Autore Topic: Solidarietà agli arrestati  (Letto 3165 volte)

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Offline COSMOS1

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Solidarietà agli arrestati
« il: Novembre 25, 2011, 14:53:27 pm »
Tutta la mia personale, sentita e commossa solidarietà agli arrestati!
Condannano tre persone per stupro, parenti e amici devastano il tribunale, le auto e minacciano i giudici.
BRAVI!
Sarebbe ora che i giudici rispondessero personalmente del loro operato. In tanto in quanto una larga fascia della popolazione avverte il loro operato come un abuso, mi domando perchè non si riesca a trovare un modo per fermarli!

http://www.bolognatg24.it/bologna-notizie/2011/11/23/22522/assalto-tribunale-velletri-condanna-stupro-micaela/

Citazione
ROMA, 23 NOVEMBRE (BTg24) – Assalto nella notte al tribunale di Velletri,  dopo  l’ultima udienza del processo per lo stupro di una ragazza romana Micaela di 17 anni avvenuto la sera di Ferragosto del 2009 a Tor San Lorenzo, devastato dai parenti di tre giovani condannati a 8 anni e 6 mesi per stupro di una minorenne.

Le prime avvisaglie sono cominciate nella prima serata, quando nel piazzale Giovanni Falcone, davanti al palazzo di Giustizia, si sono radunate alcune decine di persone in attesa della sentenza. I carabinieri in servizio al Tribunale hanno chiesto una prima volta rinforzi, ma nessuno poteva immaginare il putiferio che si è scatenato dopo le 21.


Alla notizia della condanna dei tre giovani, i loro parenti hanno prima sfondato la vetrina del portone principale del Tribunale e poi, devastando ogni mobile che trovavano sulla loro strada, e in più hanno assediato l’aula del processo al primo piano. Un altro gruppo di agitati è sceso nei sotterranei, dove ha danneggiato numerose vetture.

La situazione è diventata incandescente: dalle caserme dei Castelli, ma anche di Colleferro e Palestrina, il colonnello Rosario Castello, comandante del Gruppo di Frascati, ha mobilitato con grande rapidità decine di carabinieri, mentre agenti di polizia arrivavano da Albano e persino da Roma. C’era inoltre da garantire l’incolumità del collegio giudicante (Ferramosca, il presidente, Mascolo) e inoltre era ancora in ufficio il viceprocuratore Giuseppe Travaglini.

Sul piazzale, di fronte alle cariche delle forze dell’ordine, i parenti dei tre condannati, armati con le basi di metallo dei cestini dell’immondizia, si sono divisi in più gruppi, uno dei quali è entrato nell’androne di un palazzo adiacente al tribunale seminando il panico tra gli inquilini.

Da una parte una cinquantina tra famigliari e amici dei gemelli ventenni Emiliano e Nicolas Pasimovich, nati in Argentina, ma cittadini italiani, e di Maurizio Sorrentino, 21 anni, di Torre Annunziata: abitano tutti a Torvaianica. Dall’altra un centinaio tra carabinieri e poliziotti giunti anche dal litorale in sostegno ai colleghi del presidio del tribunale.

L’ Associazione nazionale magistrati ha condannato “con sgomento e indignazione” la notizia del tentativo di aggressione contro i giudici del Tribunale di Velletri: Sabrina Lorenzo, Bianca Ferramosca, Gilberto Muscolo, e degli agenti in aula. “Come in molti altri casi di attacchi personali, intimidazioni, minacce rivolti a magistrati impegnati nel loro lavoro – scrive l’Anm – anche in questo ennesimo, intollerabile atto non è difficile individuare gli effetti di una lunga e irresponsabile campagna di delegittimazione della magistratura e delle sue decisioni. L’episodio, che addirittura ha visto il tentativo da parte dei facinorosi di entrare nella camera di consiglio, dove ha dovuto rifugiarsi per evitare danni fisici anche il pubblico ministero di udienza Giuseppe Patrone, non ha avuto conseguenze ancora più gravi solo grazie al tempestivo intervento delle forze dell’ordine. La vicenda ripropone con forza il problema delle misure di sicurezza degli uffici giudiziari e della presenza delle forze dell’ordine nelle aule, troppe volte sguarnite o presidiate in modo del tutto insufficiente”.

Una battaglia durata più di un’ora senza precedenti nella zona dei Castelli e terminata con un bilancio pesante: 20 arresti, dodici uomini e otto donne, sei feriti tra le forze dell’ordine, ingentissimi danni agli uffici giudiziari.

Gli arrestati sono stati portati ai carceri di Velletri e Regina Coeli.

Luana Scialanca



eccezzionale il commento di Zabini. Chi lo conosce? potremmo mandargli un ringraziamento!

Citazione
Flavio Zabini says:
November 24, 2011 at 3:33 pm

Questi giudici, sfruttando i meccanismi da codice Rocco fascista (per ovvi motivi volti a permettere all’autorità di condannare chiunque anche prima e anche senza prove oggettive) in questo genere di reati, per motivi di stupidità cavalleresca o demagogia femminista, avvocano a sè il potere di considerare quale fonte di prova, sulla quale basare anche esclusivamente il convincimento di colpevolezza dell’imputato, la semplice parola dell’accusa (sentita formalmente anche come “teste”, cosa non concessa all’accusato), solo perchè il suo racconto è ritenuto (con argomentazioni sofistiche, ovvero basate non sui fatti ma sulle parole) intrisecamente più credibile di quello dell’imputato, in mancanza di riscontri oggettivi o altri elementi atti ad avvalorare dall’esterno l’una o l’altra tesi (come se, magicamente e sofisticamente, fosse possibile distinguere, nella stessa persona , nelle stesse parole, quanto dice la parte in causa con la testimone, come se, contro quanto mostrato da kant, l’essere fosse un predicato, la verità di una proposizione fosse ricavabile solo dal suo senso logico in abstracto e non dalla sua verifica sperimentale concreta, come se i famosi talleri immaginati di kantiana memoria fossero qualitativamente diversi da quelli reali).

Così di fatto i giudici danno a qualunque donna (in qualsiasi momento e per qualsiasi motivi: capriccio, vendette arbitraria, voglia di risarcimento, gratuito sfoggio di preminenza nell’esser credute a priori, patologico bisogno di sentirsi vittime, rancore generalizzato verso il genere maschile, scommessa alla Don Rodrigo su come poter rovinare il primo che passa, mancanza della capacità di assumersi la responsabilità di certi comportamenti – magari in preda ai fumi dell’alcool e della trasgressione, di cui ci si pente a posteriori, fredda volontà di mascherare un tradimento o un pasticcio o di non lasciar conoscere un comportamento giudicabile troppo disinibito, e dunque dannoso per l’immagine di turris eburnea da cui molte traggono ancora in questo secolo desiderabilità e potere, o semplicemente paura di essere criticate da famiglia e amici per certi atteggiamenti erotici ecc.) il “diritto” di spedire in galera qualunque uomo con la sola parola, anche prima e anche senza riscontri oggettivi e testimonianze terze della presunta violenza, facendo valere come prova la vostra dichiarazione unilaterale e definendo a posteriori e secondo i suoi soggettivi parametri il confine fra lecito e illecito.

Con la scusa della “lotta alla violenza” e della “dignità della donna” si violentano la ragione e il diritto.


Se la sola parola dell’accusa vale già come prova, se il tentativo di metterla in dubbio funziona come ulteriore prova di colpa (del genere “ti inventi che l’accusa è falsa proprio perchè sai di essere colpevole”), se è l’accusato e non l’accusa a dover trovare prove a sostegno della propria tesi e a soccombere in caso di insufficienza di esse, se il solo pretendere dalla donna di fornire riscontri oggettivi o testimonianze terze al proprio racconto è considerata una “mancanza di rispetto verso il genere femminile”, se il mettere in dubbio tanto la parola dell’accusa quanto quella della difesa per poi cercare nei fatti elementi a sostegno all’una o all’altra tesi e, in mancanza di essi, prosciogliere per insufficienza di prove, anziché essere visto come normale procedimento per la ricerca del vero e come garanzia del diritto è presentato come “protezione dello stupratore anziché della vittima”, se l’indagare sulla credibilità oggettiva e soggettiva del racconto accusatorio prima di fondarvi un giudizio di colpevolezza è considerato “seconda violenza”, se la gravità di un’accusa funge già da presunzione di colpa (come nei processi per stregoneria: il crimine contro dio è tanto grave che non si possono concedere garanzie a chi lo commette), se si parla di vittima e colpevole ancora prima di aver accertato i fatti in maniera oggettiva e prescindente dal solo teorema accusatorio, allora siamo chiaramente e incontestabilmente in un processo inquisitorio.
Siamo nell’era del terrore femminista e della caccia al maschio violentatore o pedofilo.

Io non mi preoccupo di questo fatto di cronaca, ma di tutti quelli nei quali chi viene condannato sulla sola parola dell’accusa, anche prima e anche senza riscontri oggettivi e testimonianze terze della presunta violenza, finisce in galera senza che nessuno spacchi la faccia ai giudici che hanno violentato la presunzione di innocenza!

Non è tanto vergognoso l’attacco ai giudici.
Vergognoso è che si possa condannare un cittadino innocente fino a prova contraria sulla sola parola dell’accusa,
anche prima e anche senza riscontri oggettivi e testimonianze terze della presunta violenza, accettando la testimonianza della presunta vittima come unica fonte di prova (perchè magari coerente, credibile in sé, riscontrabile fino ad un attimo prima del presunto stupro, apparentemente ragionevole, ricca di dettagli e priva di voglia di infierire sull’imputato) con argomentazioni degne dei sofisti (ovvero basate sulle parole e non sui fatti) e dimentiche dell’insegnamento kantiano (l’essere non è un predicato e quindi la differenza fra qualcosa di reale e qualcosa di immaginario non è in una qualche qualità – perfezione, razionalità, ecc.-, ma nel semplice fatto, conoscibile solo per esperienza e mai per speculazione, che una esiste e l’altra no).

Vergognoso è parlare di credibilità oggettiva per un racconto che riscontri oggettivi non ha (è vero che molti racconti falsi si possono scoprire come tali per le loro incoerenze ed illogicità, ma è anche vero che chi sa mentire, o ha buoni avvocati che suggeriscono come mentire, può raccontare una storia oggettivamente credibile in abstracto pur essendo falsa nel caso concreto) e di credibilità soggettiva per chi è parte in causa nel processo (bisognerebbe verificare non solo l’assenza di motivi evidenti di astio, ma anche quella di ogni ipotetico immaginabile motivo non conosciuto – e data la complessità della psiche umana potrebbero essere infiniti-, e non basterebbe, perchè se la presunta vittima è parte civile ha già un eventuale motivo per mentire nell’ottenere il risarcimento e, anche se non lo è, con il fatto stesso di essere l’accusatrice dichiara implicitamente di voler vedere l’imputato condannato e quindi di essere, appunto, “di parte”).

Vorrei vedere voi come reagireste a sentire vostro figlio condannato a otto anni di carcere non solo senza prove oggettive, ma addirittura con testimoni che affermano di non aver visto violenza alcuna e con i periti del tribunale che certificano l’accucsatrice essere una bugiarda patologica! Perchè questo è quanto,s e vi documentate, potete evincere da quel processo!
Già, in uno stato di diritto, dovrebbe suscitare la mobilitazione di tutti i cittadini una condanna emessa sulla sola parola dell’accusa. Se poi tale parola si è rivelata falsa in più occasioni, allora sono i giudici i primi a violentare la giustizia e a suscitare la comprensibile ribellione delle vittime della loro iniquità.






Dio cè
MA NON SEI TU
Rilassati

Offline Jason

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Re: Solidarietà agli arrestati
« Risposta #1 il: Novembre 25, 2011, 15:12:58 pm »
Tutta la mia personale, sentita e commossa solidarietà agli arrestati!
Condannano tre persone per stupro, parenti e amici devastano il tribunale, le auto e minacciano i giudici.
BRAVI!
Sarebbe ora che i giudici rispondessero personalmente del loro operato. In tanto in quanto una larga fascia della popolazione avverte il loro operato come un abuso, mi domando perchè non si riesca a trovare un modo per fermarli!

http://www.bolognatg24.it/bologna-notizie/2011/11/23/22522/assalto-tribunale-velletri-condanna-stupro-micaela/


eccezzionale il commento di Zabini. Chi lo conosce? potremmo mandargli un ringraziamento!






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«La folla che oggi lincia un nero accusato di stupro presto lincerà bianchi sospettati di un crimine».
Theodore Roosvelt, Presidente degli Stati Uniti d’America

Offline Jason

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Re: Solidarietà agli arrestati
« Risposta #2 il: Novembre 25, 2011, 15:15:39 pm »
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Purtroppo però qualche condanna da parte dei soliti pecoroni femministi è partita.
«La folla che oggi lincia un nero accusato di stupro presto lincerà bianchi sospettati di un crimine».
Theodore Roosvelt, Presidente degli Stati Uniti d’America

Offline krool

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Re: Solidarietà agli arrestati
« Risposta #3 il: Novembre 25, 2011, 16:16:30 pm »
Quando ho sentito di questa faccenda, di proposito fatta circolare nella "versione ridotta" che pone l'accento sulla sola distruzione dell'aula, la dinamica dell'evento mi era già chiara.

Tre famiglie incazzate nere per la solita, ennesima falsa accusa. Bene che qualcuno si svegli e peccato non abbiano disintegrato tutto il tribunale.

Online Massimo

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Re: Solidarietà agli arrestati
« Risposta #4 il: Novembre 25, 2011, 17:23:37 pm »
Si parla tanto della paventata guerra tra i sessi: ma con la facoltà di mandare in galera chiunque
non sia simpatico ad una donna sulla base di una sua parola o accusa cos'altro pensano di poter
scatenare?

Online fabriziopiludu

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Re: Solidarietà agli arrestati
« Risposta #5 il: Novembre 26, 2011, 23:44:05 pm »
Quando ho sentito di questa faccenda, di proposito fatta circolare nella "versione ridotta" che pone l'accento sulla sola distruzione dell'aula, la dinamica dell'evento mi era già chiara.

Tre famiglie incazzate nere per la solita, ennesima falsa accusa. Bene che qualcuno si svegli e peccato non abbiano disintegrato tutto il tribunale.

C'è da augurarsi che vada peggio per la Magistratura, la prossima volta!!! :)
"Se non cambierà, lotta dura sarà!".

Offline GIUSTIZIALISTA

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Re: Solidarietà agli arrestati
« Risposta #6 il: Novembre 27, 2011, 22:15:57 pm »
Purtroppo come già detto da altri i giornalisti hanno dato risalto solo alla notizia della devastazione dei locali: l'esasperazione è arrivata ad un punto limite: voglio vedere come finirà 'sta storia.
Sic transit gloria mundi.