; oggi, è diventato una minaccia supplementare, che impone agli Stati già stra-indebitati di sostenere le loro banche diventate insolventi per il calo del valore di questi loro attivi. E questo è solo ciò che si vede: si aggiunga lo shadow banking, il sistema sotterraneo in cui entità non regolamentate, situate nei paradisi fiscali, emettono prodotti derivati la cui descrizione richiede volumi pieni di formule matematiche, e il cui scopo preteso è di gestire i rischi dei titoli pubblici e privati soggiacenti. Il bello di tali prodotti è che, secondo i loro inventori, consentivano di aumentare le performances diminuendo il rischio: invece lo accrescono, perchè hanno trasferito i rischi alla controparte, un numero limitato di grandi attori che dominano il mercato – e perciò concentrano tutti i rischi. Piccolo esempio: la Slovenia, senza alcuna colpa, è colpita in pieno dalla crisi dell’Italia, e il suo debito pubblico non trova compratori se non a prezzi proibitivi. L’Ungheria si aspetta un peggioramento del rating del suo debito, a cui conseguirà una svalutazione della moneta nazionale, il che produrrà un aumento del costo del suo indebitamento. E con ciò, un altro impegno alle banche europee che in Ungheria hanno prestato troppo. Unicredit e le banche austriache sono nella prima linea del rischio ungherese, e possono crollare di colpo. Delle banche francesi, strapiene di titoli dei PIIGS, già sappiamo. Le banche tedesche non stanno meglio, anzi peggio. E tutte le banche europee operano con una leva di 26 ad 1 (per ogni euro, ne hanno 26 in prestito) molto più alta delle banche americane.
I delegati di Goldman Sachs Europe sono dunque sempre una mossa in ritardo (come la UE è di due o tre passi indietro) s’affannano attorno a Grecia ed Italia, ma ormai è l’Europa nel suo insieme ad essere nella linea di mira dei mercati. Un giorno, se avremo un futuro, gli storici si chiederanno come mai c’è stata l’implosione, quando il rimedio per scongiurarla era così evidente: vietare semplicemente e puramente le scommesse sulle fluttuazioni dei prezzi proibendo l’uso dei derivati senza copertura. Oppure, l’altro rimedio: il condono almeno parziale ma sostanzioso del debito ormai impagabile (che avrebbe anche il vantaggio di non obbligare Goldman Sachs ad onorare i suoi CDS, in quanto il condono è volontario). Macchè, i nostri attuali padroni non vedono, e non vogliono questi rimedi. Vogliono trarre il loro pedaggio sui popoli in eterno, anche fino a dissanguarli. Nella ricerca del profitto monetario come fine ultimo, nella smisurata avidità del prendere senza mai dare (tipico degli usurai, dei J) essi si sono messi nella condizione del rischio sistemico predetta dalla teoria del caos: il volo di una farfalla a Budapest che provoca un terremoto in Cina. Avverrà esattamente così, in un battito d’ali loro saranno vaporizzati, e anche noi, i nostri risparmi, le nostre monete, le nostre vite.
FONTE:
www.effedieffe.comCITATA DA
http://www.forzanuova.org/attualita/un-triplice-colpo-di-stato-una-mossa-obbligata