Perchè più oppresso sei e meno ti ribelli.
Tutti quelli che vanno a fare casino in piazza,hanno troppa energia,per essere realmente degli ''oppressi''.
Una domanda analoga era:''perchè gli ebrei non si ribellarono negli anni 30 ai nazisti''?
Proprio perchè erano oppressi,e dovevano far fronte alle crescenti difficoltà che incontravano nella loro vita quotidiana,che aumentava la percentuale di energie spese semplicemente per continuare a vivere,e diminuiva l'energia residua che poteva essere spesa a fare altro.
E' un falso storico,che le ''ribellioni'',avvengano per troppa oppressione.
In genere si ''ribella'' non chi è oppresso ,ma chi vuole stabilire una nuova gerarchia.
La rivoluzione francese,che è la madre di tutte le ''rivoluzioni'' moderne,non avvenne perchè ''il popolo era oppresso e non aveva da mangiare'',anzi pare che nella fine del '700 il popolo francese,stesse relativamente meglio,che non nelle epoche precedenti,fu semmai un cambio dell'assetto di potere,in cui i borghesi andavano a sostituire gli aristocratici,nel fare questo però si ammantarono di ideali di ''eguaglianza''.
La retorica moderna,figlia della rivoluzione francese poi vuole,che ogni cambiamento di assetto del potere,sia fatto passare per ''rivoluzione''.
Certo poi si argomenterà,che se i mass media non facessero questa disinformazione...
Ma se i massmedia non facessero quella disinformazione,noi non saremmo oppressi,così come siamo.
L
Parzialmente d'accordo: l'oppressione, se relativamente sopportabile, può essere sentita come
inevitabile e accettata, soprattutto se non si intravedono vie di uscita. Ma anche chi è super
oppresso alla fine si ribella quando il livello di saturazione è superato e quando si rende conto
che continuando a subire non si fa altro che perdere terreno sempre più fino all'azzeramento
totale del proprio valore e della propria dignità. E se non altro per assaporare un mopmento di
vendetta e di rivalsa sull'oppressore, il servo, lo schiavo, l'afflitto arriva al punto di giocare il
tutto per tutto, anche se non ci sono speranze di vittoria e di salvezza, per dare significato
almeno con una morte rapida e con un tentativo di recupero della dignità perduta, ad una vita
miserabile e scadente. Ora, la situazione degli uomini è sì in netto peggioramento oramai da
anni ma non è ancora percepita come insopportabile.Molti anzi la considerano "sfidante" per
dimostrare il loro valore, senza accorgersi che così pensando e così facendo stanno facendo
il gioco di chi persegue la strategia di ridurre il sesso maschile al ruolo di paria della società.
Dovranno arrivare altre mazzate per far uscire gli uomini dal loro coma irreversibile cioè leggi,
sentenze, iniziative politiche antiuomo che faranno risvegliare la coscienza addormentata dei
maschi e solo allora ci sarà una presa di coscienza collettiva. Dovremmo subire altre legnate.
Purtroppo. Oppure ci sarà un collasso della nostra civiltà femminista dopo il quale si dovrà per
forza valorizzare e dare potere all'elemento maschile per far sopravvivere la specie umana.
Siamo arrivati a sperare nella fine del nostro sistema economico per riprendere quota. Ahime!