http://www.lettera43.it/attualita/33181/elsa-e-l-elogio-della-lacrima.htmC'è sempre bisogno di eroi, c'è sempre bisogno di lacrime. Se poi chi piange detiene il potere, e per di più è donna, siamo vicini alla santificazione.
Niente da dire sulla serietà e la stimabilità di un ministro come Elsa Fornero, e nemmeno sulla sua personale frustrazione. Fornero ha lavorato una vita sulle pensioni, ma è toccato proprio a lei annunciarne la deindicizzazione, cioè lo stop dell'adeguamento annuale all'inflazione. Così, durante la presentazione della manovra, al momento di pronunciare la parola «sacrifici» la voce non ha retto. Comprensibile.
IL FREDDO UMORISMO DI MONTI. Molto da dire invece sul modo in cui queste lacrime sono state accolte. Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera si è esercitato in una fenomenologia del pianto. Altri hanno fornito una cronaca in slow motion. Il ralenti come amplificazione emotiva della crisi del campione: un po' come vedere Ronaldo che singhiozza dopo essersi rotto il ginocchio. C'è sempre bisogno di eroi, e le lacrime associate all'eroismo sono un segno sicuro di successo. Gli antropologi potrebbero stilare un lungo elenco di campioni piangenti dell'immaginario: dal Pelide Achille a Rocky Balboa.
Altri ancora, come Filippo Ceccarelli su Repubblica hanno sottolineato che «anche i tecnici hanno un'anima». In effetti, a notare l'aplomb venato di umorismo di ghiaccio di Mario Monti, il concetto non era chiarissimo.
Elsa Fornero meglio del Pelide Achille e di Rocky Balboa
Sul palco dell'online c'è chi è arrivato a dire che Fornero, proprio in virtù delle sue lacrime, sarebbe «la ministra più bella del mondo». Però alla ventesima frase dedicata al «volto umano» comincia a venire in mente il «com'è umano lei» di Fantozzi.
E alla cinquantesima citazione del «costo psicologico» della manovra viene da considerare che per molti piccoli contribuenti avrà un costo reale (ma forse psicologicamente saranno allegrissimi: cuor contento il ciel l'aiuta).
I GIORNALI HANNO SETE DI LACRIME. E magari a qualche maligno verrà in mente che sia le lacrime della Fornero sia le barzellette di Silvio Berlusconi, nell'amplificazione dei media, sono due facce della stessa medaglia (o della stessa patacca) che si chiama personalizzazione della politica.
Ma che i media italiani si caratterizzino per l'approccio "emotivo" - si tratti di bunga bunga del Cav o della“sobrietà” di Monti o delle lagrime della Fornero - non è una novità.
Sarà forse per questo che alla fine, dramma umano o no, viene da appoggiare la battuta di Spinoza.it: «La Fornero piange descrivendo la manovra finanziaria. Era la versione per non udenti». Ma comunque paganti.
Lunedì, 05 Dicembre 2011